Giorno per giorno – 11 Gennaio 2017

Carissimi,
“Al mattino presto Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: Tutti ti cercano! Egli disse loro: Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!” (Mc 1, 35-38). Venuto via dalla sinagoga, Gesù era stato a casa di Simon Pietro, dove ne aveva guarito la suocera. Il tempo per lei di servir loro uno spuntino e già, subito dopo il tramonto, trascorso il sabato e venuto meno l’obbligo del riposo, la gente si accalca alla porta, portando malati e variamente disturbati, perché Gesù li guarisca. Lui, pazientemente, si prende cura di tutti. Poi, neppure il tempo di riposare le ossa, la preghiera lo chiama, quando ancora è buio. Questa doveva essere la giornata tipo di Gesù. Logico che, sul far del giorno, già altri, molti altri, accorressero: “Tutti ti cercano” dice infatti Pietro. Che è tutto quello che il nostro io si aspetterebbe, per celebrare i suoi trionfi. Lui, invece, ancora una volta, lascia spiazzati i discepoli. E dice loro: andiamo a predicare altrove. Instancabilmente. “Per questo infatti sono venuto”. Noi siamo invece spesso così stanchi, ancor prima di cominciare. Poi ci si lamenta che non ci vengano più a cercare. E trovino altrove ciò che si aspettavano da noi: ascolto, accoglienza, cura, il prendersi a cuore, il lenire il male. Che può sgorgare, e poi moltiplicarsi, solo dalla preghiera, dalla nostra intimità con Dio.

Oggi noi si fa anche memoria di Ammon Hennacy, anarchico di Dio, e di Lambert Beauduin, fondatore di Chevetogne e testimone di ecumenismo.

Ammon Hennacy era nato il 24 luglio 1893. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, rifiutò di rispondere alla chiamata alle armi. Fu per questo condannato a cinque anni di prigione, di cui ne scontò due, metà dei quali in regime di isolamento. Lì, leggendo solo la Bibbia, si convertì, riconoscendo in Gesù Cristo e nella sua proposta della conversione del cuore l’unica vera rivoluzione. Scelse di vivere poveramente, come bracciante agricolo, guadagnando sempre al di sotto del minimo imponibile, per non pagare quelle tasse che servono spesso per finanziare l’industria della guerra. Conobbe Dorothy Day e il suo movimento del Catholic Worker, cui aderì e, il 17 novembre 1952, si fece anche battezzare. Più tardi, tuttavia, non riuscendo a convivere con ipocrisie e compromessi di molti esponenti della gerarchia e della vita ecclesiastica, preferì allontanarsi, continuando come “cristiano senza chiesa”, fedele all’evangelo di Gesù e alla lotta non-violenta a favore della vita. Dorothy Day che soffrì molto per il suo allontamento dalla Chiesa, riconobbe tuttavia che “egli fu il più ascetico, colui che lavorò più duramente, il più dedito alla causa dei poveri e degli oppressi di tutti coloro che abbiamo conosciuto. Egli fu un’ispirazione e nello stesso tempo un rimprovero per tutti noi”. Morì l’11 gennaio 1970.

Lambert Beauduin nacque a Rousoux-lès-Waremme (Belgio), nel 1873. Ordinato prete nel 1897, si occupò per alcuni anni della cura pastorale dei lavoratori. Maturata in lui la vocazione monastica, entrò, nel 1906, nell’abbazia benedettina di Mont-César a Lovanio. Pastore di profonda sensibilità liturgica, si sentì presto investito della missione di restituire la liturgia al popolo di Dio, dedicandosi alla riflessione e allo studio dei temi che sarebbero divenuti i cavalli di battaglia del nascente “movimento liturgico”, al fine di superare la distanza creatasi lungo i secoli tra il culto della chiesa e la vita quotidiana della gente. Organizzò, a partire dal 1909, le settimane liturgiche annuali, fondò il periodico La vie liturgique, stilò nel 1914 il manifesto del movimento liturgico, La pieté de l’Eglise, e, nel 1921, si trasferì a Roma, per insegnarvi teologia. In quella città, il desiderio di approfondire la conoscenza della liturgia orientale, lo portò all’incontro con le Chiese d’oriente. Rispondendo a un desiderio di Pio XI, fondò nel 1925, ad Amay-sur-Meuse, il Monastero dell’Unione che, nel 1939, si trasferirà a Chevetogne. L’intenzione era quella di favorire la comunione e l’unità tra le Chiese, secondo una formulazione, che, all’epoca gli valse l’esilio e la condanna ecclesiastica: “Le chiese unite a Roma e non assorbite da Roma”. Trasferito all’abbazia di En-Calcat, in Francia, fece ritorno a Chevetogne solo nel 1951. Nell’immediato dopoguerra strinse una profonda amicizia con mons. Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, che di lui ebbe a dire: “L’unico vero metodo di lavoro al fine di riunificare le Chiese è quello di dom Beauduin”. L’anziano monaco si spense nella sua abbazia, l’11 gennaio 1960.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap. 2, 14-18; Salmo 105; Vangelo di Marco, cap.1, 29-39.

La preghiera del mercoledì è in comunione con i “cercatori dell’Assoluto” lungo i cammini che portano all’impegno per la Pace, la Giustizia, la Fraternità tra i popoli.

E, per stasera, è quanto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una pagina di Ammon Hennacy, tratta dal suo libro “Autobiography of a Catholic Anarchist” (Catholic Worker Books), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Leggendo le mie idee sulla religione, come le avevo scritte il 31 agosto 1951, in prospettiva cattolica, naturalmente ho scoperto che, oggi, avrei posto un accento molto diverso. Ma tutte le critiche mosse allora alle pie frodi delle chiese reggono. Così come tutte le idee veramente religiose ed etiche mi sembrano tuttora valide. Passando in rassegna le mie idee, porrò dapprima ciò che ho pensato nel 1951 e subito dopo quello che credo ora. “Tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio”. Naturalmente, se ho creduto allora in questa verità, la credo doppiamente ora. DIO, o il Bene, come preferisco scriverlo, è l’unica vera forza che esiste. È reale solo ciò che è eterno; il male è temporale e sconfigge se stesso. Nonostante tutte le Chiese e le preghiere, pochissime persone credono davvero in Dio, perché se si crede in una cosa, allora si deve agire come la si crede. In caso contrario, se ne sta solo parlando. La maggior parte delle persone credono più nel potere del male perché non hanno fiducia in Dio, ma ripongono la loro fiducia nel governo, nelle assicurazioni, nei politici, nella medicina, la guerra e in tutto fuorché in Dio. (1951) Dio, naturalmente, è supremo, anche se può sembrare che sia il diavolo a governare il mondo, compresa la maggioranza delle chiese. È sciocco assumere un atteggiamento da Pollyanna come se il male non esistesse. Lavorare con esso contro il bene è anche peggio. Io sento che l’azione positiva che si dispiega nel “vivere la vita” è più importante che chiamarne i nomi. Ho la sensazione che il sistema di violenza stia cadendo a pezzi e quelli di noi che credono diversamente hanno bisogno di “mantenere la torcia accesa”, come si suol dire, in modo che ci sia qualche speranza. Quando il male si aggiunge al male distrugge se stesso; ci saranno quelli di noi che verranno in aiuto con quella vera forza, che è Dio, e saranno i Suoi strumenti. (1953). (Ammon Hennacy, Autobiography of a Catholic Anarchist).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 11 Gennaio 2017ultima modifica: 2017-01-11T22:44:46+01:00da fraternidade
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