Giorno per giorno – 27 Agosto 2019

Carissimi,
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà” (Mt 23, 23). Il rimprovero, come è evidente, è rivolto a quanti vivono la religione come un insieme di, a volte minuziose, pratiche di pietà, separate però dalla vita e dagli atteggiamenti a cui l’annuncio e la testimonianza del Regno ci obbligano. Gesù riassume questi comportamenti in tre parole, che dovrebbero orientarci in ogni situazione: essere giusti con il nostro prossimo, non in un’ottica meramente retributiva o meritocratica, ma alla luce della misericordia divina che si destina, come amore materno, incondizionatamente a tutti, e attraverso cui potremo manifestare la nostra fedeltà nella sequela di Gesù.

Oggi celebriamo la memoria di dom Helder Câmara, pastore e amico degli ultimi, di dom Luciano Mendes de Almeida, pastore e difensore della causa dei poveri, di Dom José Maria Pires, vescovo di una Chiesa povera, al servizio dei poveri. Ricordiamo anche Shri Ma Anandamayi, mistica indiana.

Helder Câmara nacque a Fortaleza (Ceará), il 7 febbraio 1909. Ordinato sacerdote giovanissimo, il 15 agosto 1931, negli anni successivi, abbandonò le posizioni integraliste dei primi tempi, maturando un’attenzione tutta particolare verso il mondo dei poveri e una grande preoccupazione per il rinnovamento della Chiesa. Diede un contributo determinante alla fondazione della Conferenza dei vescovi del Brasile (CNBB) e al CELAM, l’organizzazione che riunisce tutti i vescovi latino-americani. Consacrato vescovo nel 1952 e nominato arcivescovo ausiliare di Rio nel 1955, negli anni 60, a partire dal Concilio Vaticano II, divenne simbolo di quella Chiesa latino-americana che, con la “scelta dei poveri”, si schiera a favore della lotta per la giustizia, denunciando lo sfruttamento economico e l’oppressione politica, di cui è vittima la parte più debole della società brasiliana e, più in generale, il Sud del mondo. Nel 1964 venne nominato arcivescovo di Olinda e Recife. A partire da allora si moltiplicarono gli interventi di quello che gli avversari presero a chiamare il “vescovo rosso”. Oggetto delle sue denunce furono soprattutto la repressione messa in atto dalla dittatura militare, l’attuazione delle multinazionali, colpevoli del processo di ricolonizzazione del Brasile, e gli aberranti investimenti nell’industria bellica del regime. Dom Helder non si limitò tuttavia a denunciare, ma testimoniò costantemente in prima persona uno stile di vita diverso, povero e solidale con i più poveri. Nel 1985, secondo la prassi vigente, rassegnò le dimissioni. Sfortunatamente il suo successore iniziò a distruggere sistematicamente tutto il lavoro svolto negli anni con passione e amore per il Vangelo dei poveri da dom Helder. Il vescovo profeta rispose a tutto ciò con un doloroso silenzio che durò fino alla morte, avvenuta il 27 agosto 1999.

Luciano Pedro Mendes de Almeida era nato a Rio de Janeiro, il 5 ottobre 1930, nella famiglia di Emilia Mello Vieira e di Cândido Mendes de Almeida. Entrato diciassettenne nella Compagnia di Gesù, compì i suoi studi a Nova Friburgo, dal 1951 al 1953, e a Roma, dal 1955 al 1959, all’Università Gregoriana, dove negli anni successivi preparò il suo dottorato in Filosofia. Ordinato sacerdote, nel 1958, emise la sua professione definitiva il 15 agosto 1964. Di quegli anni a Roma, padre José Oscar Beozzo ricorda: “Il suo “peccato” era la fila dei poveri alla porta del Collegio, che venivano dai quartieri popolati da emigrati disorientati; arrivati da poco dal Sud Italia si insediavano, come potevano, nei campi e nelle case sparse della Valcanuta, un po’ oltre l’Aurelia, dove stava il Collegio. A qualsiasi ora del giorno e della notte arrivavano anche telefonate di persone sofferenti dagli ospedali vicini, cercando il padre Mendes, nella certezza che sarebbero stati prontamente ascoltati. In una città come Roma, con tanti padri e tante case religiose, non era facile trovare qualcuno sempre pronto a prendersi cura dei poveri o dei sofferenti, senza giorno né ora, senza scuse e senza indugio”. Quel “peccato” accompagnò padre Luciano per tutta la vita. Tornato in patria, nel 1965, fu professore di filosofia e assunse incarichi di responsabilità nella Compagnia di Gesù e nella Conferenza nazionale dei religiosi. Paolo VI lo nominò vescovo ausiliare di Sâo Paulo, nel 1976, e Giovanni Paolo II, arcivescovo di Mariana, nel 1988. È scomparso il 27 agosto 2006, a seguito di una grave malattia.

