Giorno per giorno – 15 Settembre 2017

Carissimi,
“In quell’ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco il tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco la tua madre! E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 25-27). Compiuta la sua missione, nell’imminenza del ritorno al Padre, Gesù, affidando la madre al discepolo amato, disegna l’immagine della nuova comunità come sacramento-sogno di un’umanità, che rispecchi il progetto di Dio. La madre presso la croce è, dunque, nel contempo immagine di ogni madre che, dopo aver dato la vita e cresciuto il figlio – con cui il Figlio dell’uomo ha scelto di identificarsi – , se lo vede strappare e ne accompagna (quando le è consentito) il morire, e figura e vocazione della chiesa che custodisce, incarna e perpetua nella storia l’estremo lascito del Figlio di Dio, come consegna di sé nella forma del dono per la vita del mondo (mondo che è il suo, magari solo potenziale, discepolo, sempre comunque amato). Il nome Maria das Dores, Maria dei Dolori, per quanto possa sembrare di cattivo auspicio, è assai comune qui da noi, forse perché, da sempre, si vede riflessa in Maria l’esperienza di molte madri e si vuole (si vorrebbe) premunire le figlie contro la tentazione della disperazione, quando (Dio non lo permetta) un figlio fosse loro tolto. Stasera ci dicevamo che la chiesa è (dovrebbe essere) questo spazio, in cui si sente ogni figlio tolto come il proprio figlio, niente meno che il figlio di Dio, e dove le madri non sono abbandonate a se stesse. Ma avvolte in legami d’amore. Contro la volgarità dei tempi.

Oggi la Chiesa latina celebra la memoria della Beata Maria Vergine Addolorata.

Tale memoria è relativamente recente. Fu infatti Pio X, all’inizio del secolo scorso, che la inserì nel calendario romano in questa data e con questo nome. Essa affonda, comunque, le sue radici in una devozione popolare ai dolori della Vergine che sorse nel Medioevo e che si diffuse nei secoli successivi ad opera soprattutto dei frati Servi di Santa Maria. Ad essi la Sacra Congregazione dei Riti, nel 1668, concesse di celebrare la Messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine, cui seguì nel 1692 l’autorizzazione a celebrarne la memoria la terza domenica di settembre. Fu Pio VII, nel 1814, ad estenderla a tutta la Chiesa. Pio X ne fissò la data definitiva il 15 settembre, a ridosso della Festa dell’Esaltazione della Croce.

Noi facciamo anche memoria di Don Pino Puglisi, martire della solidarietà con le vittime della mafia; di Arturo Hillerns, medico e martire al servizio dei poveri in Cile; e delle Martiri Battiste di Birmingham, vittime dell’odio razziale negli USA.

Giuseppe Puglisi, nato a Palermo il 15 settembre 1937, era entrato in seminario nel 1953 e fu ordinato presbitero il 2 luglio 1960. Sin dai primi anni della sua attività pastorale, ovunque si trovasse ad operare – nelle parrocchie di borgata, a scuola come professore, all’orfanatrofio come cappellano, in seminario, o nei diversi movimenti ecclesiali che si trovò ad animare – mostrò sempre interesse e passione per le problematiche giovanili e per quelle attinenti alla situazione di degrado e di emarginazione dei quartieri più poveri della città. Nominato nel 1990 parroco al Brancaccio, il quartiere con la più alta densità mafiosa del palermitano, si pose con ancora maggior determinazione l’obiettivo di sottarre i giovani alla strada e alla cultura della mafia e della violenza. Inaugurò a tal fine il centro “Padre Nostro”, che divenne subito un importante punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. All’amore riconoscente della sua gente si aggiunse, com’era purtroppo scontato, l’odio del potere mafioso per l’opera di evangelizzazione e di formazione delle coscienze e per l’impegno preferenziale per gli ultimi che lo caratterizzavano. Quel potere lo uccise il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993.

