Giorno per giorno – 19 Settembre 2014

Carissimi,
“C’erano con Gesù i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni” (Lc 8, 2-3). Di tre delle donne che facevano parte del seguito di Gesù, l’evangelista si preoccupa di citare il nome, e sono quelle “guarite da spiriti cattivi e da infermità”; delle “molte altre”di cui dice, non sappiamo nulla, salvo il fatto che “servivano coi loro beni” la piccola comunità itinerante. Indipendentemente dal giudizio che si possa dare sulla condizione generale della donna in seno alla società giudaica del tempo, forse troppo sommariamente liquidata come di inferiorità e discriminazione, mentre altri ne affermano, se non la superiorità, almeno l’uguaglianza in termini di valore, per quanto essa si vedesse preclusi determinati ambiti di attività, è certo che Gesù innova radicalmente rispetto alla prassi rabbinica. E se, nelle folle che lo seguivano, alcune annotazioni degli evangelisti lasciano intendere che, almeno a volte, il numero delle donne fosse davvero grande (“senza contare le donne e i bambini”), il che permette almeno di non pensarle confinate sistematicamente in casa, come spesso si continua a far credere, la loro presenza numerosa anche nella più stretta cerchia dei discepoli risultava essere del tutto fuori dalla norma. Stasera, nella chiesetta dell’Aparecida, ci dicevamo che i vangeli insistono a presentarci una comunità con i tratti e i valori tipici di una cultura femminile: quella basata sull’ascolto, l’accoglienza, la collaborazione, il servizio, la generosità, il dono di sé, come anche la gioia e la festa. Poi, nel corso del tempo, spesso, la chiesa ha fatto suoi i valori contrari, tipici di una cultura al maschile, in cui uomini e donne, dimenticando che la chiesa è “comunità di servizio” a Dio e al mondo, si fanno guerra per conservare o conquistare il potere. Eppure Gesù aveva detto: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22, 27). Sperava che noi si imparasse la lezione, ma, evidentemente, non siamo ancora stati guariti dagli spiriti cattivi che ci abitano. Come invece era successo a Maria, Giovanna e Susanna.

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi le memorie di Yolanda Céron, religiosa martire della giustizia e della solidarietà in Colombia, e di Al-‘Arabī ad-Darqāwī, mistico musulmano.

Yolanda Cerón era una religiosa della Congregazione della Compagnia di Maria. Era nata a Berruecos Nariño, e portava avanti da anni un’azione sistematica di denuncia della grave situazione dei diritti umani a Tumaco e dintorni (Dipartimento di Nariño, nel sudovest colombiano), sollecitando l’intervento di autorità locali, nazionali e internazionali perché si ponesse fine ad essa. Da otto anni era al servizio delle comunità indigene e afrocolombiane. A mezzogiorno del 19 settembre 2001, suor Yolanda fu uccisa con otto spari sulla porta della chiesa di Nostra Signora della Mercede. Il vescovo della città dichiarò: “Vediamo chiaramente che questo assassinio è una risposta alle azioni che la Diocesi ha intrapreso per la difesa dei diritti umani e le denunce per gli atti di violenza e di corruzione che quotidianamente si succedono in questa nostra terra”.

Lo sheikh Al-‘Arabī ad-Darqāwī nacque verso la metà del 18° secolo in un villaggio nei pressi di Fez, in Marocco. Poco più che ventenne incontrò colui che sarebbe divenuto il suo maestro spirituale, al-‘Imrâni al-Hassanî, noto come Sidi Ali al-Jamal, che, sconosciuto ai più, era tuttavia uno dei grandi punti di riferimento della confraternita shadhili nel Maghreb. Alla morte del maestro, Darqāwī gli succedette alla guida dell’ordine, che sarebbe arrivato a contare fino a quarantamila membri, sparsi in tutta l’Africa settentrionale. Per venticinque anni ad-Darqāwī e la sua famiglia vissero alla giornata, senza mai accantonare nessuna provvista per il giorno successivo, ma affidandosi senza riserve alla provvidenza di Dio, non diversamente dagli uccelli del cielo del detto evangelico. La sua fama e popolarità raggiunsero tali dimensioni che i governanti, impauriti, arrivarono ad imprigionarlo. Egli stesso racconta che un giorno, ad un discepolo che si lamentava con lui della persecuzione di cui era fatto oggetto, disse: Se desideri eliminare colui che ti opprime, uccidi il tuo io, perché, uccidendolo, eliminerai tutti i tuoi oppressori. Darqāwī morì nel 1823 nel villaggio di Bu Barih, sulle montagne a nord di Fez. La sua tomba è ancor oggi visitata da moltissimi pellegrini ed ogni anno vi si tiene una grande festa di ringraziamento.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera ai Corinzi, cap.15, 12-20; Salmo 17; Vangelo di Luca, cap.8, 1-3.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

È tutto, per stasera. Noi ci si vongeda qui, offrendovi in lettura una pagina di Al-‘Arabī ad-Darqāwī, tratta dal suo “Lettere di un maestro sufi” (SE). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se ami il tuo Signore, o faqîr, lascia il tuo ego e il mondo e gli uomini, tranne colui il cui stato ti elevi e che ti mostri Dio con le sue parole. Ma guai a te, guai a te che ti lasci ingannare, poiché vi sono molti che sembrano predicare per Dio, mentre predicano unicamente per i loro desideri. Il celebre santo seyyidi Abû as Shitâ – Iddio ci faccia beneficiare per mezzo suo – disse in proposito: “In nome di Dio, noi chiamiamo ‘mio signore’ o ‘figlio del mio signore’ solo chi taglia i nostri lacci”. Non ti è nascosto, o faqîr, che quanto rinserra l’uomo in questo mondo, che è il mondo della corruzione, e ve lo tiene prigioniero, non è altro che l’illusione (al-wahm); se l’uomo se ne libera, torna nel mondo della purezza da cui proviene, e Dio riconduce ogni straniero alla sua patria. (Al-‘Arabī ad-Darqāwī, Lettere di un maestro sufi).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 19 Settembre 2014ultima modifica: 2014-09-19T22:45:56+02:00da fraternidade
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