Giorno per giorno – 08 Novembre 2016

Carissimi,
“Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?” (Lc 17, 7-9). Stasera, con la comunità “Evangelho é Vida”, ci si è trovati a casa di Luciana e dei suoi e, per l’allegria di tutti, si sono aggiunti Rafael, Laura, Anna Luisa e João Gabriel, arrivati freschi da Santa Fé de Goiás (dove ora abitano), per passare qui il mese di ferie. Vangelo, a prima vista, di non facilissima lettura, quello di oggi, in cui Gesù ci mette davanti, con una certa crudezza, le relazioni di dominio (padroni-servi) che conosce e vive il sistema-mondo e che ci si offrono come oggetto del desiderio (essere i primi), o come rassegnazione alla condanna (il destino degli ultimi), e poi lancia il suo invito a trasformarle in uno spazio di fraternità nella dimensione del servizio gratuito e disinteressato. Senza recriminazioni, perciò, senza tenere la contabilità di chi ha dato di più. Perché Dio, per primo è così (e ce l’ha mostrato bene in Gesù, se crediamo davvero che egli sia l’immagine del Dio invisibile). Dio che continuamente dona, senza esigere nulla in cambio: Dio-servo, sempre al lavoro, senza ricompensa. L’Eucaristia, è iniziativa nostra, per dire grazie, in qualche modo, a Dio, che si è dato nel Figlio e in ogni evento che testimonia il dono, e promettere che cercheremo anche noi di darci ai fratelli senza esigere nulla, avendoci Lui insegnato come si fa. Noi abbiamo coscienza di non averlo ancora imparato dopo duemila anni. Ma continueremo a farne memoria, per sentirci “gratuitamente” da Lui serviti, amati, perdonati e ogni volta incoraggiati a tentare di nuovo. Fino a che ci verrà a prendere.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, mistico islamico.

Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, detto Muhyi ed-Din (Vivificatore della Religione) era nato a Murcia, in Spagna, il 27 luglio 1165 (17 Ramamdan del 560, secondo il calendario egiriano), quando l’Andalusia era ancora sotto dominio islamico (lo era ormai da 450 anni). A otto anni, con la famiglia si trasferì a Siviglia, dove visse per i successivi ventisette anni. A 16 anni, secondo quanto lui stesso racconterà, la visione di Mosè, Gesù e Mohammed lo portò a decidere di intrapprendere il cammino di una vita tutta rivolta a Dio. Dopo un incontro con il filosofo Ibn Rushd (Averroè) a Cordova, cominciò a studiare seriamente il Corano e gli Hadith (i Detti e Fatti del Profeta), frequentando nel contempo molti maestri spirituali, uomini e donne. Ebbe, durante tutta la vita, numerose esperienze mistiche, visioni e rivelazioni. Nel 1193, un soggiorno a Tunisi segnò una tappa ulteriore della sua esperienza spirituale. Tornato a Siviglia, la descrisse nel suo primo libro Mashahid al-asrar (Contemplazione dei Santi Misteri). Nel 1204 al-‘Arabi si trasferì a Malatya, in Turchia, dove si sposò, ed ebbe almeno due figli e una figlia. Nel 1211, durante un pellegrinaggio alla Mecca, cominciò la stesura del suo poema più famoso “Tarjumân al-Ashwâq” (L’interprete delle passioni). Poi, a partire dal 1223, si stabilì a Damasco, dove continuò a scrivere e a insegnare a un gran numero di discepoli, molti dei quali sarebbero divenuti a loro volta sufi famosi. Tra loro ci fu Shams-i-Tabrizi, il maestro di Jalaluddin Rumi. Nel 1229 una visione gli mostrò il profeta Mohammed che gli porgeva il Fusus al-Hikam (il Castone della Saggezza), il libro in cui il nostro raccoglierà la quintessenza dei suoi insegnamenti. Negli anni successivi si dedicò a stendere la monumentale Futuhat al-Makkiyya (Rivelazioni Meccane): 560 capitoli dedicati ad ogni aspetto della vita spirituale. Compilò anche una vasta collezione di poesie, raccolte nel volume Diwan. Morì il 9 novembre 1240 (il 22 del mese di Rabi’ II del 638 anno dell’Egira) all’età di 75 anni, lasciando ai discepoli un’enorme quantità di scritti e di insegnamenti spirituali.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera a Tito, cap.2, 1-8.11-14; Salmo 37; Vangelo di Luca, cap.17, 7-10.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

È tutto, per stasera. Noi ci congediamo qui, lasciandovi ad una citazione di Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, che troviamo in rete, tratta dal suo “Testament on the Mantle of Initiation”. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Combattete ogni ingiustizia; migliorate le vostre abitudini alimentari; sforzatevi di superare ogni discordia, perché Dio riunirà i Suoi servi nel Giorno della Resurrezione; lasciate cadere ogni sospetto, ma siate sempre prudenti. Temete solo [il Giudizio di] Dio. E abbiate amore e odio solo per [ciò che vi suggerisce] l’amore di Lui. […] Piangete molto [per l’amore di Dio]; pregate Dio e supplicatelo, notte e giorno; fuggite dalle comodità; umiliatevi davanti a Dio in ogni circostanza. Egli sia lodato! Guardatevi dalla tristezza eccessiva e dal perdere la vita rimuginando il debito accumulato nei confronti del Sommo Benefattore per tutto ciò che vi ha dato. Aspirate a Dio in ogni circostanza. Aiutatevi a vicenda nella pietà e nel timore di Dio. Sostenete gli oppressi e rispondete a quanti vi chiamano in aiuto. Soccorrete chi sta soffrendo e alleviate il dolore di chi è afflitto. Digiunate durante il giorno e alzatevi a pregare di notte e se c’è da passare l’intera notte in preghiera, è anche meglio. Ricordatevi dei morti e visitate le loro tombe, evitando ogni maldicenza. Dite parole di benedizione durante i cortei funebri. Consolate gli orfani, visitate i malati, date genersosamente ai poveri, e amate coloro che sono buoni. Ricordate continuamente [i Nomi di Dio] e temete [Lui solo]. Che la vostra anima tenga rigoroso conto delle sue azioni, esterne ed interne. Familiarizzatevi intimamente con la Parola di Dio. Cogliete la saggezza dalle parole di chiunque vi parli, dall’osservazione di tutto ciò che vedete. Sopportate pazientemente i giudizi di Dio – perche, in verità, siete davanti ai suoi occhi, l’ha dichiarato a voi: “Aspettate pazientemente il giudizio del vostro Signore, poiché siete davanti ai nostri occhi”. Date la preferenza e la vostro piena attenzione ai comandi e alle cose di Dio. Usate tutta la vostra forza per soddisfare le condizioni dell’amore di Dio e la sua accettazione. Siate contenti del Decreto divino. Non necessariamente di ogni singola cosa che abbia decretato, ma, piuttosto, del Decreto in se stesso e ricevete con gioia ogni cosa vi venga da Lui (che Egli sia lodato). (Ibn al-Arabi, Testament on the Mantle of Initiation).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Novembre 2016ultima modifica: 2016-11-08T22:14:07+01:00da fraternidade
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