Giorno per giorno – 10 Gennaio 2010

Carissimi,

“Quando Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (Lc 3, 21-22). Il tempo di Natale si chiude con questa teofania, che fa seguito a quella ai pastori e ai magi e che vede Gesù, ormai adulto, essere battezzato da Giovanni. È l’incontro con la tenerezza del Padre, comunicatagli attraverso lo Spirito, ed è anche la scoperta della sua vocazione: d’ora in avanti egli sarà il Figlio. A quale prezzo, forse, non riesce ancora a pensarlo, ma avrà, comunque, ricevuto, proprio a partire da questa immersione nelle acque del Giordano, la forza necessaria per affrontarlo. Qui ha le sue radici anche il battesimo cristiano, che ci vede incorporati nella storia di tutta l’umanità, sin dalle origini, esemplificata nella tavola delle generazioni di Gesù, che Luca ci presenterà subito dopo il racconto del battesimo (cf Lc 3, 23-38). È tutta l’umanità che, in Cristo, può ora riscoprire la sua filiazione divina, risalendo a ritroso quella storia che, da Adamo, l’aveva via via allontanata. Anche noi. 

 

Battesimo.jpgIn questa Festa del Battesimo del Signore, i testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Profezia di Isaia, cap.42,1-4. 6-7; Salmo 29; Atti degli Apostoli, cap.10, 34-38; Vangelo di Luca, cap.3, 15-16. 21-22.

 

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

 

Oggi il calendario ci porta la memoria di Gregorio di Nissa, pastore e padre della Chiesa.

 

10 GREGORIO DI NISSA.jpgGregorio era nato in Cappadocia nel 335, figlio di Basilio e Emmelia, fratello di Basilio di Cesarea, Pietro e Macrina. Tutti ricordati come santi. Dopo gli studi di retorica e filosofia ad Atene, il giovane visse alcuni anni di vita matrimoniale. Poi, rimasto vedovo (o, secondo altri, ottenuto il consenso della moglie), raggiunse il fratello Basilio e l’amico  Gregorio di Nazianzo nel monastero fondato dal primo sulle rive del fiume Iris. Amante dello studio e della solitudine, fu designato, suo malgrado, vescovo di Nissa nel 372, in un’epoca burrascosa nella vita della chiesa, a causa della controversia ariana che avvelenava e armava gli animi, gli uni contro gli altri. E il povero vescovo dovette farne le spese. Accusato di sperperare i beni della Chiesa, fu deposto nel 376 e mandato in esilio. Nel 378, tuttavia, era già di ritorno, dopo che le accuse si erano rivelate infondate, espressione più che altro della malevolenza degli avversari ariani. Morto Basilio, l’anno successivo, toccò a Gregorio portare avanti la riflessione teologica della Chiesa. Nel Concilio di Efeso, convocato nel 381 dall’imperatore Teodosio, i padri conciliari, ammirati per la forza della sua dottrina, lo definirono “colonna dell’ortodossia”. Gregorio morì intorno all’anno 395.

 

Noi ci congediamo qui, lasciandovi ad una citazione di Gregorio da Nissa, che prendiamo dai suoi “Trattati sull’ideale del perfetto cristiano”. Ci pare sottolineare bene l’impegno che ci siamo assunti con il battesimo ed è, per oggi, il nostro 

 

PENSIERO DEL GIORNO

La Divinità, libera da qualsiasi vizio, trova espressione nei nomi delle virtù: ella è quindi giustizia, sapienza, potenza, verità, bontà, vita, salvezza, incorruttibilità, immutabilità e inalterabilità. E Cristo si identifica con tutti i concetti elevati indicati da tali nomi e riceve da essi i suoi appellativi.Se dunque nel nome di Cristo si possono pensare compresi tutti i concetti più alti, possiamo forse arrivare a comprendere il significato del termine «cristianesimo». Come abbiamo ricevuto il nome di cristiani perché siamo divenuti partecipi di Cristo, così, di conseguenza, dobbiamo entrare in comunione con tutti i nomi più alti.  Chi tira a sé il gancio estremo di una catena attira anche tutti gli anelli attaccati strettamente gli uni agli altri; allo stesso modo, dato che nel nome di Cristo sono strettamente uniti anche i termini che esprimono la natura beata, ineffabile e molteplice della divinità, chi ne afferra uno, non può non trascinarne assieme anche gli altri. Calunnia dunque il nome di Cristo chi se ne appropria senza però testimoniare nella sua vita le virtù che si contemplano in esso; è come se costui facesse indossare a una scimmia una maschera priva di vita, che di umano ha solo la forma. Cristo non può non essere giustizia, purezza, verità e allontanamento da ogni male; così non può non essere cristiano autentico chi prova la presenza in sé di quei nomi. Per esprimere con una definizione il concetto di cristianesimo, diremo che esso consiste nell’imitazione della natura divina. La primitiva conformazione dell’uomo imitava infatti la somiglianza a Dio; e la professione cristiana consiste nel far ritornare l’uomo alla primitiva condizione fortunata. (Gregorio di Nissa, Trattati sull’ideale del perfetto cristiano).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Gennaio 2010ultima modifica: 2010-01-10T22:51:00+01:00da fraternidade
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