Giorno per giorno – 07 Settembre 2010

Carissimi,

“C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie” (Lc 6, 17-18). Poco prima, Gesù aveva chiamato a sé i discepoli e ne aveva scelto dodici e li aveva chamati apostoli. Luca ne scandisce i nomi e di uno, Giuda, aggiunge che l’avrebbe tradito. Prima ancora, aveva annotato che Gesù si era recato in montagna e vi era rimasto a pregare tutta la notte. Ora, insieme, se n’erano scesi in pianura, ed ecco quel po’ po’ di gente, di ogni dove, ebrei e pagani, venuti per essere guariti. Noi, stamattina ci dicevamo che se eravamo lì a leggere il Vangelo, era perché in qualche modo Gesù aveva fatto anche i nostri di nomi. E, prima, deve averci pregato su ben bene. Perché siamo poca cosa. Culturalmente e umanamente. Come quei Dodici. Che Lui chiama e invia. Con cui scende dal monte. Qual è il nostro monte? Forse è questa stanzetta, dove ci riuniamo ogni mattina e la nostra preghiera di qualche minuto sostituisce la sua di una notte. Senza che Lui se n’abbia a male. Oggi, per via del giorno di festa, eravamo solo in cinque, Mauro, Roberto, dona Dominga, Maria José e il postino. Anzi in sei, perché Dominga ricorda ciò che Lui ha promesso: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). E noi se ne ascolta le istruzioni, anche se, dopo, mica sappiamo bene come applicarle. E dona Dominga, che è una contemplativa della natura, dice: noi dobbiamo essere come quell’albero di manghi. Non è venuta la pioggia di agosto e neppure quella di settembre, e uno si dice: non ci saranno frutti quest’anno. E, invece, addirittura con un anticipo sulla stagione, i frutti ci sono già, e ci sono già anche i fiori, che ne promettono di nuovi, più in là nel tempo. E, i manghi, ci sono per tutti. Noi dovremmo essere come questa mangueira. Che sembra soltanto non riceva niente, in realtà ha dentro di sé energia sufficiente per farla fruttificare. Ed è a disposizione di tutti. Io credo, ha concluso Dominga, che, per noi, quell’energia si chiama Spirito. Ed è la nostra fede che lo lascia entrare.

 

Oggi il nostro calendario ci porta la memoria di Beyers Naudé, profeta della lotta anti-apartheid in Sudafrica.    

 

07 Beyers Naudé.jpgPrimo di otto figli, Christiaan Frederick Beyers Naudé, era nato 1l 10 maggio 1915 da Jozua François Naudé e Adriana Johanna van Huysteen, a Roodeport, nel Transvaal (ora Gauteng), in Sudafrica. Il padre era stato tra i fondatori del Broederbond (in Afrikaans, “Lega dei fratelli”), una potente società segreta Afrikaner a sostegno della segregazione razziale, e il giovane Beyers seguì a lungo le impronte paterne, entrando egli stesso a far parte della Broederbond, dopo essere stato ordinato pastore della Chiesa Riformata Olandese, nel 1939, servendo poi per venti anni numerose congregazioni, in differenti località del paese, predicando ovunque la giustificazione religiosa dell’apartheid. Nel frattempo, il 3 agosto 1940, Naudé aveva sposato Ilse Weder, figlia di un missionario della Chiesa morava. Insieme avrebbero avuto tre figli e una figlia. Il massacro di Sharpeville, avvenuto il 21 marzo 1960, che costò la vita a 69 manifestanti neri, che protestavano contro l’inasprimento delle restrizioni alla libertà di movimento, introdotte dalla legge, segnò una svolta decisiva nella vita di Naudé, che cominciò da allora a battersi risolutamente contro le teorie razziste e segregazioniste della sua chiesa. Nel 1963 Naudé fondò il Christian Institute of Southern Africa, un’organizzazione ecumenica avente come scopo quello di favorire la riconciliazione attraverso il dialogo interraziale, la ricerca e le pubblicazioni. Questo gli costò la perdita dello stato di pastore e Naudé, secondo l’espressione dell’arcivescovo Tutu “divenne da allora come un lebbroso nella comunità Afrikaner”. Dal 1977 al 1984, Naudé fu messo agli arresti domiciliari, che prevedevano rigide limitazioni di movimento e alla possibilità d’incontrare altre persone. Nonostante la costante sorveglianza della polizia di stato, egli riuscì comunque ad aiutare segretamente il movimento anti-apartheid, dentro e fuori il Sudafrica. Nel 1980, fu accolto come pastore nella Chiesa Riformata Olandese in Africa, una denominazione di neri sudafricani e, nel 1985, scaduti gli arresti domiciliari, succedette all’Arcivescovo Desmond Tutu, come segretario generale del Consiglio Sudafricano delle Chiese. Scaduto il suo mandato, Naudé continuò a dedicarsi instancabilmente alla causa della “sua” gente, partecipando, tra l’altro, come unico membro afrikaner alla delegazione dell’African National Congress nelle negoziazioni che sfociarono nella nascita del nuovo Sudafrica. Alla sua morte, avvenuta il 7 Settembre  2004, Naudé fu definito da Georges Lemopoulos, allora segretario del Consiglio Mondiale delle Chiese, “uno dei veri profeti cristiani del nostro tempo”.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