José Maria Pires era nato il 15 marzo 1919 a Córregos (MG), figlio di Eleutério Augusto Pires e Pedrelina Maria de Jesus. Entrato, dodicenne, in seminario a Diamantina (MG), venne ordinato sacerdote il 20 dicembre 1941 e consacrato vescovo il 22 settembre 1957. Il suo servizio pastorale è stato segnato dalla difesa della causa dei negri, dei poveri e degli oppressi. Partecipò al Concilio Vaticano II, sottoscrivendo, il 16 novembre 1963, con altri 40 vescovi di ogni parte del mondo il “Patto delle Catacombe”, con cui i firmatari si impegnavano a vivere in povertà, a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e a mettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Arcivescovo della Paraiba dal 1966 al 1995, quando rassegnò le dimissioni per raggiunti limiti di età, tornò a fare il parroco nel paese natale. Ricoverato in ospedale, per una polmonite, si è spento il 27 agosto 2017, a 98 anni, nel giorno in cui facciamo memoria di due vescovi-profeti, come dom Helder e dom Luciano.

Ma Anandamayi (il cui nome era Nirmala Sundari Devi) era nata il 30 aprile 1896 in una famiglia di bramini, nel villaggio di Kheora, nell’attuale Bangladesh. Tredicenne fu data in sposa a Srijut Ramani Mohan Chakravarti, che percepì presto la sua natura eccezionale arrivando in seguito a chiederle di diventare suo discepolo. Senza l’aiuto di alcun maestro e senza aver avuto accesso ai testi sacri, esplorò in sei anni tutti i cammini dello yoga e in poco tempo riunì attorno a sé numerosi discepoli. Nel 1929 un primo ashram fu costruito a Dacca. Nel 1932 si recò ai piedi dell’Himalaya, dove un secondo ashram fu edificato a Dehradun. Nei decenni che seguirono attraversò più volte tutta l’India, portando ovunque aiuto e conforto spirituale. Creò ashram, ospedali e istituzioni caritative a Benares, Calcutta e altrove. Conobbe e visitò alcune tra le figure più significative del panorama religioso e politico dell’India del suo tempo. Gandhi nutrì nei suoi confronti una grande devozione e un affetto paterno. Ma Anandamayi scomparve il 27 agosto 1982.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera ai Tessalonicesi, cap.2, 1-8; Salmo 139; Vangelo di Matteo, cap.23, 23-26.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Il 27 agosto 1987, Marcelino Antônio, un pistoleiro al soldo di un latifondista della regione, cercò di uccidere il nostro padre Chicão, Francesco Cavazzuti, dal 1969 missionario in questa Chiesa di Goiás, impegnato a fianco dei più poveri e dei contadini sem-terra. Il prete sopravvisse all’attentato, ma restò completamente cieco. Decise comunque di continuare a testimoniare l’Evangelo del Regno in questa terra. Fino al 2007, quando fece ritorno in Italia. Possa la nostra Chiesa essere sempre all’altezza di tale lascito.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una poesia di Dom Helder Câmara, dal titolo “Il segreto dell’eterna giovinezza”, tratta dal suo libro “Il deserto è fecondo” (Cittadella editrice). Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO

Specializzati / nell’arte di scoprire in ogni creatura / il suo lato buono: / nessuno è soltanto cattiveria. / Specializzati / nell’arte di scoprire in ogni ideologia/ l’anima di verità che contiene: / l’intelligenza non è capace / di aderire all’errore totale. // Non temere la verità, / perché, se anche può apparirti dura, / e ferirti a morte, / essa è autentica. / Sei nato per essa. / Se cerchi di incontrarla, / se dialoghi con essa, / se l’ami, / non c’è migliore amica / né sorella migliore. // Fino in fondo / no, non fermarti! / È una grazia divina / ben cominciare. / È una grazia più grande ancora / continuare sulla buona via, / tenere il ritmo … / ma la grazia delle grazie / è non perdersi, e, / resistendo ancora o non facendocela più, / a brandelli, a pezzi, / andare fino in fondo. (Helder Câmara, Il segreto dell’eterna giovinezza).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 27 Agosto 2019ultima modifica: 2019-08-27T22:33:28+02:00da fraternidade
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