Giorno per giorno – 28 Aprile 2009

Carissimi,
“Non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo” (Gv 6, 32-33). Loro gli avevano chiesto: tu che segno ci dai, perché possiamo credere in te? E gli avevano citato il salmo: ai nostri padri nel deserto, “egli diede da mangiare un pane dal cielo” (Sal 78, 24). E Lui, di rimando: non lo diede in passato, punto e basta. Ma lo dà, ora, per voi, per tutti. E quel pane sono io. Stamattina, appena Durce ha terminato di leggere il Vangelo, ha detto: quel pane è la parola che abbiamo finito di ascoltare. Sì, il pane è una parola, e la Parola è una persona, e quella persona è il significato di Dio, cioè come Lui agisce, e come dovremmo agire noi. Come? Come un pane che si offre per essere mangiato. Noi siamo pane che sazia i bisogni del mondo?

Oggi è memoria di Jacques Maritain, filosofo, mistico, piccolo fratello di Gesù.

28 MARITAIN.jpgJacques Maritain era nato a Parigi, il 18 novembre 1882, da Geneviève Favre, figlia dello statista francese Jules Favre, e di Paul Maritain, un avvocato di fama. Educato nel protestantesimo liberale, Jacques aveva studiato al Liceo Enrico IV e poi Filosofia e Scienze Naturali alla Sorbona. È qui che il giovane incontrò Raissa Oumançoff, ebrea di origine russa, naturalizzata francese, con cui si sentì subito in sintonia per interessi, ideali e tormenti interiori. Fu una conferenza di Henri Bergson, professore al College de France, che rivelò loro il senso dell’assoluto e li spinse a voler vivere l’avventura della vita. L’incontro, poi, con lo scrittore Leon Bloy li portò a contatto del cattolicesimo e delle sue storie di santità e di grazia e li indusse, nel 1906, a chiedere il battesimo. Poco dopo, insieme, pur nella scelta irrevocabile della devozione e dell’amore reciproco, promisero di vivere il celibato del regno, facendo voto di castità. Con la sorella di Raissa, Vera, avviarono un sodalizio spirituale, che durerà tutta la vita. Convinti che la contemplazione chiede non di lasciare i chiostri e i conventi, ma di uscire e di espandersi fuori, di scendere nelle strade del mondo, si fecero apostoli della chiamata universale alla vita mistica, come via alla perfezione della carità. In quegli stessi anni Maritain abbandonò definitivamente la filosofia bergsoniana, identificandosi sempre più nell’opera di Tommaso d’Aquino, che caratterizzerà tutta la sua produzione successiva. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Maritain si trasferirono negli Stati Uniti, dove Jacques continuò la sua attivita di pubblicista e di professore di filosofia, insegnando, a New York, nelle università di Princeton e della Columbia, e tenendo conferenze in numerose città americane. Dal 1944 al 1948 fu inviato a Roma quale ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Dal 1948 al 1960 i Maritain si trasferirono nuovamente negli USA. Nel 1960, durante uno dei periodici viaggi in patria, Raissa morì, il 4 novembre, a Parigi. Tenendo fede ad una promessa che si erano fatta, Maritain scelse di vivere l’ultimo tratto della sua vita in una comunità religiosa, quella dei Piccoli fratelli di Gesù, a Tolosa. Durante il Concilio ecumenico Vaticano II, Paolo VI lo interpellerà spesso sulle questioni più dibattute. Nel 1970, a ottantotto anni, Maritain cominciò il suo anno di noviziato per entrar a far parte a pieno titolo della famiglia di Charles de Foucauld. Morì, novantunenne, il 28 aprile 1973.

I testi che la liturgia del giorno propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.7, 51 – 8, 1a; Salmo 31; Vangelo di Giovanni, cap.6, 30-35.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

La conferma elettorale del governo di Rafael Correa in Ecuador rappresenta un’ulteriore sconfitta del vecchio sistema politico, basato sul controllo del Paese da parte di una ristrettissima oligarchia, che da sempre ha governato in funzione esclusiva dei propri interessi. Certo le sfide per il futuro, anche immediato, si presentano imponenti, considerando il variegato schieramento che esprime l’attuale maggioranza governativa, la grave crisi economica mondiale in atto, e gli obiettivi di un progetto politico ambizioso, che priorizza i programmi redistributivi, la tutela della salute, e il diritto all’educazione per tutti. “Non avremo mai il Regno di Dio nella storia temporale”, e tuttavia il cristiano non si stancherà mai di perseguirlo, perché se ne intravvedano qui e là i segni: giustizia, pace, solidarietà, amore. È la lezione che Jacques Maritain ci offre in questo brano del suo “Filosofía de la Historia” (Editorial Troquel), che noi, nel congedarci vi proponiamo come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Secondo me, noi cristiani dobbiamo cercare con tutte le nostre forze una genuina – e voglio dire reale e vitale, non solo decorativa -, per quanto sempre imperfetta, realizzazione delle esigenze del Vangelo in questo mondo. Il fatto che milioni di uomini muoiano di fame e vivano nella disperazione una vita indegna dell’uomo, è un insulto a Cristo e all’amore fraterno. La missione temporale del cristiano consiste nello sforzarsi di eliminare questi mali e di costruire un ordine sociale e politico cristianamente ispirato, in cui la giustizia e la fraternità siano servite nel miglior modo possibile. Tuttavia, questo lavoro, operando al centro del mondo e della civiltà, compete principalmente al laicato cristiano. È un imperativo trasformare la vita terrena secondo le esigenze della legge naturale e del Vangelo. In ogni caso, ci sarà sempre una differenza tra un cristiano e un ateo per ciò che riguarda il lavoro da portare a compimento sulla terra, perché un ateo persegue in esso il suo fine assolutamente ultimo, mentre il cristiano vede in esso un fine ultimo solo in un certo ordine dipendente dal fine assolutamente ultimo che è sovratemporale. La realizzazione del Vangelo nella vita temporale, che i cristiani devono sperare e per la quale devono sforzarsi, sarà sempre in una maniera o nell’altra, difettosa e contaminata, perché questo mondo non sarà mai interamente riconciliato con Cristo nella storia. Non avremo mai il Regno di Dio nella storia temporale. Ma, a maggir ragione ci dobbiamo sforzare per esso. Non può esserci riposo per i cristiani, finché la giustizia e l’amore non governano la vita degli uomini. Ma, dato che le esigenze evangeliche non saranno mai soddisfatte, il cristiano non conoscerà riposo nella storia – e questo è proprio della sua condizione. (Jacques Maritain, Filosofía de la Historia).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 28 Aprile 2009ultima modifica: 2009-04-28T23:55:00+02:00da fraternidade
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