Giorno per giorno – 23 Ottobre 2012

Carissimi,

“Beati quei servi che il Signore al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli” (Lc 12, 37).  Questa è la beatitudine propria della chiesa. Anticipazione di ciò che Gesù farà nell’ultima cena, secondo il racconto di Giovanni (Gv 13, 2 ss), e, da allora, in ogni Eucaristia, ma, più in profondità, immagine dell’agire stesso di Dio nei nostri confronti. E, stasera, noi ci dicevamo che, sotto sotto, avremmo forse preferito che la parabola di Gesù fosse solo una sorta di fiaba e la figura del padrone che fa ritorno improvvisamente di notte un suo, per quanto  improbabile, personaggio. Perché questo non esigerebbe nulla da noi. E, invece, si tratta nientemeno che di Dio, del Dio che viene in mezzo a noi per servire, e che noi siamo chiamati a testimoniare. Dato che sono i nostri atteggiamenti – individuali e comunitari – a rivelare ciò e Colui in cui davvero crediamo e che attendiamo. E allora ciò che possiamo chiederci è se  siano ancora sveglie e vigilanti le nostre comunità e chiese o se, invece, si siano lasciate vincere dal sonno.  

 

Il calendario ci porta oggi le memorie dello staretz Ambrogio di Optina, “fatto tutto a tutti”;  di Vilmar José de Castro, maestro e catechista, e di Nativo da Natividade de Oliveira,  sindacalista, entrambi martiri in Brasile. 

 

23 AMBROGIO De OPTINA.jpgAlexander Mikajlovic Grenkoff era nato  il 21 novembre 1812  in una famiglia del clero minore. Suo padre era infatti lettore nella parrocchia di un villaggio nel governatorato di Tambov. Conclusi gli studi in seminario, il giovane scoprì che la carriera ecclesiastica non era fatta per lui. Se ne tornò perciò a casa e per qualche tempo insegnò nella locale scuola elementare. Ma, via via, sentì crescere in lui la vocazione monastica, sicché, nell’autunno del 1839, chiese ed ottenne di entrare nel monastero di Optina. Qui vestí l’abito, assumendo il nome di Ambrogio. Ordinato diacono e poi prete, dovette limitare le sue attività a causa delle precarie condizioni di salute. Sfruttando le sue conoscenze di greco e latino, curò per alcuni anni l’edizione di testi patristici. L’attivita di carattere erudito tuttavia non gli era particolarmente congeniale, venne perciò dedicando sempre più tempo alla direzione spirituale  (starcestvo), profondamente radicata in una vita di preghiera e di ascesi.  E continuò così per tutta la vita. Ogni volta più malconcio, ogni volta più ricercato dalla gente, ogni volta più dolce, dedicato, identificato con quanti ricorrevano a lui per parlargli e riceverne il consiglio. Nell’estate del 1890, per l’aggraversi delle sue condizioni di salute, si trasferì a Sciamordino, nel monastero femminile, da lui fondato nel 1884. Continuò tuttavia a ricevere visitatori da mattina a sera, ininterrottamente. All’inizio di ottobre ci si rese conto che la fine si approssimava. Il 10 Ottobre 1891 (23 ottobre secondo il calendario gregoriano), alle 11,30, terminate le preghiere del trapasso, Ambrogio sollevò il braccio, fece il segno dalla croce e si spense.  Sulla  lapide della sua tomba furono incise le parole dell’apostolo Paolo:  Sono stato debole con i deboli, al fine di guadagnare i deboli. Mi sono fatto tutto a tutti per salvarne in ogni modo qualcuno”.

 

23 VILMAR JOSÉ DE CASTRO.jpgVilmar José de Castro era nato nel 1959 in una famiglia di piccoli agricoltori di Caçu, nel Sud-est goiano. Maestro rurale, era agente di pastorale della diocesi di Jataí, membro della Commissione Pastorale della Terra, integrante della Scuola Biblica regionale. Fu assassinato il 23 ottobre 1986 tra Caçu a Itarumã, sulla strada che percorreva ogni giorno per recarsi a scuola. Vilmar aveva rappresentato la sua diocesi al 6º Incontro Nazionale delle Comunità ecclesiali di Base, che si era svolto pochi mesi prima a Trindade. Durante la celebrazione dei martiri, quanti dei presenti avevano ricevuto minacce di morte furono invitati ad alzarsi. Vilmar era tra loro. Di fatto, da quando la UDR, il nuovo sindacato dei latifondisti, aveva cominciato a operare a Caçu, il nome di Vilmar era fatto spesso, in maniera non propriamente benevola, dai grandi proprietari. Che aspettarono solo l’occaisone giusta per colpirlo ed eliminarlo. Subito risaputa da tutti fu la complicità e la copertura offerta nella perpetrazione del delittto dalla famiglia Teixeira, una famiglia di latifondisti della zona. Con Vilmar si volle colpire la voce della Chiesa, “colpevole” di una pastorale a favore dei contadini senza terra, dei piccoli produttori e dei lavoratori urbani, che metteva in pericolo i loro interessi economici.

