Giorno per giorno – 05 Giugno 2009

Carissimi,
Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: “Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? […] Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?” (Mc 12, 35. 37). Che significa “messia”? E chi, presumibilmente, sarà: un sacerdote, un profeta, un discendente di Davide? O è più semplice parlare di tempi messianici, per designare la fine di ogni oppressione e il ristabilimento del regno, sotto il segno della pace? Gli ebrei se lo chiedevano allora e ne discutono ancora oggi. Marco, riportando questo breve insegamento di Gesù, sembra aver di fronte un problema della sua comunità (ma anche della nostra chiesa): cosa vuol dire per essa (per noi!) confessare che Gesù è il messia di Dio? E, secondo la risposta che ci daremo, questo mi rivela o no qualcosa di Dio, o risponde solo alle mie attese? E se accetto che mi riveli qualcosa (tutto!) di Dio, che cosa mi rivela? Se Dio si specchia nell’umile Rabbi di Galilea come nella sua più vera immagine, noi riusciamo a sopportare questo ribaltamento totale del significato di Dio? Riusciamo a fare nostro questo Dio che si consuma nell’arco di una vita ai margini della storia, tra Betlemme, Nazareth e il Golgota, per dire una scelta (sua e perciò nostra) senza ritorno, l’identificazione definitiva con i reietti, i dannati, gli esclusi dal “sistema-mondo”, per coniugare con loro il Verbo della tenerezza, della cura, della liberazione? La sua Chiesa è questa compagnia di matti. Gli altri (cioè, spesso, noi), mah!

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi la memoria di André Trocmé, profeta di pace e nonviolenza.

05 Pr. André Trocmé.gifAndré Trocmé era nato il 7 aprile 1901 a Saint-Quentin (Francia), da genitori calvinisti. La drammatica esperienza della prima guerra mondiale, con i suoi orrori e assurditá, ebbe una risonanza ancora più grande nella sua famiglia che, di origine franco-tedesca, vide la fitta rete di parentela schierata su fronti opposti. Questo contribuì a maturare nel nostro giovane una forte vocazione pacifista. Dopo gli studi al Seminario di Parigi, Trocmé si recò negli Stati Uniti per completare i suoi studi teologici. Lì incontrò Magda Grilli (1901-1996), una ragazza fiorentina, che egli sposò nel 1926, e da cui ebbe in seguito quattro figli, Nelly, Jean-Pierre, Jacques, e Daniel. Ordinato pastore, svolse per otto anni il suo ministero a Maubeuge e Sin-le-Noble, due cittadine nel nord della Francia. Lì cominciò a predicare l’evangelo della pace e della nonviolenza che, all’epoca e in quell’ambiente, suonava come parola piuttosto ostica e inusuale. Nel 1934 gli fu affidata la cura pastorale di Le Chambon-sur-Lignon, che negli anni successivi sarebbe divenuta un polo di attrazione per un gran numero di rifugiati francesi ed ebrei che sfuggivano la persecuzione nazista. Nel febbario 1943, lui e il suo collega pastore, Edouard Theis, furono arrestati e inviati in campo di concentramento, ma inaspettatamente, dopo quattro settimane, vennero rilasciati. Alla fine della guerra si calcolò che la rete di solidarietà creata dai due pastori con la popolazione locale era riuscita a salvare almeno cinquemila ebrei. Trocmé dedicò gli anni successivi alla lotta per la pace e la riconciliazione. Dal 1948 al 1960, fu segretario europeo di Fellowship of Reconciliation, la maggior organizzazione pacifista interreligiosa esistente. La sua Casa della Riconciliazione, un centro internazionale per la pace operante a Versailles, fece di lui uno dei leader più significativi della lotta nonviolenta, assieme a Martin Luther King, Jr., Toyohiko Kagawa, e Gandhi. André Trocmé morì a Ginevra il 5 giugno 1971, poche settimane prima dell’attribuzione da parte dello Yad Vashem del titolo di Giusto tre le nazioni, per l’attivitá di salvataggio della popolazione ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Tobia, cap.11, 5-17; Salmo 146; Vangelo di Marco, cap.12, 35-37.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Dal 1972 l’Onu ha fatto di questa data la Giornata Internazionale dell’Ambiente. Cominciamo col non sprecare acqua, col spegnere una luce di troppo, col ritrovare il gusto di andare a piedi o in bicicletta, col piantare un albero, se abbiamo un pezzettino di terra, col prenderci cura della raccolta differenziata dei rifiuti, con l’appoggiare i movimenti ecologisti, con il sollecitare una politica ambientalista dai nostri partiti, governi, amministrazioni. “Il tuo pianeta ha bisogno di te!”. Cioè di noi.

È tutto per stasera. Noi ci si congeda, offrendovi in lettura un brano di André Trocmé, tratto dal suo libro “Jesus and the Nonviolent Revolution” (Plough Publishing House). È, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Qual è la missione dei servitori del Messia? Possiamo dire che continueranno l’opera che Gesù ha iniziato: “Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo” (Gv 17, 18). Certo il mandato ricevuto dai discepoli non sarà facile da eseguire. Causerà opposizione. Ma, dice Gesù, il regno del principe di questo mondo (il potere delle tenebre) è transitorio. “Il principe di questo mondo è stato condannato… In questo mondo voi avrete tribolazioni. Ma abbiate fiducia! Io ho vinto il mondo” (Gv 16, 11. 33). Gesù vince il mondo non condannandolo, ma salvandolo (Gv 3, 16-18). Egli non ci offre un regno astratto di idee, ma azioni redentive di guarigione e liberazione. Gesù è venuto da Dio ed è ritornato a Dio, ma solo dopo aver piantato il seme del futuro: il regno su questa terra. E Gesù, il Messia, ritornerà, perché il suo scopo finale è salvare l’intero cosmo. Ci sarà redenzione non solo per gli individui, ma per il mondo intero. Il suo regno verrà pienamente sulla terra, proprio come è in cielo. Gesù rifiuta la via della violenza. Egli vince i suoi nemici senza usare i metodi propri dei regni di questo mondo. La sua via sarebbe stata la croce. E tuttavia questa via non consiste nella rassegnazione passiva o nella fuga dal conflitto. Per inaugurare il suo trionfo come re pacifico, egli entrò in Gerusalemme, il centro dell’angoscia e del desiderio dell’umanità. E lo ha fatto del tutto libero da ogni tentazione di coercizione, ma anche di resa. Seguito dalla lunga processione dei discepoli, Gesù fece il suo ingresso nella storia di ogni nazione e di ogni secolo, e continua a farlo attraverso la sua gente, sino al giorno in cui la sua vittoria sarà completa. (André Trocmé, Jesus and the Nonviolent Revolution).

Ricvete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Giugno 2009ultima modifica: 2009-06-05T23:39:00+02:00da fraternidade
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