Giorno per giorno – 09 Novembre 2009

Carissimi,

“Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!  I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà” (Gv 2, 13-17). Il Tempio, ci dicevamo stamattina, rappresenta più dell’edificio sacro in cui ci si riunisce per adorare Dio, celebrarne le lodi o ascoltarne  gli insegnamenti. Tempio dello suo Spirito siamo anche noi come individui, come comunità, come umanità, come creato. Ora, quale e quanto zelo abbiamo noi per questa “casa di Dio”? O a quali altri traffici, invece, anche troppo facilmente, ci concediamo?   

 

La chiesa cattolica ricorda oggi la Dedicazione della Basilica del Santissimo Salvatore in  Roma.

 

09_SJO_O_LATERANO.JPGLa Basilica del Santissimo Salvatore (o di S. Giovanni in Laterano) è considerata la chiesa-madre di tutte le chiese cattoliche, per il fatto d’essere la sede del vescovo di Roma e patriarca d’Occidente. La chiesa originaria fu fatta erigere dall’imperatore Costantino, durante il pontificato di papa Melchiade, nel sec. IV. La celebrazione ci ricorda il ministero della Chiesa di Roma al servizio delle Chiese sorelle: lo vogliamo dedicare perciò alla preghiera per essa.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri di tale festività e sono tratti da:

Profezia di Ezechiele, cap.47, 1-2. 8-9.12; Salmo 46; 1ª Lettera ai Corinzi, cap. 3, 9c-11.16-17;  Vangelo di Giovanni, cap. 2,13-22.

 

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

 

La giornata di oggi ci porta anche altre memorie, che affondano le loro radici in tutte le diverse tradizioni delle Chiese, la cattolica, l’ortodossa, l’evangelica, ma anche nel martirologio più recente dell’ebraismo. Ricordiamo, infatti, Elisabetta della Trinità, monaca e contemplativa, Nettario di Egina, pastore e monaco, e Barton Stone, pastore fedele all’Evangelo; assieme ai Martiri ebrei della Notte dei Cristalli.

 

09 elisabetta.jpgElisabetta Catez nacque il 18 luglio 1881 a Camp d’Avor, nei pressi di Bourges  (Francia). Ragazza molto dotata, musicista di talento, sensibile alle bellezze della natura, visse, in un primo tempo, la vita di tutte le figlie della borghesia del suo tempo. Presto, tuttavia, percepiì la chiamata irresistibile per la vita monastica e , a 21 anni, entrò nel Carmelo di Digione, dove l’8 dicembre 1901, vestì l’abito religioso. Scriverà: C’è una parola di san Paolo che è un riassunto della mia vita e che si potrebbe scrivere di ogni suo istante: “Perché Lui mi ha amato troppo”. Elisabetta volle “restituire  amore per amore” nel cuore del quotidiano. Morì a soli ventisei anni, il 9 novembre 1906, minata da una malattia incurabile. Nei suoi scritti spirituali espresse la bellezza della dimora trinitaria in noi e della nostra chiamata a vivere nell’intimità di Dio.

 

09 NECTARIOS.jpgAnastasio Kephalas nacque a Selyvria, in Tracia, il 1° Ottobre 1846. Nel 1876 divenne monaco nell’isola di Chio, ricevendo il nome di Lazzaro, che mutò, un anno più tardi, quando, ordinato diacono, assunse quello di Nettario. Nel 1882, con l’aiuto finanziario del patriarca Sofronio di Alessandria, si recò ad Atene, per studiarvi teologia. Terminati gli studi, nel 1885, si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove, il 23 marzo 1886, fu ordinato presbitero, nella cattedrale di san Saba. Nell’agosto dello stesso anno, fu fatto archimandrita nella chiesa di san Nicola al Cairo e, nel 1889, fu eletto metropolita della Pentapoli, nella Libia orientale, che era sotto la giurisdizione di Alessandria. Paradossalmente, la sua modestia e semplicità gli attirarono l’invidia di ecclesiastici ambiziosi che convinsero l’anziano Sofronio che Nettario ambisse alla cattedra patriarcale. Sollevato nel 1890 dalle sue funzioni, Nettario lasciò l’Egitto e fece ritorno in Grecia, dove però le accuse dei suoi avversari l’avevano preceduto. Nonostante la dignità vescovile, accettò dapprima l’incarico di semplice predicatore nella provincia di Euboia e, nel 1894, la direzione di una scuola ecclesiastica ad Atene. Conosciuto in tutta la Grecia per le sue predicazioni e i suoi scritti spirituali, fu ancor più amato per l’integrità di vita, e per la dolcezza, la pazienza e la mansuetudine della sua personalità. Ritiratosi nel 1908 nel monasterio che egli stesso aveva fatto costruire sull’isola di Egina, vi morì il 9 novembre 1920, a settantaquattro anni. 

