Giorno per giorno – 30 Aprile 2020

Carissimi,
“Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6, 51). Ê la sua promessa, diretta a chi si alimenta del pane che è Lui, trasformandosi in Lui e vivendo perciò, fin d’ora, la vita di Dio. Contro cui la morte non potrà nulla. Sapendo che il significato di questo pane – e qui Giovanni chiarisce, anche più del racconto della Cena che ne fanno i vangeli sinottici, il significato della sua morte: “carne per la vita del mondo”. A questo ci convoca ancora oggi l’Eucaristia: fare pure di noi stessi, della nostra storia, “carne per la vita dl mondo”. Nell’ultima pagina del suo Diario, Etty Hillesum scriveva: “Ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e l’ho distribuito agli uomini. Perché no? Erano così affamati, e da tanto tempo”. E, più avanti, chiudendolo: “Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite”. Verrebbe da dire che questa giovane ebrea, prossima a finire i suoi giorni ad Auschwitz, viveva già in sé il mistero di Cristo.

Oggi, il calendario ci porta la memoria di Giuseppe Benedetto Cottolengo, amico degli ultimi, e di Daniel Berrigan, una vita al servizio della pace.

Giuseppe Benedetto Cottolengo era nato a Bra, in provincia di Cuneo, il 3 maggio 1786, primo di una famiglia di dodici figli. Nel 1811 fu ordinato prete a Torino. Il 17 gennaio 1828 inaugurò, con l’aiuto di un gruppo di volontari, il Deposito della Volta Rossa, una sorta di pronto soccorso per accogliere quanti erano rifiutati dagli altri ospedali e vivevano in uno stato di abbandono. Tra i volontari spiccava la figura di una vedova, Marianna Nasi, a cui il prete decise di affidare alcune ragazze che accettarono di giocare la loro vita amando Dio, nel servizio gratuito ai poveri. Nacquero così le Figlie di san Vincenzo (o Cottolenghine). Nel 1832, chiusa la Volta Rossa, inaugurò a Valdocco, nella periferia degradata di Torino, la Piccola Casa della Divina Provvidenza, in un rustico semiabbandonato che il prete aveva preso in affitto. Dopo pochi mesi affittò un altra casa nelle vicinanze. Entrambe per occuparsi di coloro che erano considerati pesi morti dalla società e spesso anche dalle loro [cristiane] famiglie. Ed erano solo figli e figlie di Dio. Tra il 1833 e il 1836 portò a termine la costruzione di un grandioso ospedale; poi si diede ad aprire scuole popolari e asili infantili. Non mancarono ovviamente crisi e difficoltà, ma la fede nella provvidenza ebbe sempre la meglio. Nel 1842 un’epidemia di tifo investì Torino, soprattutto le zone più povere. Cottolengo si ammalò, ma continuò a lavorare e a pregare instancabilmente, fino a quando le forze vennero meno. Il 29 aprile dello stesso anno, nella casa del fratello sacerdote, a Chieri, ricevette l’estrema unzione e, la sera successiva, morì.

Chi alla fine degli anni sessanta aveva già l’età per andare a manifestare, nel caso specifico contro la guerra in Vietnam, se ha buona memoria, ricorderà che tra le figure in qualche modo mitiche che animavano quella battaglia, con gesti di disobbedienza civile anche clamorosi, c’erano anche due fratelli preti, Philip (che in seguito avrebbe lasciato lo stato clericale ed è scomparso nel dicembre del 2002) e il più famoso Daniel Berrigan, gesuita, che, nato il 9 maggio (proprio una bella data per nascere: noi ci si ha qualche amico e amica di valore) 1921, ci ha lasciati il 30 aprile del 2016. Dopo che non si era mai fermato nelle battaglie, che lungo gli anni, gli aveva suggerito il suo prendere sul serio il vangelo della pace e della nonviolenza e il suo far parte della compagnia di Gesù, che è assai più che semplicemente un ordine religioso (anche se questo ha la sua importanza). Thomas Merton lo descrisse in questi termini: “Un’intelligenza vincente, un uomo che, io penso, possiede più di chiunque altro io conosca, il vero cuore grande e semplice dei gesuiti: zelo, compassione, comprensione e una libertà religiosa disinibita. Il semplice vederlo rinnova le nostre speranze nella Chiesa”. Ciò che valse a Daniel Berrigan le prime pagine dei giornali e l’attenzione dei riflettori del suo paese e del mondo fu l’episodio noto come i “Nove di Catonsville”, quando lui, suo fratello Philip e altri sette attivisti cattolici, riuscirono a impossessarsi di 378 archivi delle liste di leva di civili destinati alla guerra del Vietnam, bruciandoli poi dopo averli cosparsi di napalm. Questo episodio lo portò ad essere incluso nella lista dei “più ricercati” dall’FBI e lo portò contemporaneamente sulla copertina del Time e in prigione. Ironicamente, egli si scusò di aver bruciato “documenti invece di bambini”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.8, 26-40; Salmo 66; Vangelo di Giovanni, cap.6, 44-51.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura un brano di Daniel Berrigan, tratto dal suo libro “Daniel: Under the Siege of the Divine”, che è non solo uno dei suoi testi migliore, ma è anche uno dei migliori commenti sul libro di Daniele. In esso, come anche nella vita dell’autore, “scopriamo il potere e il dovere della disobbedienza civile alla cultura della guerra e dell’obbedienza divina al Dio della pace”. È questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
La Parola è luce e ardore, oscurità e rimprovero. Ardente, gelida, confortante, rimproverante, sconcertante, tagliente, “colpendo il punto di unione di osso e midollo”, opera uno strano intervento chirurgico dello spirito. Se il seme deve cadere su un terreno buono, deve essere atteso a cuore aperto. Aperti come terreno ammorbidito dalla pioggia, immaginiamo di nuovo il mondo, con il coraggio di eguagliare gli antichi eroi della Parola. E così dotati abbracciamo e incarniamo quel nuovo mondo, mostrando la sua presenza nell’amore gli uni per gli altri. (Daniel Berrigan, Daniel: Under the Siege of the Divine).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Aprile 2020ultima modifica: 2020-04-30T22:50:02+02:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo