Giorno per giorno – 12 Dicembre 2019

Carissimi,
“In quel giorno Maria si mise in viaggio verso la montagna” (Lc 1, 39). Solo quattro giorni fa, la liturgia ci aveva proposto il racconto dell’annuncio del concepimento verginale di un figlio portato a Maria dall’angelo. Creando un po’ di confusione, dato che la festa era della concezione immacolata di Maria. Che ha tutt’altro significato, come si è già allora rilevato. Oggi, qui da noi, si è ascoltato il seguito di quel racconto, per via di una festa che è solo nostra, dato che celebra la Vergine di Guadalupe, patrona dell’America Latina. La Maria del Vangelo, nel suo accorrere presso la cugina Elisabetta, che si è trovata incinta in età avanzata (c’è naturalmente tutta una simbologia in tutto questo), come del resto la Morenita, dell’apparizione all’indio Juan Diego, sono entrambe immagine di quanti si lasciano ingravidare dalla Parola di Dio e di ciò che essa scatena in loro: l’urgenza di accorrere presso chi vive situazioni di bisogno o di oppressione, per far loro sperimentare l’azione divina, che è cura, tenerezza, liberazione dal male. Chiesa dei poveri, solidarietà tra poveri, come saggio, laboratorio, sacramento, anticipazione, a partire dalle relazioni in cui siamo inseriti, del sogno di Dio a riguardo del mondo. Un mondo altro. L’Avvento è anche meditare, pregare e agire in vista di questo.

Nel nostro Continente, oggi si celebra la Vergine di Guadalupe, la Madre India. O anche, come la chiamano confidenzialmente, la Morenita, patrona delle Americhe.

Il racconto delle apparizioni avute dall’indio Juan Diego, a partire dal 9 dicembre 1531, dieci anni dopo la distruzione della capitale del regno atzeco, Tenochtitlan, ci è stato trasmesso in lingua náhuatl. In esso la Vergine si rivolge a Juan Diego, chiamandolo con i vezzeggiativi di Juanito, Juan Dieguito. Lui a sua volta si rivolge alla sconosciuta con i nomi di mia piccola dolce Padrona, Signora, Regina, Figlia mia la più piccola, Fanciulla mia. Lei poi gli promette: “Rivelerò Dio, lo darò alle genti mediante tutto il mio amore personale, il mio sguardo misericordioso, il mio aiuto, la mia salvezza: poiché io sono in verità la vostra madre misericordiosa, la tua e quella di tutti gli uomini che su questa terra sono uno solo […] ascolterò il loro pianto, la loro tristezza, per guarire, per curare tutte le loro pene, le loro miserie, i loro dolori”. Che è come dovrebbe essere la Chiesa (cioè, noi stessi). E come, spesso, non è (cioè, non siamo): simbolo e sacramento della cura materna di Dio.

I testi che la liturgia dell’odierna festività ci propone sono tratti da:
Lettera ai Galati, cap. 4, 4-7; Salmo, 96; Vangelo di Luca, cap. 1,39-47.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura un brano dell’omelia tenuta oggi da papa Francesco durante la messa nella Basilica di San Pietro per la festa di Nostra Signora di Guadalupe. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Maria è Madre nostra, è Madre dei nostri popoli, è Madre di tutti noi, è Madre della Chiesa, ma è anche immagine della Chiesa. Ed è Madre del nostro cuore, della nostra anima. C’è un Santo Padre che dice che ciò che si dice di Maria si può dire, a suo modo, della Chiesa, e, a suo modo, dell’anima nostra. Perché la Chiesa è femminile e la nostra anima ha questa capacità di ricevere da Dio la grazia e, in un certo senso, i Padri la vedevano come femminile. Non possiamo pensare la Chiesa senza questo principio mariano che si estende. Quando ricerchiamo il ruolo della donna nella Chiesa, possiamo seguire la via della funzionalità, perché la donna ha funzioni da compiere nella Chiesa. Ma ciò ci lascia a metà cammino. La donna nella Chiesa va oltre, con questo principio mariano, che “maternalizza” la Chiesa, e la trasforma nella Santa Madre Chiesa. Maria donna, Maria madre, senza altro titolo essenziale. Gli altri titoli — pensiamo alle litanie lauretane — sono titoli di figli innamorati cantati alla Madre, ma non toccano l’essenzialità dell’essere di Maria: donna e madre. E il terzo aggettivo, che le direi guardandola: si è voluta meticcia per noi, si è meticciata. E non solo con Juan Dieguito, ma con il popolo. Si è meticciata per essere Madre di tutti, si è meticciata con l’umanità. Perché? Perché ha “meticciato” Dio. Ed questo è il grande mistero: Maria Madre “meticcia” Dio, vero Dio e vero uomo, nel suo Figlio. Quando ci vengono a dire che bisognava dichiararla tale, o fare quest’altro dogma, non perdiamoci in chiacchiere: Maria è donna, è Nostra Signora, Maria è Madre di suo Figlio e della Santa Madre Chiesa gerarchica e Maria è meticcia, donna dei nostri popoli, ma che ha meticciato Dio. Che ci parli come ha parlato a Juan Diego da questi tre titoli: con tenerezza, con calore femminile e con vicinanza di meticciato. Così sia. (Papa Francesco, Omelia alla messa per la festa di Nostra Signora di Guadalupe).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 12 Dicembre 2019ultima modifica: 2019-12-12T22:57:02+01:00da fraternidade
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