 

09_BARTON_STONES.GIFBarton W. Stone nacque a Port Tobacco (Maryland, USA) il 24 dicembre 1772. Studiò come professore e fu ministro della Chiesa presbiteriana, a Cane Ridge, nel Kentucky. Presto cominciò a nutrire alcuni dubbi sulla proposta calvinista, per risolvere i quali fece della Bibbia la compagna di ogni momento, trovando in essa il sostegno prezioso della Parola di Dio. Comprese che Dio ama il mondo, il mondo intero, e che l’unica ragione che può ostacolare la salvezza sta nella chiusura alla parola di Dio e nel rifiuto della verità rappresentata da suo Figlio. Dopo aver ospitato lo storico “Ravvivamento” di Cane Ridge del 1801, un imponente incontro  inter-denominazionale, che conobbe momenti di forte esperienza dello Spirito, lui e altri pastori di differenti chiese, formarono il Prebiterio di  Springfield, stilando un documento con cui si richiamavano alla Bibbia come unica norma di fede e di comportamento. In seguito, decisero di rinunciare ad ogni altra denominazione, scegliendo di chiamarsi semplicemente “cristiani”. La loro confluenza con il movimento di Thomas e Alexander Campbell diede origine alle Chiese di Cristo, ai Discepoli di Cristo e alle Chiese cristiane. Barton Stone morì a Hannibal Missouri, il 9 novembre 1844.

 

09 kristallnacht.jpgLa notte del 9 novembre 1938, in Germania, fu, per il regime nazista, l’inizio della soluzione finale della questione ebraica. Durante un assalto accuratamente organizzato in tutto il paese, furono bruciate e rase al suolo 191 sinagoghe e distrutti 7500 negozi appartenenti a cittadini ebrei. Lo spettacolo desolante delle migliaia di vetrine distrutte farà ricordare quel progrom come Kristallnacht, la Notte dei Cristalli.  Un centinaio di ebrei furono uccisi e ventiseimila arrestati e posti sotto “custodia preventiva”. La metà di essi furono avviati al campo di concentramento di Buchenwald.  Insignificanti e di circostanza le proteste che si levarono in Germania e all’estero in tale occasione. È bene non dimenticare.

 

Altro ricovero in ospedale stasera. Questa volta si tratta di , moglie di Djari e mamma di Eliane, che ha avuto qualche problema di cuore  e di pressione. Speriamo che non sia nulla di grave, ma l’affidiamo comunque alla vostra preghiera.

 

È tutto per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi alla lettura di un insegnamento di Nettario di Egina che dubitiamo di poter riuscire a metterlo in pratica al cento per cento in ogni situazione. Ma ci si può allenare. Lo troviamo nel sito http://www.tradizione.oodegr.com – espressione della spiritualità dell’Oriente ortodosso – ed è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Seguendo il comandamento di Cristo, i cristiani devono tendere alla perfezione e alla santità. La perfezione e la santità cominciano dapprima con lo scavare un profondo solco nell’anima per poi impregnare i nostri pensieri, i desideri, le nostre parole e le nostre azioni. In questo modo tutto ciò che riempie l’anima trabocca anche all’esterno sul carattere dell’uomo intero. Perciò comportiamoci con delicatezza verso tutti. Le nostre parole e le nostre azioni traspirino la grazia del Santo Spirito, di cui nel fondo del cuore siamo i portatori. Allora tutto il nostro vissuto testimonierà che ad essere glorificato è innanzitutto il nome di Dio. Chi misura le parole, misura anche le proprie azioni. Chi fa attenzione a ciò che dice, fa anche attenzione a ciò che sta per fare; mai va oltre la misura e la buona creanza. Perché le parole vane generano odi, inimicizie, tristezze, discordie, turbamenti di ogni genere, persino guerre. Delicatezza dunque e profondo rispetto! Non escano mai dalle nostre labbra parole che feriscano; parole che prima non siano state insaporite con la grazia di Dio. Le parole pronunciate nella nostra bocca siano piene di bontà come se venissero da Cristo stesso e che siano il riflesso del modo in cui coltiviamo la nostra propria anima. (Nettario di Egina, La nobiltà cristiana).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 09 Novembre 2009ultima modifica: 2009-11-09T23:16:00+01:00da fraternidade
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