Giorno per giorno – 28 Aprile 2019

Carissimi,
“Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20, 26-28). Forse, aveva avuto ragione a dubitare, Tommaso, visto che i suoi amici, che pure sostenevano di avere visto il Signore, continuavano a starsene, paurosi, al chiuso. Sì, deve aver pensato, avranno visto un fantasma, io invece voglio vedere le ferite delle mani e il petto squarciato dalla lancia, per credere che sia lui. E come è, perciò, Lui. Noi, ci dicevamo stamattina, nell’Eucaristia, celebrata nel bosco della Risurrezione, tendiamo a essere, spesso, più simili ai dieci, che asseriscono di aver visto il Risorto, ma senza che questo risulti avere troppe implicazioni nella nostra vita. Dobbiamo quindi ringraziare Tommaso e la sua diffidenza nei confronti dei compagni, se, proprio per questo, abbiamo acquisito la certezza, che segna, pur sempre per noi, il salto della fede, che l’Io-sono di Dio è quello dell’Amore fino alla morte, e oltre la morte, che ci si è manifestato nella croce di Gesù. A noi trarne tutte le conseguenze.

I testi che la liturgia di questo Ottavo Giorno e 2ª Domenica di Pasqua propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.4, 32-35; Salmo 118; 1ª Lettera di Giovanni, cap.5, 1-6; Vangelo di Giovanni, cap.20, 19-31.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le chiese e comunità cristiane.

Oggi è memoria di Jacques Maritain, filosofo, mistico, piccolo fratello di Gesù.

Jacques Maritain era nato a Parigi, il 18 novembre 1882, da Geneviève Favre, figlia dello statista francese Jules Favre, e di Paul Maritain, un avvocato di fama. Educato nel protestantesimo liberale, Jacques aveva studiato al Liceo Enrico IV e poi Filosofia e Scienze Naturali alla Sorbona. È qui che il giovane incontrò Raissa Oumançoff, ebrea di origine russa, naturalizzata francese, con cui si sentì subito in sintonia per interessi, ideali e tormenti interiori. Fu una conferenza di Henri Bergson, professore al College de France, che rivelò loro il senso dell’assoluto e li spinse a voler vivere l’avventura della vita. L’incontro, poi, con lo scrittore Leon Bloy li portò a contatto del cattolicesimo e delle sue storie di santità e di grazia e li indusse, nel 1906, a chiedere il battesimo. Poco dopo, insieme, pur nella scelta irrevocabile della devozione e dell’amore reciproco, promisero di vivere il celibato del regno, facendo voto di castità. Con la sorella di Raissa, Vera, avviarono un sodalizio spirituale, che durerà tutta la vita. Convinti che la contemplazione chiede non di lasciare i chiostri e i conventi, ma di uscire e di espandersi fuori, di scendere nelle strade del mondo, si fecero apostoli della chiamata universale alla vita mistica, come via alla perfezione della carità. In quegli stessi anni Maritain abbandonò definitivamente la filosofia bergsoniana, identificandosi sempre più nell’opera di Tommaso d’Aquino, che caratterizzerà tutta la sua produzione successiva. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Maritain si trasferirono negli Stati Uniti, dove Jacques continuò la sua attivita di pubblicista e di professore di filosofia, insegnando, a New York, nelle università di Princeton e della Columbia, e tenendo conferenze in numerose città americane. Dal 1944 al 1948 fu inviato a Roma quale ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Dal 1948 al 1960 i Maritain si trasferirono nuovamente negli USA. Nel 1960, durante uno dei periodici viaggi in patria, Raissa morì, il 4 novembre, a Parigi. Tenendo fede ad una promessa che si erano fatta, Maritain scelse di vivere l’ultimo tratto della sua vita in una comunità religiosa, quella dei Piccoli fratelli di Gesù, a Tolosa. Durante il Concilio ecumenico Vaticano II, Paolo VI lo interpellerà spesso sulle questioni più dibattute. Nel 1970, a ottantotto anni, Maritain cominciò il suo anno di noviziato per entrar a far parte a pieno titolo della famiglia di Charles de Foucauld. Morì, novantunenne, il 28 aprile 1973.

Oggi, i nostri fratelli ortodossi e copti celebrano la Pasqua. Scegliamo così di congedarci, offrendovi in lettura una preghiera tutta pasquale del celebre monaco copto Matta El Meskin, che troviamo, sotto il titolo “Grazie per la tua risurrezione” nel sito di spiritualità cristiana ortodossa “Nati dallo Spirito”. E che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Ti ringraziamo, Dio nostro, per questa risurrezione con la quale hai tolto ogni disperazione dal cuore dell’uomo. Dopo la risurrezione e nella risurrezione, nessun uomo può più disperare: il più grande peccatore, chiunque dica “Sono disperato”. Per la disperazione non c’è posto alcuno nella tua risurrezione. Una risurrezione che si estende tra cielo e terra e che porta, sulle sue ali, le persone più deboli, tutti i peccatori della terra, tutti coloro che hanno raschiato il fondo dell’esistenza. Ecco, tu li innalzi fin nell’alto dei cieli. Sì, Signore nostro, ti rendo immensamente grazie per la tua risurrezione con la quale hai tolto per sempre la disperazione dai nostri cuori. Ti ringraziamo, amato Gesù, per la risurrezione con la quale hai distrutto ogni paura, paura della morte, paura di tutto ciò che è mortifero. Che cosa in terra, Signore, che cosa su tutta la terra terrorizza l’uomo più della morte e di ciò che a essa conduce? Ed ecco, Signore, con la tua risurrezione hai distrutto, hai annichilito la morte perché dopo la tua risurrezione non c’è più morte. Nella tua risurrezione non c’è più posto per la morte. Ecco, tu ci hai donato la tua risurrezione perché sia in noi e per noi da ora e per sempre. Quanto ti ringraziamo, amato Gesù, per la tua risurrezione con la quale hai dimostrato che l’amore non avrà mai fine. Ci hai donato il coraggio, un incredibile coraggio, di amare e di amare senza misura. Sì, Signore, amiamo, amiamo infinitamente e senza riserve. Grazie Signore per la risurrezione che, per fede, è divenuta per la Chiesa il suo mistero dei misteri e il mistero dei cuori di coloro che ti temono. Grazie, Signore, per la risurrezione che è divenuta il mistero di ogni anima e della Chiesa, mistero d’amore che, sprigionato in te, abita in ogni cuore che si apre al tuo amore. Grazie, Signore, per la risurrezione che è divenuta un mistero per tutti coloro che fin dal mattino ti cercano. Grazie infinitamente, fa’ che la tua risurrezione e l’effetto della tua risurrezione rimangano nella tua Chiesa e nei cuori di coloro che ti servono, da ora e per sempre, amen. (Matta El Meskin, Grazie per la tua risurrezione).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 28 Aprile 2019ultima modifica: 2019-04-28T22:51:22+02:00da fraternidade
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