 

23 Nativo da Natividade.jpgNativo da Natividade de Oliveira era nato a Doresopolis, in Minas Gerais, il 20 novembre 1953, da Laurita de Oliveira e Benedito Rodrigues de Oliveira. Nel 1961, la famiglia si era trasferita nella zona rurale del municipio di Carmo do Rio Verde (Goiás), dove nel 1967 dona Laurita morì. Nel 1972 Nativo sposò Maria di Fátima Marinelle, da cui ebbe due figli: Luciene ed Eduardo. Attivo nelle comunità ecclesiali di base, nel 1975 conobbe dom Tomás Balduino, allora vescovo di Goiás, che lo convinse a dedicarsi al lavoro di coscientizzazione e organizzazione sindacale. Impegno che egli assunse, almeno inizialmente, senza troppa fortuna, dovendosi scontrare con la difficile situazione politica, con l’atteggiamento minaccioso del padronato e con la paura dei lavoratori rurali. All’inizio degli anni 80, insieme ad Adão Rosa e altri compagni, Nativo, pur continuando il suo lavoro nei campi, collaboró alla fondazione del Partito dei Lavoratori (PT) nello Stato di Goiás e delle Conferenze della Classe Lavoratrice (CONCLAT), che costituirono l’embrione della Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), che lo vide tra i suoi quadri dirigenti in Goiás. L’organizzazione sindacale cominciò progressivamente a prendere piede e a conquistare la fiducia dei lavoratori. Ma questo determinò la rabbiosa reazione dei potentati locali. Il 1984, con la fine della dittatura, segnava l’inizio di una nuova stagione politica per il Brasile. L’anno seguente, le elezioni delle rappresentanze sindacali segnarono una netta vittoria del sindacato guidato da Nativo. Era evidentemente troppo. Il 23 ottobre 1985,  alle 19,30, veniva ucciso con cinque colpi di fucile davanti alla sede del Sindacato dei Lavoratori rurali di Carmo do Rio Verde. Il pistoleiro, Júlio Santana, confesserà in seguito che il delitto era stato commissionato dal sindaco della città, Roberto Pascoal Liérgio, e dal presidente del sindacato dei Proprietari rurali, Geraldo dos Reis Oliveira. Che restarono impuniti.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Lettera agli Efesini, cap.2, 12-222; Salmo 85; Vangelo di Luca, cap.12, 35-38.

 

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

 

Bene, noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una citazione di Ambrogio di Optina, che troviamo in “Selected Preceptorials of Starets Ambrose” , nel sito di Orthodox Photos. E che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

L’amore comprende tutto. E colui che ama il suo prossimo – per l’inclinazione del cuore e non mosso soltanto dal dovere o dal desiderio -, il diavolo è nell’impossibilità di ostacolarlo. Certo, l’amore è più importante di tutto. Se tu scopri di non avere amore dentro di te, ma desideri ottenerlo, compi allora atti d’amore, anche senza amore all’inizio. Dio vedrà il tuo desiderio e la tua sofferenza e porrà amore nel tuo cuore. Quanti hanno un cuore sgradevole,  non devono disperare, perché con l’aiuto di Dio, possono cambiarlo. Tutto ciò che devi fare è osservarti con attenzione, non perdere  l’occasione di beneficare il tuo prossimo, svelare i tuoi pensieri al tuo staretz ed essere il più possibile benevolo. Naturalmente, questo non si può fare tutto in una volta, ma Dio è molto paziente. Egli pone fine alla vita di una persona solo quando vede che è pronta per passare all’eternità, o quando vede che non non c’è più per lei una qualche speranza di miglioramento. (Selected Preceptorials of Starets Ambrose, On love).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 23 Ottobre 2012ultima modifica: 2012-10-23T23:31:00+02:00da fraternidade
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