Giorno per giorno – 13 Ottobre 2019

Carissimi,
“Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?” (Lc 17, 15-18). I nove, correligionari di Gesù, non erano poi così colpevoli di qualcosa, avevano infatti obbedito al comando che egli aveva loro impartito: “Andate a presentarvi ai sacerdoti” (v.17). Era a loro, infatti, che competeva attestare l’avvenuta guarigione. I sacerdoti di Gerusalemme per i nove, quelli di Samaria per il samaritano, evidentemente. Lungo il cammino, tutti si percepiscono guariti. I nove, da buoni religiosi, obbedienti alla Legge divina, prima che umana, proseguono la loro strada. Il samaritano, no. Lungo la sua strada, vedendosi guarito, sente che c’è qualcosa di più importante da fare, che affrettarsi a richiedere il certificato che lo restituirà agli affetti famigliari e alla vita civile e religiosa: andare a ringraziare quell’uomo che ha guarito, assieme ai nove ebrei, anche lui, di un popolo straniero, ostile, e più di tutto eretico. La burocrazia, civile ed ecclesiastica, può anche aspettare, se è per cedere il passo al vangelo, che, nel fratello che si prende cura di te, ti fa scoprire Dio, cioè il senso profondo della vita. Stamattina, durante l’Eucaristia in monastero, ci chiedevamo quale immagine di Dio offra mai il nostro agire nei nostri incontri con gli altri, diversi o no da noi per origine, cultura, religione, che vivono l’esperienza dell’isolamento, della solitudine, dell’emarginazione, per i più vari motivi. Siamo per loro occasione di lode a Dio? O, al contrario, motivo per bestemmiarlo?

I testi che la liturgia di questa XXVIII Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:
2° Libro dei Re, cap.5, 14-17; 2ª Lettera a Timoteo, cap.2, 8-13; Vangelo di Luca, cap.17, 11-19.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e Chiese cristiane.

Oggi è memoria di Madeleine Delbrêl, appassionata di Dio e della gente ordinaria.

Madeleine era nata il 24 ottobre 1904 a Mussidan (Dordogne – Francia). Ancora giovane si convertì dall’ateismo al cristianesimo. Assieme ad altre donne, trovò tra i comunisti di Parigi la possibilità di vivere una vita autentica di comunità cristiana, senz’altro scopo che quello di farsi “prossimo dei suoi prossimi” in una disponibilità incondizionata all’evangelo. Fu una vera umanista che amò Dio intensamente, incontrandolo in tutte le cose ordinarie della vita. Scrisse: “Ci sono persone che Dio chiama e mette da parte in conventi o monasteri. Ve ne sono altre che Dio chiama e le lascia nella società, quelle che Dio non ritira dal mondo. Queste sono le persone che hanno un lavoro ordinario, un matrimonio ordinario o un celibato ordinario. Persone che hanno malattie ordinarie e sofferenze ordinarie. Che vivono in case ordinarie e vestono abiti ordinari. Le persone che noi incontriamo in qualunque strada ordinaria…” “Noi, le persone ordinarie delle strade, crediamo con tutte le nostre forze che questa via, che questo mondo in cui Dio ci ha posto è per noi il luogo della nostra santità”. “Noi incontriamo Dio in tutti i “piccoli” che soffrono nel loro corpo, che sono disgustati, angosciati, che hanno bisogno di qualcosa. Noi incontriamo Cristo respinto in innumerevoli atti di egoismo. Come potremmo prenderci gioco di questa gente o odiare questa moltitudine di peccatori, di cui noi facciamo parte?”. Madeleine visse in pieno il travaglio della Chiesa pre-conciliare di reinventare l’esistenza cristiana nel mutato contesto storico e culturale. Conobbe, com’è inevitabile, incomprensioni, isolamento, ostilità, nei suoi fratelli di chiesa. Ma trovò anche chi la sostenne e l’appoggiò (tra questi il card. Montini). Alla convocazione del Concilio Vaticano II, volle vedere in esso il sorgere di una nuova primavera dello Spirito, a cui aveva dedicato la vita. Madeleine morì improvvisamente, il 13 ottobre 1964, nel suo pieno vigore.

Continua la nostra preghiera per il Sinodo per l’Amazzonia, cui si aggiunge quella per la situazione drammatica determinata dalla ritirata delle truppe americane nel nordest della Siria, e dalla conseguente invasione da parte della Turchia, con l’obiettivo di cacciare dalla regione i curdi siriani, con il prevedibile, inevitabile, tributo di sofferenze e di sangue che l’operazione ha cominciato a comportare. Che la coscienza civile dei popoli riesca da subito a porvi fine.

Anche per stasera, è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un’ultima parola di Madeleine Delbrêl, tratta dal suo libro “Comunità secondo il Vangelo” (Gribaudi), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Noi pensiamo che la carità fraterna sia: amare ognuno come se fosse nostro fratello, di fare per lui come per un fratello. Non abbiamo “capito” la frase: “Voi siete tutti fratelli”. Noi non amiamo in ognuno il fratello che veramente è. Il fratello per creazione e per redenzione. Questa prospettiva deve radicalmente cambiare quello che noi siamo e che noi facciamo per gli altri. Noi non confessiamo che dimentichiamo coloro che amiamo. Ed è per questo che continuiamo a dimenticarli… perché non lavoriamo a costruire la nostra memoria là dove essa è costruibile: nel nostro cuore. Il ricordare gli altri può essere un dono di natura. Può essere sempre una educazione del cuore attraverso la fede, la speranza e la carità. Così educata, si rivelerà ben diversa dalla memoria puramente naturale, ma sarà indiscutibilmente fedele. Pregare vuol dire spesso pensare a… ricordare. La memoria si fa. Cuore di Gesù, non permettere che mi dimentichi coloro di cui tu ti ricordi; cuore che non dimentica, donami la tua memoria. (Madeleine Delbrêl, Comunità secondo il Vangelo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Ottobre 2019ultima modifica: 2019-10-13T22:20:52+02:00da fraternidade
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