Giorno per giorno – 15 Novembre 2014

Carissimi,
“Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 7-8). Nel vangelo di oggi, Gesù raccontava una parabola sulla preghiera e sulla necessità di pregare senza stancarsi. E metteva in campo una povera vedova, vittima di un’ingiustizia, che si reca dall’unico giudice della città, che sa ingiusto e forse persino corrotto, per avere giustizia. E dai oggi, dai domani, alla fine, la vedova, l’ebbe vinta. La sua paziente cocciutaggine ebbe ragione dell’insofferente riluttanza dell’altro. Strane parabole che s’inventava Gesù. Per dire che il Padre è almeno almeno un po’ meglio di un giudice ingiusto. Altrove aveva detto che è meglio anche di noi che, anche se siamo cattivi, a volte si riesce a combinare qualcosa di buono. E questo è già una consolazione Pregare. Pregare, ci dicevamo stasera, è più che chiedere qualcosa per noi, come si è abituati a pensare, è stare con Dio. E il suo stare con noi. E, a forza di stare insieme, qualcosa, a volte faticosamente, altre meno, viene cambiando. Gli orizzonti si allargano, fino a che quasi ci si dimentica di noi stessi. E, provando a cambiare prospettiva, potremmo immaginare che la vedova della parabola fosse per una volta Dio e il giudice ingiusto noi. A cui Lui viene a sottoporre il suo caso. Che è l’ingiustizia del mondo. E Lui, batti e ribatti alla nostra porta, lo fa tutti i giorni con il suo Vangelo, riuscirà a vincere la nostra ignavia? Riuscirà a non perdere la fede in noi, che così spesso abbiamo perso la fede in Lui?

Oggi facciamo memoria di Vinoba Bhave, maestro della lotta non-violenta.

Di casta braminica, Vinayak Bhave, detto Vinoba, nacque l’11 settembre 1895, nel villaggio di Gagoda, in India. L’incontro con Gandhi, il 7 giugno 1916, cambiò il corso della sua vita ed egli cominciò a partecipare con entusiasmo alle attività dell’ashram di Gandhi e del movimento di indipendenza. Dopo l’assassinio di Gandhi, i discepoli del Mahatma si riunirono, nel marzo 1948 per approfondire le forme di lotta popolare non-violenta. Fu lanciato il movimento Bhoodan (Dono della terra), che mirava alla distribuzione della terra tra gli “harijans”, i paria senza-terra dell’India. Altri movimenti vennero poi per affermare il diritto di tutti alla salute, al lavoro, alle ricchezze, alla pace, alla vita. Per tredici anni, dal 12 settembre 1951 al 10 aprile 1964, Vinoba viaggiò attraverso l’India intera, mobilitando la gente, tentando di convincerla ad abbattere ogni barriera di casta, classe, lingua e religione. Il 7 giugno 1966, cinquant’anni dopo l’incontro con Gandhi, Vinoba lasciò le attività più esteriori per dedicarsi ad una forma più nascosta di azione spirituale. Morì il 15 novembre 1982 nel suo ashram di Paunar. Di sé ebbe a dire: “Sono un uomo che appartiene a un mondo diverso da questo. Perché pretendo di essere mosso solo dall’amore. È ciò che sento ad ogni momento”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
3ª Lettera di Giovanni, 5-8; Salmo 112; Vangelo di Luca, cap.18, 1-8.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Oggi, da noi, è l’Anniversario della Repubblica. Il 15 novembre 1889, il maresciallo Deodoro da Fonseca la proclamò con un golpe militare che, ponendo fine ai timidi tentativi riformisti dell’Impero, consegnò il Paese ad un’alleanza tra borghesia arraffona, latifondisti che non perdonavano l’abolizione della schiavitù, e militari scontenti. Non è gran cosa da festeggiare, ma è pur sempre l’occasione per un giorno di riposo.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Vinoba Bhave, tratta dall’ampia antologia del suo pensiero, uscita con il titolo “Selections from Vinoba” (Nacional Gandhi Museum & Gyan Publishing House). Ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Per me è un articolo di fede che l’uomo moderno debba raggiungere, al più presto, uno stato adulto, quando egli non dovrà piu uccidere nessuna creatura di Dio per cibarsene o per sport, quando non considererà più nessun essere vivente come suo alimento. L’umanità deve giungere infatti presto alla conclusione che il cibo vegetariano è per l’uomo il cibo migliore, per consentirgli di disfarsi della bestia che è in lui. Sono tuttavia consapevole del fatto che oggi nel mondo non vi sia ancora una sufficiente disponibilità di alimenti vegetariani. Ciò nonostante, sono dell’avviso che la riforma sia essenziale per l’evoluzione e il perfezionamento dell’uomo e per l’unità della ricerca religiosa e spirituale di tutta l’umanità. (Selections from Vinoba,1156).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 15 Novembre 2014ultima modifica: 2014-11-15T22:47:39+01:00da fraternidade
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