Arturo Enrique Hillerns Larrañaga era un medico cileno, nato il 16 dicembre 1943, sposato e padre di un bimbo di quattro mesi, quando, il 15 settembre 1973, alle due di notte, fu sequestrato da venti agenti del Secondo Commissariato di Temuco, nella sua casa a Puerto Saavedra, a 600 chilometri a sud di Santiago, dove era direttore di zona del Servizio Nazionale di Salute. Da studente era stato Presidente diocesano dell’Associazione Universitaria Cattolica (UAC), e organizzava servizi medici per i contadini e gli indigeni delle zone rurali. Di lui una collega di lavoro diceva: “Per Arturo la fede cristiana non era una formula, né un rito, ma un impegno di servizio agli altri, senza limiti” e un altro sosteneva: “Arturo si segnalava per la sua dedizione, la sua capacità di ascolto, per l’affetto e la simpatia che trasmetteva”. Da quella notte, di Arturo non si seppe piu nulla.

La mattina del 15 settembre 1963, fu lanciata una bomba nella Scuola domenicale della Chiesa Battista, situata nella 16ª Strada a Birmingham, Alabama. Quattro bambine caddero vittime di questa brutale atrocità: Denise McNair, di 11 anni, Carole Robertson, Cynthia Wesley e Addie Mae Collins, tutte quattordicenni. Il tragico avvenimento aprì gli occhi al popolo degli Usa sulla realtà del razzismo ancora presente in quel paese.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della memoria della Madre Addolorata e sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap.5, 7-9; Salmo 31; Vangelo di Giovanni, cap.19, 25-27.

La preghiera del Venerdì è in comunione con la Umma islamica, che confessa l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Oggi ricordiamo anche l’anniversario della nascita di Charles de Foucauld, che da tempo rappresenta anche per noi una figura importante di riferimento. Lo viviamo in comunione con tutte le fraternità che dalla sua intuizione hanno avuto origine e che vivono la sua stessa spiritualità di Nazareth, in special modo, Ivo e i fratelli di Spello. E, prendendo spunto da tale ricorrenza, cediamo a fratel Carlo, nel congedarci, la parola, offrendovi in lettura una sua meditazione. La troviamo nel sito delle Discepole del Vangelo, una comunità che appartiene alla famiglia spirituale di Charles de Foucauld, ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“In quei giorni, Maria partì e si recò in fretta verso un alto paese, in una città di Giuda” (Lc 1,39). Appena incarnato ispiro a mia madre di portarmi alla casa in cui sta per nascere Giovanni, al fine di santificarla prima della sua nascita… Mi sono donato al mondo per la sua salvezza nell’incarnazione… Anche prima di nascere lavoro a questa opera, la santificazione degli uomini… e spingo mia madre a lavorarvi con me… Non è solo lei che spingo a lavorare, a santificare gli altri, non appena mi posseggono è a tutte le altre anime alle quali mi dono… Un giorno dirò ai miei apostoli: predicate; e darò loro la loro missione e traccerò le loro regole… Qui dico alle altre anime, a tutte quelle che mi possiedono e che vivono nascoste, che mi possiedono ma che non hanno ricevuto la missione per predicare, dico loro, di santificare le anime portandomi tra di loro in silenzio: alle anime del silenzio, della vita nascosta, che vivono lontano dal mondo nella solitudine (do qui la loro missione e la loro regola, e) dico loro: tutte, tutte, lavorate alla santificazione del mondo, lavoratevi come mia madre; senza parola, in silenzio, andate a stabilire i vostri pii ritiri in mezzo a quelli che non mi conoscono: portatemi tra di loro stabilendovi un Altare, un Tabernacolo, e portatevi il Vangelo non predicandolo con la bocca ma predicandolo con l’esempio, non annunciandolo ma vivendolo: santificate il mondo, portatemi al mondo, anime pie, anime nascoste e silenziose come Maria mi ha portato a Giovanni: (ispirandole la visitazione, dono a tutti voi l’ispirazione che deve spingervi, donandole la sua missione, dono a tutti voi la vostra). (Charles de Foucauld, Santificate il mondo, portatemi al mondo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 15 Settembre 2017ultima modifica: 2017-09-15T22:01:42+02:00da fraternidade
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