Giorno per giorno – 22 Luglio 2014

Carissimi,
“Le disse Gesù: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo. Gesù le disse: Maria! Ella si voltò e gli disse in ebraico: Rabbunì! – che significa: Maestro! (Gv 20, 15-16). Oggi, questo vangelo ha accompagnato l’Eucaristia con cui ci siamo congedati dal nostro amico José, che ha lasciato la chácara di recupero, al termine dei suoi nove mesi di trattamento. E, proprio prendendo spunto da questo vangelo, gli avevamo scritto così: “Caro José, che bello che il vangelo di questo giorno sia quello dell’incontro del Risorto con Maria Maddalena. Noi si è pensato per un momento che la Chácara Paraíso potrebbe essere in qualche modo quel giardino, dove Maria ha reincontrato Gesù, il suo maestro e amico, sí, ma anche e più profondamente, il suo Signore, e perciò, il senso della sua vita. Maria, in questo caso, è quando noi arriviamo a pensare che è tutto finito, una volta di più. E questa fine è peggiore di ogni altra fine, che si possa sperimentare, perché, prima, Lui, non l’avevamo ancora incontrato. E così non avremmo potuto soffrire la sua perdita. Sperimentavamo il male, senza aver ancora conosciuto il bene. Di Maria di Magdala il Vangelo dice che Gesù le aveva scacciato sette demoni (cf Lc 8, 2), – il che significa tutto il male possibile -, e che, da allora, lei l’aveva sempre seguito. Fino ai piedi della croce, quando gli altri poco coraggiosi discepoli erano invece fuggiti vergognosamente. E ora se ne stava lì, fuori del sepolcro, inspiegabilmente vuoto. E faceva ciò che si può fare quando si perde chi ci aveva dato una buona ragione per vivere. Piangeva. Con il cuore che suggeriva che non poteva essere vero. Ma, la testa sentenziava che sì. Finché Lui si avvicina e la chiama per nome: Maria! Ed è il nome di ognuno di noi che chiama. Oggi, il tuo: José! E ti affida il Vangelo, la Buona Notizia, che annuncia che il “Crocifisso-morto-per-amore” è risorto. Perché l’amore non può morire. Caro José, qualche mese fa, in uno dei nostri incontri, si era detto che il nostro Dio è un Dio geloso. E avevamo commentato che sì, è vero, è un Dio geloso, ma solo perché ci vuole liberi, non sopporta di vederci schiavi. Forse tu ricorderai il secondo capitolo di Osea, che come sappiamo, è diviso in due quadri: la denuncia dell’infedeltà della sposa-popolo e la promessa di un amore rinnovato e perciò della libertà ritrovata. E ci è venuto di pensare alla porzione di Torah, che gli ebrei leggeranno tra un paio di settimane, il cui titolo è Vaetchanan, “E supplicai” (Dt 3, 23-7,11) -, che raccoglie alcune delle pagine più belle del Deuteronimio, dove si preannuncia al popolo eletto (come ogni popolo, e persino ogni individuo, è eletto): “Voi servirete a dèi fatti da mano d’uomo, dèi di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano. Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima. Con angoscia, quando tutte queste cose ti saranno avvenute, negli ultimi giorni, tornerai al Signore tuo Dio e ascolterai la sua voce, poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l’alleanza che ha giurata ai tuoi padri” (Dt 4, 28-31). Caro José, tu, con i tuoi amici di questa Chácara, così come noi, come Maria di Magdala, sappiamo cosa significa la disperazione della separazione da Dio, l’assenza di libertà, il precipitare e cadere senza fine. E, anche senza aver studiato molto, sappiamo chi è Dio: Lui è la Nostalgia che ci prende e che ci mette in moto il cuore ancor prima dei piedi sulla via del ritorno, e è la Novità – la vita nuova – che ci viene incontro e ci chiama per nome. Come con Maria. E tutto cambia. Che questo possa essere vero nella sua vita, nella mostra vita. D’ora in avanti, E per sempre”.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Maria Maddalena, apostola degli apostoli.

Originaria di Magdala, in Galilea, Maria fu una delle donne che seguirono costantemente Gesù con gli altri discepoli. Guarita da Gesù (Lc 8,2), faceva parte del gruppo di donne che provvedevano alle necessità di Gesù e dei suoi. Fu una delle poche persone amiche che accompagnarono Gesù nella sua passione, crocifissione e fu presente alla sua sepoltura. L’esperienza dell’apparizione del Risorto fece di lei la prima inviata (apostola) ad annunciare la buona notizia della risurrezione.

I testi che la liturgia propone oggi alla nostra riflessione sono propri della memoria che celebriamo e sono tratti da:
Cantico dei Cantici, cap.3, 1-4a; Salmo 63; Vangelo di Giovanni, cap. 20,1-2.11-18.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una riflessione sull’apparizione del Risorto alla Maddalena, svolta dal Card. Carlo Maria Martini nel suo libro “Ritrovare se stessi” (Centro Ambrosiano-Edizioni Piemme). Ed è,

PENSIERO DEL GIORNO
Maria Maddalena è giunta al sepolcro di buon mattino, ha visto con sorpresa la tomba vuota e resta presso il sepolcro a piangere perché il suo amico e Maestro è morto; si accontenterebbe di sapere dove l’hanno messo. Ella rappresenta l’umanità sempre alla ricerca di un salvatore, ma con una speranza inibita e ristretta, che non osa. La sua ricerca di Gesù è ancora molto umana: cerca Gesù tra i morti, dove non c’è. Sovente noi cerchiamo Dio dove non c’è, attraverso modelli di efficacia umana, di successo, di potere, di soddisfazioni facili. La ricerca di Maria Maddalena è anche l’immagine di una società afflitta e smarrita, che desidererebbe almeno riflettere un poco, per comprendere le ragioni dei suoi mali, per vedere quali sono gli errori che ha commesso. Gesù non è irritato dalla ricerca sbagliata e imperfetta della donna perché sa che in lei c’è molto amore e un profondo anelito. E, a un tratto, Maria Maddalena vede con i suoi occhi colui che non credeva più di vedere, ascolta una voce intensa che non avrebbe mai più pensato di udire, si sente chiamare per nome: “Maria!”. È significativo che Gesù si riveli a lei non annunciandole l’evento che lo riguarda: “sono risorto, sono vivo”, ma pronunciando il nome: “Maria!”. Si tratta di una rivelazione personale, esistenziale, che infonde non solo la certezza che Cristo è vivo, bensì la coscienza di essere da lui conosciuta veramente, nella sua pienezza e dignità. Quello di Gesù è un appello discreto di libertà, espresso con il nome che indica meglio l’interiorità. Così Gesù vuole incontrare ogni uomo: avvicinandosi, correggendo le ricerche incerte, confuse, maldestre, rivelando il suo amore e chiamando per nome. Ciascuno di noi può fare l’esperienza del Risorto, scoprirne i segni pur se sente nel cuore poca speranza e se sul suo volto scendono lacrime. È nell’interiorità che possiamo scoprire l’amore di Dio; è dentro di noi che possiamo sentirci chiamati e restituiti alla nostra identità profonda, alla nostra vocazione di figli di Dio. (Card. Carlo Maria Martini, Ritrovare se stessi).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Luglio 2014ultima modifica: 2014-07-22T22:15:19+02:00da fraternidade
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