Giorno per giorno – 17 Maggio 2014

Carissimi,
“In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Gv 14, 12-14). Stasera, a casa di dona Josefa e dona Luisa, ci chiedevamo se, davvero, gli altri possano vedere in noi, sia pur lontanamente, un riflesso dell’agire di Gesù, qualcosa del suo sguardo, dei suoi gesti, delle sue opere. O, se al contrario, se ne stiano alla larga, perché se proprio non arriviamo ad essere come gli orchi e le streghe delle fiabe (ce ne sono, anche nelle comunità cristiane), ci limitiamo comunque ad essere monumenti all’egoismo e all’indifferenza, come ce n’è tanti in giro. Gesù, nell’andarsene fisicamente, per restarci più vicino a tutti nello Spirito, ci incoraggia a chiedere tutto nel suo nome, che è “Dio-salva”, a decidere cioè di porre la nostra vita sotto il segno della liberazione e della salvezza di questo nostro mondo malato che geme sotto ogni tipo di oppressione. È questa decisione che ci introduce nella Chiesa, la comunità dei suoi discepoli. Se no, è solo teatro.

Il calendario ci porta oggi la memoria dei 29 Martiri di Shimabara e Unzen, in Giappone.

Nel secolo XVI il Giappone era nominalmente governato da un imperatore, ma di fatto era diviso in 76 feudi, a capo di ognuno dei quali c’era un daimyô (feudatario). A partire dal 1568, uno di essi, Oda Nobunaga era riuscito a estendere militarmente il suo dominio su alcuni territori vicini, dando così inizio al processo di unificazione dell’Impero del Sol Levante. Sotto il suo governo, i missionari, giunti nel Paese vent’anni prima, ebbero modo di lavorare efficacemente all’evangelizzazione delle popolazioni shintoiste e buddhiste. Le cose cominciarono a cambiare quando, con l’assassinio di Oda, nel 1582, assunse il potere Toyotomi Hideyoshi, un suo generale. Questi, nel 1587, emanò un editto, in seguito ritirato e poi reiterato, che ordinava l’espulsione di tutti i missionari. In ogni caso, nel primo decennio del secolo XVII, sotto il governo dello shôgun Tokugawa Ieyasu, i cristiani riuscirono a vivere tranquilli e persino a incrementare il loro numero. Ma, nel 1614, quando il potere nominale era già nelle mani del figlio Hidetada, affidò a un monaco zen nome Suden la redazione di un editto che, bollando il cristianesimo come “jakyô” (religione malvagia), segnò l’inizio di una feroce persecuzione, che prevedeva il definitivo allontanamento dei missionari, la distruzione delle chiese e il forzato ritorno dei cristiani all’antica religione. Nel 1623 lo shôgun Tokugawa Iemitsu, subentrato solo diciannovenne a Hidetada, iniziò una violenta persecuzione contro chi si ostinava a restare cristiano. Fu in queste circostanze che, nel feudo del daimyô Matsukura Nobushige, nelle date del 21 e 28 febbraio e del 17 maggio 1627, 29 cristiani, tutti laici, uomini, donne e un bambino, imprigionati e torturati nei giorni immediatamente precedenti, vennero messi a morte. Del gruppo facevano parte Paolo Uchibori Sakuemon (sposato), con i tre figli Baldassarre, Antonio (18 anni) e Ignazio (5 anni); Gaspare Kizaemon, Maria Mine, con il marito Gioacchino Mine Sukedayu, Gasparre Nagai Sônan (sposato), Ludovico Shinzaburô, Dionisio Saeki Zenka con suo figlio Ludovico, e il nipote Damiano Ichiyata (sposato), Leo Nakayama Sôkan con suo figlio Paolo, Giovanni Kizaki, Giovanni Heisaku (sposato), Tommaso Shingorô, Alessio Shôhachi, Tommaso Kondo Hyôuemon (sposato) e Giovanni Araki Kenshichi, Paolo Nashida Kyûri, Maria, Giovanni Matsutaki, Bartolomeo Baba Hanuemon, Luigi Sukeuemon, Paolo Onizuka Magouemon, Luigi Hayashida Sôka con la moglie Maddalena e il figlio Paolo.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.13, 44-52; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.14, 7-14.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, e, per restare in tema con la nostra memoria, vi offriamo in lettura un brano di Agostino di Ippona, tratto dal “Discorso 329 – Nel natale dei martiri”. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
A causa delle gesta così gloriose dei santi martiri, da cui ovunque fiorisce la Chiesa, con i nostri stessi occhi attestiamo quanto sia vero quel che abbiamo cantato, che è preziosa davanti al Signore la morte dei suoi Santi; poiché davanti a noi è preziosa, lo è pure davanti a colui per il nome del quale si verificò. Ma il prezzo di queste morti è la morte di uno solo. L’Uno che morì quante morti acquistò e, se non fosse morto, come si sarebbe moltiplicato il chicco di frumento? Avete ascoltato quali furono le sue parole nell’approssimarsi alla passione, vale a dire, nell’approssimarsi alla nostra redenzione. Se il chicco di frumento, caduto a terra, non sarà morto, rimane solo, se invece sarà morto, porta molto frutto. Sulla croce egli trattò infatti un grande affare, ivi fu aperto il sacchetto del nostro prezzo: quando fu aperto il suo fianco dalla lancia di chi la vibrò, di lì fece scaturire il prezzo del mondo intero. Furono comprati i fedeli e i martiri: ma la fede dei martiri venne messa alla prova; il sangue è il testimone. Restituirono quel che fu speso per loro, e adempirono ciò di cui parla san Giovanni: Come Cristo ha dato la vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. E altrove si dice: Quando siedi ad una lauta mensa, bada con attenzione a quel che ti si pone davanti, poiché conviene che tu prepari altrettanto. È lauta la mensa, dove le vivande sono il Padrone stesso della mensa. Nessuno dà in cibo se stesso ai convitati: Cristo Signore lo fa; egli invita, egli il cibo e la bevanda. Si resero consapevoli, dunque, i martiri di che si nutrivano e che bevevano, al fine di ricambiare tali cose. (Agostino d’Ippona, Discorso 329, Nel natale dei martiri).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 17 Maggio 2014ultima modifica: 2014-05-17T22:03:45+02:00da fraternidade
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