Giorno per giorno – 02 Agosto 2020

Carissimi,
“Non abbiamo che cinque pani e due pesci!” (Mt 14, 17). A partire dalla disponibilità di qualcuno a condividere il poco o tanto che ha, nasce la società nuova, si testimonia la logica che mostra dove Dio regna e dove è, perciò, sconfitto l’idolo dell’egoismo, dell’accumulazione e della ricchezza, che inganna, violenta e uccide. Questo è il senso dell’Eucaristia, che traduce prima in anticipazione simbolica nella Cena, poi in memoriale, l’antico “Voglio misericordia e non sacrificio” (Os 6, 6), misericordia, amore materno, capace di dare vita agli altri e di darsi per la vita degli altri. Che è ciò che di fatto avvenne sul Golgota. Memoria che ci è consegnata, perché noi si faccia lo stesso, fino a che il Regno si compia in pienezza. Ci pensiamo, ogni volta che celebriamo l’Eucaristia?

I testi che la liturgia di questa XVIII Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.55,1-3; Salmo 145; Lettera ai Romani, cap.8, 35.37-39; Vangelo di Matteo, cap.14, 13-21.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

Oggi, con la chiesa luterana facciamo memoria del pastore Christoph Friedrich Blumhardt, testimone della fede.

Christoph Friedrich Blumhardt nacque il 1° giugno 1842, a Möttlingen, in Germania, nella famiglia di Doris Köllner e di Johann Christoph Blumhardt, un pastore luterano dalla vita santa e dalla piuttosto controversa fama di esorcista e guaritore. Per assecondare il desiderio paterno, il giovane Blumhardt studiò da pastore, ma fu solo nel febbraio 1880, alla morte del padre, che si decise di assumerne le funzioni nella parrocchia di Bad Boll. Divenuto famoso per le sue prediche e per il ministero della cura che aveva preso ad esercitare, al ritorno da una serie di conferenze in Svizzera, per ultimo, a Berlino, nel 1888, cominciò a domandarsi se fosse proprio questo che la causa di Cristo gli chiedeva e risolse di rinunciare ad entrambe le attività. Denunciando il santo egoismo che si preccupa della propria personale salvezza e dimentica troppo facilmente il mondo, intensificò il suo interesse per gli avvenimenti mondiali, cercando sempre di leggervi la presenza di Dio all’opera. Scrisse: “Le nazioni in fermento, le agitazioni dei poveri, il grido per il diritto alla vita – grido che sale dalla bocca persino dei più miserabili tra gli uomini e che nessuno può illudersi di mettere a tacere – tutti questi sono segni del nostro Signore Gesù Cristo”. Questa idea lo portò ad impegnarsi pubblicamente nelle file della socialdemocrazia, a fianco della classe lavoratrice, al punto di essere eletto, nel 1900, deputato nel parlamento del Wörttemberg. Trascorsi i sei anni della legislatura, piuttosto deluso dalla politica del partito, declinò l’invito a ripresentarsi alle elezioni. Di ritorno da un viaggio in Palestina, cadde ammalato. Questo lo spinse ad una vita più ritirata, ma non segnò il venir meno dell’attenzione, della sensibilità e della solidarietá nei confronti degli ultimi e delle loro lotte. Negli anni bui della Prima Guerra Mondiale, che precedettero la sua morte, rafforzò l’idea che il cristiano deve comunque consegnarsi per intero alla causa del regno, facendo tutto ciò che è in suo potere per accelerarne la venuta, ma sapendo tuttavia mantenersi calmo e paziente se i suoi sforzi non registrano alcun successo. Il Regno infatti viene al passo di Dio e lungo le vie decise da Lui. Questo atteggiamento, lungi dal portare all’inattività, trasformò l’attesa in un azione forte e creativa per l’avvento del regno. Dopo aver sofferto un infarto nel 1917, Blumhardt si spense in pace il 2 agosto 1919.

Mercoledì scorso, il giorno in cui la memoria degli ospiti e amici del Signore ci proponeva il vangelo della solenne affermazione di Gesù “Io sono la risurrezione e la vita”, ha celebrato la sua pasqua, congedandosi, ma solo fisicamente dai suoi e da noi, Donatella, compagna di vita di Roberto, nostro amico della prima ora, e lei stessa, amica. Ciò, che pur nel dolore immenso che comporta una partenza come questa, ci è venuto di pensare è che la morte non è la fine, ma il fine, e perciò anche l’incontro con il senso ultimo e più vero, di ogni relazione e cosa, che è l’amore del Padre, Origine anche di tutto. La seconda lettura di oggi, con altre parole, ci dava la conferma di questa verità: “Io sono persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8, 38-39). Che sia questa la nostra preghiera-fatta-realtà-di-comunione di questi giorni.

Bene, anche per stasera, è tutto. Noi ci si congeda con una citazione di Christoph Friedrich Blumhardt, tratta dal suo libro “Everyone Belongs to God. Discovering the Hidden Christ” (Plough Publishing House), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Come deve soffrire il nostro Salvatore nel vedere il suo popolo porre limiti all’amore di Dio! La nostra fede crede nel fatto che Dio ama il mondo. Ama il peggiore dei peccatori. Oh, quanti “credenti” sono stati allontanati da questa fede! Affidati completamente a questo solo fatto: Dio ama il mondo. Non lasciare che nulla interferisca con questa verità. Anche quando non riesci a coglierla, credi nell’amore di Dio, che è per tutti. La Bibbia condanna tutto ciò che mina la fede che cerca di benedire tutti. In Cristo c’è un raggio di speranza per ogni singola persona. Sebbene migliaia siano al di fuori del regno della fede, tuttavia essi possono ancora entrarvi. Quindi non giudicare gli altri; giudica invece te stesso per la tua incredulità (Giacomo 2: 12–13). La tua mancanza di fede nel grande potere di Dio di salvare il mondo, la tua ristrettezza mentale, che non può immaginare un Dio capace di un amore che abbraccia il mondo, fa più male al Vangelo di coloro che non professano alcuna fede. Stai in guardia, quindi, contro tale incredulità. Altrimenti sarai tu a sentire: “Non ti conosco né so da dove vieni. Via da me, tutti voi malvagi!” (Luca 13:27). Gesù ci ama in anticipo, ben prima di essere degni del suo amore (1 Giovanni 4:19). Ci ama prima che il regno di Dio sia pienamente realizzato. Ci ama mentre siamo peccatori, perché il suo amore viene dall’eternità. Ma proprio per questo, il suo amore è combinato con il giudizio. Il suo amore non è rammollito. Non trascura il nostro peccato. Questo non è amore. L’amore di Gesù pende sulla croce e lavora per purificarci. L’amore di Gesù è la nostra salvezza dal peccato. Questo è il vangelo: “Sei amato!”. Pertanto, ama ogni persona con l’amore di Cristo. Certo, questo non è facile. Incontrerai individui che sembrano malvagi e ripugnanti. Non vogliono essere amati; preferirebbero prendersi cura di se stessi. A maggior ragione, amali nello spirito di Gesù. Non lasciare che nessuna divisione separi “loro” da “noi”. C’è speranza per tutti. Odia il male, ma non le persone che fanno il male. Con il Salvatore, guarda oltre la bruttezza esteriore della vita delle persone e nei loro cuori. (Christoph Friedrich Blumhardt, Everyone Belongs to God. Discovering the Hidden Christ).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 02 Agosto 2020ultima modifica: 2020-08-02T22:38:15+02:00da fraternidade
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