Giorno per giorno – 31 Marzo 2009

Carissimi,
“Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati” (Gv 8, 23-24). Yuri Skobtsov, quando è morto in un campo di concentramento nazista, aveva solo 23 anni. Nel febbraio 2004, è stato dichiarato santo, assieme alla madre, Maria Skobtsova. Entrambi erano stati deportati per la loro attività volta a salvare la vita agli ebrei perseguitati. Yuri aveva scritto un giorno: “Non esiste un problema ebraico, esiste un problema cristiano […]. Se noi fossimo veri cristiani, avremmo indossato tutti le stelle [gialle]. Il tempo di confessare è arrivato. I più cadranno nella tentazione, ma il Salvatore ha detto: “Non aver paura, piccolo gregge”. “Morirete nei vostri peccati”. Stamattina, riflettendo sul Vangelo di oggi, ci dicevamo che in gioco non c’era e non c’è una discussione teorica sulla divinità di Gesù (nulla poteva e può interessarGli di meno!), ma l’accettare davvero il significato di Dio (l’Io-sono che Lui annuncia ed è), con tutte le conseguenze che ciò comporta per la nostra vita. Cioè, l’essere disposti a morire per la vita dell’altro-in-pericolo. Ieri, l’ebreo, oggi quanti altri? Noi avevamo ancora davanti agli occhi i duecento, e forse più, africani “dispersi” nelle acque del Mediterraneo, martiri dell’egoismo del Nord del mondo e di un intreccio di turpi traffici, di cui ha dato notizia il telegiornale di ieri sera. Ci è venuto da chiederci dove siano finiti mai i “movimenti della vita”, creati e mobilitati ad hoc, lì da voi, presumibilmente con inconfessati obiettivi di potere, capaci di inventarsi battaglie ideologiche, piene di livore e di odio, giocate sui resti di una povera ragazza e dei suoi martoriati genitori. Sì, quel “morirete, nei vostri peccati” è una drammatica eventualità che riguarda anche noi. A meno che.

Oggi la Comunità fa memoria di Maria Skobtsova, martire della carità, sotto il totalitarismo nazista.

31 MARIA SKOBTSOVA.jpgLisa Jurevna Pilenko era nata nel 1891 a Riga, in Lettonia, in una ricca famiglia dell’aristocrazia russa. Poetessa e attivista politica, sposò in prime nozze un bolscevico, da cui più tardi però si separò. Delusa dagli sviluppi della rivoluzione, sposò un ufficiale dell’Armata Bianca. Nel 1923, assieme a tre figlioletti, decise di lasciare il Paese, per stabilirsi a Parigi. La morte improvvisa per meningite della figlia più piccola, la segnò profondamente e la avviò ad un processo di profonda conversione. Cominciò a dedicarsi ai più indigenti tra i rifugiati russi, visitandoli in prigione, negli ospedali, nei manicomi o nelle periferie degradate della città. Diceva: “Ogni persona è l’autentica icona del Dio incarnato nel mondo”. Conobbe e frequentò anche i maggiori rappresentanti dell’ortodossia russa in esilio, come Bulgakov, Berdjaev e il metropolita Evlogij. Fu quest’ultimo che le consigliò di diventare monaca. Chiesto ed ottenuto il divorzio dal secondo marito, Lisa emise i voti monastici, nel 1932, assumendo il nome di Maria (in ricordo della penitente Maria Egiziaca). Fondò allora il suo monastero, dove, vivendo in assoluta povertà, si dedicò all’accoglienza dei più bisognosi tra i suoi fratelli, alla preghiera, e alla riflessione, portata avanti con i suoi compagni di fede, su come rinnovare la vita dell’Ortodossia. Nel 1943, a causa dell’assistenza offerta a numerosi gruppi di ebrei, fu arrestata dalla Gestapo e inviata nel campo di concentramento di Ravensbruck. Lì trascorse due anni in condizioni indescrivibili di crudeltà e disumanità, consolando, incoraggiando e testimoniando fino alla fine la civiltà dell’amore tra le sue compagne di sventura. Morì nella camera a gas il 31 marzo 1945.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dei Numeri, cap.21, 4-9; Salmo 102; Vangelo di Giovanni, cap.8, 21-30.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Per stasera è tutto. Noi ci congediamo, offrendovi in lettura un brano di Maria Skobtsova, dal titolo “Il secondo comandamento dell’Evangelo”, tratto da “Le sacrement du frère” (Les Éditions du Cerf et Le Sel de la Terre), che troviamo nel sito di Pages Orthodoxes. E che è per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Noi siamo chiamati a incarnare, in una maniera vivace e creativa, i fondamenti della nostra chiesa: la “cattolicità” e la divino-umanità. Noi siamo chiamati a opporre il mistero della vera comunione alle relazioni menzognere tra gli uomini. È, infatti, l’unica via in cui si può esprimere l’amore di Cristo, l’unica via della vita. Al di fuori d’essa, non vi è che morte e ceneri, morte per gli odi molteplici che dividono l’umanità contemporanea tra le classi, le nazioni, le razze…. Ad ogni forma di totalitarismo di ordine mistico, dobbiamo opporre un’unica realtà: la persona, l’immagine di Dio nell’uomo. A tutte le forme di individualismo passivo nella democrazia, dobbiamo opporre la “cattolicità”, la sobornost. Rassicuratevi. Non vi è in questo nulla di sistematico. Noi desideriamo semplicemente tentare di vivere come ci insegna il secondo comandamento di Cristo, che deve determinare ogni nostro atteggiamento nei confronti degli uomini in questa vita sulla terra. Desideriamo cercare di vivere in maniera tale che quelli di fuori possano presentire nella vita cristiana la sola possibilità di salvezza, la bellezza suprema, la verità che supera ogni negazione. Arriveremo a incarnare le nostre speranze? Non lo sappiamo. Al limite, è opera di Dio. Ma, con la volontà del Signore, con il suo aiuto e la sua grazia, ciascuno di noi è chiamato ad impegnarsi con tutte le sue forze, a non temere lo sforzo più duro, a dare la propria anima per i suoi amici. Ora, ciascuno di noi è, asceticamente e in un sacrificio d’amore, chiamato a seguire il Cristo sino al Golgota che gli è destinato. (Maria Skobtsova, Le sacrement du frère).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Marzo 2009ultima modifica: 2009-03-31T23:53:00+02:00da fraternidade
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