Giorno per giorno – 05 Ottobre 2016

Carissimi,
“Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione” (Lc 11, 2-4).Il vangelo di oggi è la preghiera che si recita ogni giorno, e più di una volta al giorno (nella versione che ne dà Matteo). E, il più delle volte, senza pensare troppo su a cosa significhi, e quindi con una certa superficialità. Stasera, ci dicevamo che ogni sua espressione può voler dire cose differenti, a seconda dell’esperienza di ciascuno. Già dalla prima parola, l’immagine che può venire alla mente è quella del padre che abbiamo (o non abbiamo) avuto: il padre che ci ha seminati e se n’è andato, il padre severo e castigatore, il padre che era più un fratello o un amico, con cui poter scherzare. A quale di queste figure (o a qual altra) ci rivolgiamo in preghiera? Gesù, quando ci ha insegnato a pregare, ci parlava, senza saperlo di sé, tanto era (come si dovrebbe essere anche noi), immagine di quel Padre. Dio è il Padre misericordioso (rahamim, con viscere di madre), perciò materno, matrice di tutto, che ci porta alla vita e ci educa alla libertà (io sono il Dio che ti ha liberato dalla schiavitù: non avrai altro dio. È la prima e fondamentale parola della rivelazione del Sinai). Ogni dio che ci volesse schiavi, anche di se stesso, sarebbe un idolo che va rinnegato. Detto questo, ogni altra richiesta è sua diretta conseguenza. Che egli faccia di noi (come ha fatto di Gesù) il luogo della santificazione del suo Nome, perché, singolarmente e tutti insieme, ricettacoli e distributori di misericordia, strumenti di liberazione; testimoni del Regno che viene, tal quale è stato, insuperabilmente, incarnato da Gesù, e che si manifesta nella condivisione del pane fra tutti, resi noi stessi pane; nell’essere canali di perdono, ogni volta, ostinatamente, ricevuto e dato; nell’uscire vittoriosi nella prova contro ciò che ci vuole ridurre in schiavitù. E così sia, perciò, ogni giorno.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Annalena Tonelli, missionaria e martire in Africa.

Annalena Tonelli era nata a Forlì il 2 aprile 1943 ed era cresciuta alimentando in sé il desiderio di donarsi agli altri. Laureata in Giurisprudenza a Bologna, si era formata nell’Azione cattolica, divenendo dirigente degli universitari cattolici. Il desiderio di operare concretamente e in prima persona a servizio degli ultimi, la portò a studiare terapia e profilassi delle malattie tropicali e dell’hanseniasi, in Spagna e in Inghilterra. Poi, all’inizio del 1969, era partita alla volta del Kenia, insediandosi nella regione al confine con la Somalia, per dedicarsi ai nomadi del deserto e ai rifugiati somali. Espulsa dal Kenia, si era trasferita in Somalia, prima a Merka e poi nel 1996 a Borama, dove fondò un ospedale per tubercolotici e ammalati di AIDS e una scuola per bambini sordi e disabili. Nell’aprile 2003, per questa sua opera, aveva ricevuto dall’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati il premio Nansen. Il 5 ottobre dello stesso anno, domenica sera, due sconosciuti penetrati nella casetta in cui abitava a fianco dell’ospedale, le spararono, uccidendola. Il suo corpo è sepolto tra la sua gente.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Galati, cap.2, 1-2.7-14; Salmo 117; Vangelo di Luca, cap.11, 1-4.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti, lungo i cammini più diversi, perseguono un mondo di giustizia, fraternità e pace.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Annalena Tonelli, tratta dal ricordo tratteggiato da Maria Teresa Battistini, in un incontro, svoltosi con il titolo “Annelena Tonelli: la verità della nonviolenza” presso la Comunità parrocchiale di S. Stefano a Paterno, frazione di Bagno a Ripoli (Firenze), in occasione della Giornata della Pace, l’11 gennaio 2009. Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Di fronte ad un brandello di umanità ferita niente più conta: non c’è interesse, non c’è esigenza della carne, non c’è stanchezza della carne, non c’è agonia di realizzazione del mio ‘io’ che conti… Nulla conta… conta solo quel brandello di umanità senza bellezza, senza dignità, senza attrattiva di sorta… solo quello conta ai miei occhi ed al mio cuore…. Ogni giorno lo sento parte viva di me, essenziale, senza cui il mio esistere non avrebbe significato. Questo è il mio pane… io non ho mai desiderato altra vita che di essere spezzata per gli altri, di dare la vita per tutti, e tutti sono miei amici anche i nemici. Non ho il timore di dirlo perché questa è la verità della mia vita… È un popolo incredibile, ma sicuramente più incredibile è che io voglia amarlo, servirlo, rimanere fino alla morte, se Dio concede. (Annelena Tonelli, cit. in Maria Teresa Battistini, Annelena Tonelli: la verità della nonviolenza).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Ottobre 2016ultima modifica: 2016-10-05T22:54:39+02:00da fraternidade
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Un pensiero su “Giorno per giorno – 05 Ottobre 2016

  1. Carissimi Fratelli e Sorelle della Comunità del Bairro,
    grazie per il vostro Giorno per Giorno sempre puntuale nel sostenermi nella difficoltà e nei momenti più…Sereni!
    Leggere, per esempio, di Annalena Tonelli mi dà il coraggio di andare avanti, appunto, giorno per giorno pur se nelle piccole cose e non facendo niente di straordinario come lei ha vissuto.
    Buon Cammino per tutto!

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