Giorno per giorno – 15 Settembre 2019

Carissimi,
“Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo” (Lc 15, 25-28). “Egli si arrabbiò”: non gli importa nulla che suo fratello sia tornato. Resta imprigionato nella fatica (!) del vivere bene, che esige per questo il premio, che è giusto negare a chi invece si comporta dissolutamente, o anche solo meno bene di quanto sia “costato” a lui. Il fratello maggiore non conosce il padre, meno che meno il Padre che è Dio, che tiene solo alla vita e alla felicità dei suoi figli e, se qualcosa gli dispiace, non è un malinteso senso del dovere, ma il rischio che a volte essi corrono di perdere, per capriccio, questa e quella. Il figlio prodigo ha avuto almeno un’intuizione di come doveva essere suo padre: certo, non lo riaccoglierà come figlio, l’ha combinata troppo grossa!, ma almeno non gli negherà fosse anche l’ultimo posto riservato alla servitù. Anche lui non conosceva ancora a sufficienza il padre, e men che meno Dio. Almeno quello di Gesù, che scandalizza tanto i religiosi, abituati, se non si fanno ogni volta attenti al suo insegnamento, a misurare tutto in termini di meriti. Proprio come il Sistema del peccato (che spesso le chiese scopiazzano), basato, per guadagnere efficacia e mantenere l’ordine, sulla meritocrazia. Il Regno di Dio, invece, e la sua logica, sono fondati sulla grazia. Che è gratuità. Tanto è vero che le prostitute e i peccatori hanno la precedenza sugli altri (cf Mt 21, 31). Il che è scandaloso! Noi si ricorda che, qualche anno fa, il fedele di una certa parrocchia, domandava seccato: Ma, questo papa avrà un giorno qualche parola di apprezzamento per chi fa così fatica (proprio come il fratello maggiore della parabola!) a mantenersi fedele nel matrimonio? Sentendosi escluso, solo, perché, una volta o l’altra, il papa in questione aveva manifestato incoraggiamento e accoglienza nei confronti di chi aveva vissuto rotture traumatiche nella vita di relazione. La pratica di Gesù sconcertava e continua evidentemente a sconcertare, se la si prende sul serio.

I testi che la liturgia di questa XXIV Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dell’Esodo, cap.32, 7-11. 13-14; Salmo 51; 1ª Lettera a Timoteo, cap.1, 12-17; Vangelo di Luca, cap.15, 1-32.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le Comunità e Chiese cristiane.

Oggi la Chiesa latina celebra la memoria della Beata Maria Vergine Addolorata.

Tale memoria è relativamente recente. Fu infatti Pio X, all’inizio del secolo scorso, che la inserì nel calendario romano in questa data e con questo nome. Essa affonda, comunque, le sue radici in una devozione popolare ai dolori della Vergine che sorse nel Medioevo e che si diffuse nei secoli successivi ad opera soprattutto dei frati Servi di Santa Maria. Ad essi la Sacra Congregazione dei Riti, nel 1668, concesse di celebrare la Messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine, cui seguì nel 1692 l’autorizzazione a celebrarne la memoria la terza domenica di settembre. Fu Pio VII, nel 1814, ad estenderla a tutta la Chiesa. Pio X ne fissò la data definitiva il 15 settembre, a ridosso della Festa dell’Esaltazione della Croce.

Noi facciamo anche memoria di Don Pino Puglisi, martire della solidarietà con le vittime della mafia; di Arturo Hillerns, medico e martire al servizio dei poveri in Cile; e delle Martiri Battiste di Birmingham, vittime dell’odio razziale negli USA.

Giuseppe Puglisi, nato a Palermo il 15 settembre 1937, era entrato in seminario nel 1953 e fu ordinato presbitero il 2 luglio 1960. Sin dai primi anni della sua attività pastorale, ovunque si trovasse ad operare – nelle parrocchie di borgata, a scuola come professore, all’orfanatrofio come cappellano, in seminario, o nei diversi movimenti ecclesiali che si trovò ad animare – mostrò sempre interesse e passione per le problematiche giovanili e per quelle attinenti alla situazione di degrado e di emarginazione dei quartieri più poveri della città. Nominato nel 1990 parroco al Brancaccio, il quartiere con la più alta densità mafiosa del palermitano, si pose con ancora maggior determinazione l’obiettivo di sottarre i giovani alla strada e alla cultura della mafia e della violenza. Inaugurò a tal fine il centro “Padre Nostro”, che divenne subito un importante punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. All’amore riconoscente della sua gente si aggiunse, com’era purtroppo scontato, l’odio del potere mafioso per l’opera di evangelizzazione e di formazione delle coscienze e per l’impegno preferenziale per gli ultimi che lo caratterizzavano. Quel potere lo uccise il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993. Don Pino è stato beatificato il 25 maggio 2013.