1ª Lettera ai Corinzi, cap.6, 1-11; Salmo 149; Vangelo di Luca, cap.6, 12-19.

 

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

 

07 Independência do Brasil.jpgOggi il Brasile celebra il suo “Giorno dell’Indipendenza” che ricorda l’atto con cui Dom Pedro de Alcântara Francisco António João Carlos Xavier de Paula Miguel Rafael Joaquim José Gonzaga Pascoal Cipriano Serafim de Bragança e Bourbon, che, malgrado le apparenze, era una sola persona ed era Principe reggente del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves, dichiarò l’indipendenza del nostro Paese dalla madrepatria, il 7 settembre 1822, regalandoci questo giorno di festa e, qualche volta, come quest’anno, un “feriadão”. Che è l’equivalente del vostro “ponte”.  In tale occasione le Pastorali sociali della Chiesa cattolica organizzano da sedici anni in tutto il Paese le manifestazioni del “Grito dos Excluídos” (Il Grido degli Esclusi), che quest’anno ha come tema “La vita al primo posto. Dove sono i nostri diritti? Andiamo per le strade a costruire un progetto popolare”. Scopo del Grido è coscientizzare la popolazione sul fatto che molte cose devono essere ancora realizzate perché il paese raggiunga  realmente la sua indipendenza, estendendo davvero a tutti il diritto al lavoro, alla casa, alla scuola, alla salute. Uno dei problemi secolari con cui il Brasile si confronta è quello, originato all’epoca delle Capitanie ereditarie, dell’iniqua ripartizione delle terre. È per questo che assieme alle manifestazioni del Grido, quest’anno è stato organizzato dal Forum Nazionale per la Riforma Agraria e per la Giustizia nei Campi, un Plebiscito popolare per il “Limite della proprietà della Terra, in difesa della Riforma agraria, della Sovranità territoriale e alimentare”. Che conta sull’appoggio delle Chiese aderenti al Consiglio Nazionale delle Chiese cristiane. “L’impegno in questa pratica di democrazia diretta è una forma di realizzare la nostra missione a favore e assieme a quanti sono ancor oggi emarginati ed esclusi, costruendo una società giusta e solidale che garantisca una vita dignitosa per tutti i brasiliani e brasiliane” come suona il comunicato della Conferenza episcopale brasiliana.

 

Noi ci coongediamo qui, lasciandovi ad una citazione di Beyers Naudé, che troviamo in rete e vorremmo potesse essere vera per tutti noi e che è,  comunque, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Ogni giorno che vivo diventa sempre più significativo, più pieno, e, per me, ogni volta più arricchente. Il tempo è troppo breve, così ho scoperto, per tutte le rivelazioni tremende dell’amore di Dio che egli mi ha dato, nuove intuizioni, nuove visioni, nuove possibilità, nuove dimensioni della vita umana, nuove relazioni con la gente che mi sta intorno, nuovi e più profondi motivi di interesse, di sofferenza e di gioia, che rendono la mia vita – sì, posso davvero dirlo – così profondamente significativa che, quando vado a letto la sera, non vedo l’ora di svegliarmi la mattina seguente ed esclamare: È un nuovo giorno, una nuova vita, è una nuova esperienza di Dio e dell’umanità! (Beyers Naudé).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 07 Settembre 2010ultima modifica: 2010-09-07T23:39:00+02:00da fraternidade
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