Giorno per giorno – 13 Febbario 2010

Carissimi,

“Gesù prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono” (Mc 8, 6-8). Perché, ci chiedevamo stamattina, questa seconda moltiplicazione dei pani? Solo perché Gesù ha voluto mostrare che ha appreso bene la lezione della donna siro-fenicia, di cui è detto nel Vangelo dell’altro ieri (Mc 7, 28). Sì, quella delle briciole cui hanno diritto anche i cagnolini. E Lui, per confermarle che aveva ragione, che gli stranieri, cioè, non sono cagnolini (come Lui si era, forse solo provocatoriamente, lasciato sfuggire), ma sono gente come noi, figli come noi, con lo stesso diritto nostro al pane, ecco che fa il bis della moltiplicazione. Se nel capitolo 6, i beneficiati erano ebrei, ora, sono gli stranieri e pagani della Decapoli (v.31). A riprova che Lui è venuto ad abbattere ogni “muro di separazione, facendo dei due un popolo solo” (Ef 2, 14). E però. Però non possiamo dimenticare che questa moltiplicazione del cibo che alimenta le moltitudini non avviene con un colpo di bacchetta magica, ma solo sulla disponibilità di qualcuno (in questo caso i discepoli) a condividere il proprio. E non è che l’inizio, il primo passo. Perché quello che chiederà, a tempo debito, quando cioè, potrà [ir]ragionevolmente supporre che noi si sia pronti per davvero ad ascoltarlo e obbedirlo (come s’illuse potessero esserlo già i discepoli, nell’ultima cena), sarà di diventare, cibandoci di Lui fatto pane, pane, a nostra volta, per la vita del mondo.  Ed è questo il vero miracolo.       

 

Il calendario ci porta oggi la memoria di  Santiago Miller, martire in Guatemala.

 

13 SANTIAGO MILLER.jpgJames Alfred Miller era un religioso lassalliano, originario degli Stati Uniti. Nato a Stevens Point, Wisconsin, il 21 settembre 1944, primogenito di Arnold e Lorraine Miller, James era entrato nell’agosto 1962 nel noviziato dei Fratelli delle Scuole cristiane e aveva emesso i suoi primi voti religiosi l’anno successivo, il 31 agosto. Dopo aver completato il ciclo di studi e aver insegnato alcuni anni in patria, fu inviato nel 1971 in Nicaragua, dove restò quasi dieci anni, insegnando nelle scuole di Bluefields, Waspam e Puerto Cabezas. Rientrato negli Stati Uniti nel 1980, vi si trattenne un anno, ripartendo l’anno successivo questa volta per il Guatemanla, come professore del Collegio de La Salle e direttore dell’Istituto Indigenista. Allegro, amabile e totalmente dedito alla sua gente, non trovava mai tempo per sé. Huehuetenango era una comunità povera e bisognosa, ma anche seriamente impegnata nella lotta per la giustizia. Nel dicembre del 1981, durante un viaggio negli Stati Uniti, per quella che sarebbe stata l’ultima breve visita alla famiglia e per sottoporsi ad una chirurgia al ginocchio, Miller denunciò le condizioni disumane in cui viveva la sua gente: scuole fatiscenti, bambini senza di che vestire, pacifici padri di famiglia assassinati mentre erano al lavoro nei campi, studenti rapiti dai militari e fatti sparire. Poche settimane dopo il suo rientro in Guatemala, il 13 febbraio 1982, quattro uomini armati invasero la scuola e lo uccisero a bruciapelo. Aveva 37 anni di età, venti di vita religiosa.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

1° Libro dei Re, cap. 12,26-32; 13,33-34; Salmo 106; Vangelo di Marco, cap. 8,1-10.

 

La preghiera del sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

“Il donarsi completamente a Dio e alla gente con un totale abbandono fu la cifra interpretativa della sua vita. Non vi era mai in lui un momento di rifiuto: stanchissimo, preoccupato, rilassato, allegro o triste che fosse, era radicalmente “a disposizione”, pronto ad intervenire, a darsi, a proporsi”. Leggiamo queste righe in un profilo biografico di un prete di lì, don Luigi Serenthà, scomparso il 28 settembre 1986. E ci pare sia ciò che Gesù intende quando ci invita a distribuire il pane. Il pane che è Lui e che noi dovremmo diventare. Com’è accaduto anche con Santiago Miller. E con quanti magari ci vivono o ci passano accanto. Dello stesso don Serenthà vi proponiamo, nel congedarci, una preghiera molto bella, che abbiamo trovato in rete e che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Signore Gesù, / Tu sei i miei giorni, / non ho altri che te / nella mia vita. // Quando troverò / un qualcosa / che mi aiuta, / te ne sarò immensamente grato; / però Signore, / quand’anche io fossi solo, / quand’anche non ci fosse nulla / che mi dà una mano, / non ci fosse neanche / un fratello di fede / che mi sostiene, / Tu, o Signore, mi basti, / con Te ricomincio da capo. // Tu mi basti, Signore: / il mio cuore, / il mio corpo, la mia vita, / nel suo normale modo di vestire, / di alimentarsi, di desiderare / è tutta orientata a Te. // Io vivo nella semplicità / e nella povertà di cuore; / non ho una famiglia mia, / perché Tu sei la mia casa, / la mia dimora, il mio vestito, / il mio cibo, / Tu sei il mio desiderio. / (Don Luigi Serenthà, Tu sei i miei giorni).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Febbario 2010ultima modifica: 2010-02-13T23:43:00+01:00da fraternidade
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