Arturo Enrique Hillerns Larrañaga era un medico cileno, nato il 16 dicembre 1943, sposato e padre di un bimbo di quattro mesi, quando, il 15 settembre 1973, alle due di notte, fu sequestrato da venti agenti del Secondo Commissariato di Temuco, nella sua casa a Puerto Saavedra, a 600 chilometri a sud di Santiago, dove era direttore di zona del Servizio Nazionale di Salute. Da studente era stato Presidente diocesano dell’Associazione Universitaria Cattolica (UAC), e organizzava servizi medici per i contadini e gli indigeni delle zone rurali. Di lui una collega di lavoro diceva: “Per Arturo la fede cristiana non era una formula, né un rito, ma un impegno di servizio agli altri, senza limiti” e un altro sosteneva: “Arturo si segnalava per la sua dedizione, la sua capacità di ascolto, per l’affetto e la simpatia che trasmetteva”. Da quella notte, di Arturo non si seppe piu nulla.

La mattina del 15 settembre 1963, fu lanciata una bomba nella Scuola domenicale della Chiesa Battista, situata nella 16ª Strada a Birmingham, Alabama. Quattro bambine caddero vittime di questa brutale atrocità: Denise McNair, di 11 anni, Carole Robertson, Cynthia Wesley e Addie Mae Collins, tutte quattordicenni. Il tragico avvenimento aprì gli occhi al popolo degli Usa sulla realtà del razzismo ancora presente in quel paese.

Oggi ricordiamo anche l’anniversario della nascita di Charles de Foucauld, che da tempo rappresenta anche per noi una figura importante di riferimento. Lo viviamo in comunione con tutte le fraternità che dalla sua intuizione hanno avuto origine e che vivono la sua stessa spiritualità di Nazareth, in special modo, Ivo e i fratelli di Spello. E, prendendo spunto da tale ricorrenza, cediamo a fratel Carlo, nel congedarci, la parola, offrendovi in lettura una sua meditazione. La troviamo nel sito di Teologia Spirituale, ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“Amiamo Dio, perché ci ha amati per primo”. La Passione, il Calvario, è una suprema dichiarazione d’amore. Non è per redimerci che tu hai sofferto tanto, Gesù! Il più piccolo dei tuoi atti ha un valore infinito, poiché è l’atto d’un Dio, e sarebbe stato sufficiente, anzi sovrabbondante, per redimere mille mondi, tutti i mondi possibili.È per santificarci, per portarci, per spingerci ad amarti liberamente, poiché l’amore è il mezzo potente per attirare l’amore, poiché amare è il mezzo più potente per farsi amare… e poiché soffrire per chi si ama è il mezzo più invincibile per dimostrare che si ama… e più le sofferenze sono grandi, più la prova è convincente, più l’amore di cui si dà dimostrazione è profondo. Mio Dio, quanto ci ami, tu che per noi hai voluto essere sprofondato in quest’abisso di sofferenze e di disprezzo, tu che in tal modo hai voluto darci tante lezioni, ma innanzitutto, soprattutto, hai voluto dimostrarci il tuo amore, quest’amore inaudito grazie al quale il padre ha dato il suo unico Figlio, e l’ha dato in mezzo a tali sofferenze e tali umiliazioni allo scopo di indurci, con la vista, con la certezza di un sì immenso amore, dimostrato e dichiarato in maniera così toccante e commovente, allo scopo d’indurci con ciò ad amare Dio a nostra volta, ad amare l’Essere così amabile che ci ama tanto. Amiamo Dio, poiché egli ci ha amati per primo. (Charles de Foucauld, Pensieri).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 15 Settembre 2019ultima modifica: 2019-09-15T22:16:25+02:00da fraternidade
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