Giorno per giorno – 03 Gennaio 2017

Carissimi,
“Giovanni testimoniò dicendo: Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1, 32-34). Questa è la testimonianza di Giovanni che è proposta – tra molte altre – alla nostra fede. Senza altra prova che la sua/loro parola. Ora, sappiamo noi vedere Dio nell’agire di Gesù che scende nelle acque in totale solidarietà con i peccatori, complici e vittime del peccato del Sistema-mondo? Che sarebbe come dire: accetto di morire con loro, perché possano con fiducia credere di poter rinascere a nuova vita con me. Vallo a raccontare ai benpensanti (inclusi sedicenti cristiani) che, commentando il massacro dei giorni scorsi nel carcere di Manaus, se ne sono usciti con frasi del tipo: ce ne vorrebbe uno alla settimana o anche di più. In realtà, sono costoro gli atei più coerenti e conseguenti. Assai più di quelli che perdono tempo a portare prove filosofiche dell’inesistenza di Dio. Noi, sappiamo noi, invece che puntare il dito accusatore sugli altri, farci carico, con l’agnello/servo/figlio di Dio, del peccato del mondo, per liberarne noi e gli altri, e lasciarci così trasformare, da lupi che siamo, in agnelli/servi/figli di Dio, e inaugurarne così il Regno?

Il calendario latinoamericano ci porta oggi le memorie di Diego Quic, martire in Guatemala e mons. Antulio Parrilla-Bonilla, pastore a difesa della pace e dei diritti umani.

Diego Quic era catechista nella parrocchia di Santiago Atitlan, nel Dipartimento di Sololá, in Guatemala. Di fronte alle ingiustizie e alle sofferenze di cui era vittima la sua gente, seppe operare per far crescere nella comunità cristiana l’impegno a favore dei poveri, delle loro lotte e aspirazioni. Il 3 dicembre 1981, a pochi metri dalla parrocchia, sei uomini armati lo fermarono, lo picchiarono brutalmente e lo caricarono a forza su una Toyota. Ad un chilometro di distanza, un veicolo incrociò la vettura e i suoi occupanti udirono le grida di aiuto di Diego. Giunti in città avvisarono la polizia, che rispose comunque di non aver strumenti per intervenire. Del catechista non si seppe più nulla.

Antulio Parrilla-Bonilla era nato il 6 gennaio 1919 a San Lorenzo (Portorico) in una famiglia di quindici figli. Giovanissimo aveva aderito agli ideali del movimento indipendentista. Dopo un’esperienza lavorativa in un’industria zuccheriera, si era iscritto all’università, ma al terzo anno era stato chiamato alle armi dall’esercito Usa. Fu inviato a Panama, dove rimase fino al 1946. A 27 anni decise di diventare prete. Fu ordinato nel 1952. Nel 1957 entrò in noviziato dai gesuiti all’Avana. Raccontava che i primi contatti con la rivoluzione di Fidel Castro consistettero nel confessare i ribelli che scendevano dalle montagne e nel celebrare messa per loro in qualche posto militare. Dopo la professione religiosa passò quasi due anni tra i portoricani di New York, alla “Nativity Mission”. Ritornato a Portorico, nel 1960, fu nominato direttore dell’Azione Cattolica e accompagnò la creazione di innumerevoli cooperative di contadini poveri. Nel 1965 fu consacrato vescovo. Si impegnò in prima persona contro la coscrizione obbligatoria, il militarismo, la guerra in Vietnam, l’utilizzo dell’isola di Vieques per esercitazioni militari, come terreno di tiro e sperimentazione di bombe, missili e altre armi da parte della marina americana, e a favore dell’indipendenza di Portorico dagli Stati Uniti. Progressivamente emarginato dalla gerarchia, mons. Parrilla prese a svolgere le funzioni di curato nella parrocchia di un prete, suo antico compagno di seminario. Concedendosi il lusso di parlare e, nel caso, di manifestare sempre liberamente. Nell’ultimo libro che scrisse, una serie di riflessioni spirituali sul santuario di Nostra Signora di Hormigueros, in cui dava voce alla sua devozione politica per la causa dell’indipendenza del suo popolo e alla preoccupazione spirituale per la sua redenzione, scrisse: “La croce che corona la cupola del santuario, in cima alla torre, ci ricorda che è attraverso la croce che andiamo al cielo e che, senza di essa, non c’è salvezza”. Morì di attacco cardiaco a 75 anni, il 3 gennaio 1994.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap.2, 29- 3,6; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.1, 29-34.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura il passo di un discorso pronunciato da Mons. Antulio Parrilla, durante uma grande manifestazione a carattere ecumenico per protestare contro gli arresti arbitrari avvenuta nelle dimostrazioni contro l’utilizzo delle isole-municipio di Vieques e Culebra per le manovre militari della flotta atlantica. Nel suo discorso, Mons. Parrilla disingue tra il nazionalismo imperialista e il nazionalismo liberatore dei portoricani e afferma l’impossibilità di definire cristiano il primo. La citazione è tratta dal saggio di Samuel Silva Gotay, che ha come titolo “Desarrollo de la dimensión religiosa del nacionalismo en Puerto Rico: 1898-1989” (Universidad de Puerto Rico) ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Questi oppressori non sono cristiani, né li si può considerare cristiani. Vivono all’opposto del discorso della montagna, anche se sono politici, uomini ricchi, tecnocrati o ecclesiastici di qualsiasi convinzione religiosa che pretendono di esserlo. Vivono all’interno del mondo fatuo dell’ipocrisia, al riparo di strutture religiose temporali, che sono in un tale grado di declino e di irrilevanza, da non sopportare più la scossa finale delle nuove generazioni, che grazie a Dio, non credono più nei canti di sirena della doppiezza istituzionalizzata ecclesiale e meno ancora statale, e che si sforzano con sincerità di scoprire la vera Chiesa di Cristo e un ordine sociale, politico ed economico umano e liberatore” (Mons. Antulio Parrilla Bonilla, in Samuel Silva Gotay, Desarrollo de la dimensión religiosa del nacionalismo en Puerto Rico: 1898-1989).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 03 Gennaio 2017ultima modifica: 2017-01-03T21:53:58+01:00da fraternidade
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