Giorno per giorno – 03 Marzo 2020

Carissimi,
“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male” (Mt 6, 9-13). Al centro della rivelazione portata da Gesù, e, perciò, della nostra fede, c’è la figura di Dio come padre, che fonda la fraternità universale. A testimoniare la quale, il modello di preghiera propostoci da Gesù ci offre le indicazioni di come concretamente si traducano la santificazione del nome divino, la venuta del suo regno il compimento della sua volontà: la condivisione del pane attraverso un’economia di comunione, l’adesione a una politica di perdono e riconciliazione, il superamento vittorioso delle prove che ne ostacolino il conseguimento, la lotta per la liberazione da ogni sorta di male. Questo tempo di Quaresima servirà dunque per invocare l’aiuto divino sul nostro sforzo di impegnarci in questa direzione, alla sequela di Gesù, lungo il cammino della croce, che disegna la passione di Dio per l’umanità e la nostra passione per Dio. Già anticipo di risurrezione.

Il calendario ci porta oggi la memoria di Marino di Cesarea, martire in Palestina.

La sua vicenda ci è narrata dallo storico Eusebio. Marino era soldato cristiano a Cesarea, in Palestina, nella seconda metà del 3° secolo, sotto l’imperatore Gallieno. Resosi vacante un posto di centurione, gli fu notificata la promozione ed egli era solo in attesa della cerimonia di investitura. Un collega, tuttavia, che ambiva a quell’incarico, lo denunciò al tribunale, perché, come cristiano, non aveva sacrificato all’imperatore (oggi si direbbe: aveva rifiutato di giurare fedeltà alla patria). Il giudice lo convocò e gli chiese quale fosse la sua religione. Il soldato rispose: “Sono cristiano”. Allora il giudice gli diede tre ore di tempo per riflettere e decidere quale fosse la sua identità: se soldato o cristiano. Dato che non era possibile essere contemporaneamente soldato e cristiano. Uscito dal tribunale, Marino incontrò il vescovo Teotecno e gli chiese: “Che debbo fare?”. Il vescovo lo prese per mano, lo portò in chiesa, poi, mostrandogli la spada che portava al fianco e il Vangelo collocato sull’altare, gli disse: “Tocca a te scegliere”. Marino senza esitazione scelse il Vangelo. “Sii dunque di Dio, gli disse allora Teotecno, sii con Dio e, forte nella grazia, consegui ciò che hai scelto. Va’ in pace!”. (Questa dovrebbe essere la funzione dei cappellani [presso i] militari!). Marino tornò in tribunale e, davanti al giudice, proclamò la sua fede “con coraggio ancora più grande”. Questo bastò perché fosse pronunciata, immediatamente, la condanna alla pena capitale e, subito dopo, eseguita la sentenza.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.55, 10-11; Salmo 34; Vangelo di Matteo, cap.6, 7-15.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

È tutto, per stasera. E, prendendo spunto dalla memoria di Marino di Cesarea e della sua scelta nonviolenta, vi proponiamo, nel congedarci, un brano di don Rinaldo Fabbri, tratto dall’intervento da lui tenuto con il titolo “Il nemico: una ideologia da disinnescare”, nel corso del 38º Convegno giovanile della Cittadella di Assisi, sul tema “Smilitarizzare l’uomo”, i cui atti sono raccolti in un volumetto con lo stesso titolo. Ed è questo, per ogggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il nuovo nome di Gesù, il Cristo, è “shalôm”, pace. “Egli infatti è la nostra pace”. Così inizia l’inno agli Efesini che tenta di spaccare i blocchi creatisi anche all’interno della chiesa, tra ebrei e pagani convertiti. “Egli è la nostra pace, colui che ha fatto di due un popolo solo abbattendo il muro di separazione, che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Ef 2, 14). Quel muro che divideva il piazzale dei pagani dal piazzale degli ebrei, i maschi dalle donne, i preti dai maschi ebrei, nel tempio, è stato abbattuto dalla crocifissione, dalla carne martoriata di Gesù. Era un muro sostanziato non di pietra ma dell’ostilità. Passate in rassegna i muri che non sono solo quelli di cemento: sono le barriere economiche, politiche, ideologiche, e – quello che è peggio – l’ideologia fondata su motivi religiosi. La religione che ha dato supporto alla divisione degli uomini in blocchi: i buoni e i cattivi, i credenti e i non credenti, gli avversari o gli amici di Dio. Continua il testo: “annullando per mezzo della sua carne, la legge”. La legge era rivelazione. La bibbia, la parola di Dio, “fatta di prescrizioni e decreti” che serviva a dividere. La parola di Dio non può essere utilizzata per discriminare gli uomini dal giorno in cui è diventata carne e ha preso il volto di un crocifisso, di uno che per riunire i divisi si è lasciato martoriare nella sua cane. Un amore che è entrato nella zona dell’ostilità che produce morte, e dall’interno ha disinnescato l’ostilità, facendo pace nella sua carne, un solo uomo, una sola umanità, distruggendo per mezzo della croce in se stesso l’inimicizia. Allora “egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini”. È il linguaggio dell’alleanza, ma eliminando la discriminazione. Non esistono più lontani e vicini, amici e nemici, credenti e non credenti. È cessata la divisione che noi abbiamo fatto in nome di Dio, dal giorno in cui questo volto di Dio, la parola di Dio, è diventata carne e carne crocifissa. Per cui possiamo accedere in un nuovo tempio, non fatto di pietre, ma di Dio padre, per mezzo di un solo Spirito (cf Ef 2, 17-18). (Rinaldo Fabris, Il nemico una ideologia da disinnescare).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 03 Marzo 2020ultima modifica: 2020-03-03T22:25:46+01:00da fraternidade
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