Giorno per giorno – 22 Febbraio 2009

Carissimi,
“Un nipote di Rabbi Shlomo raccontava: Da uno zaddik venne un uomo la cui anima si era impigliata in un tale groviglio di inquietanti impulsi da non potersi nemmeno descrivere. ‘Io non posso aiutarti, disse lo zaddik, devi andare da Rabbi Shlomo di Karlin’. Così arrivò da mio nonno proprio nel momento in cui accendeva le luci di Hanukkà recitando salmi, come era suo uso. L’uomo si fermò e ascoltò. Mio nonno continuò a recitare senza voltarsi. Ma quando arrivò alle parole: ‘Ed egli ci strappò dai nostri oppressori’, si volse all’ospite, gli batté sulla spalla e chiese: ‘Credi tu che Dio ci può strappare a ogni oppressione?’. ‘Lo credo’, disse quello. Da quell’ora fu libero da tutti i suoi impulsi”. Lo scrive Martin Buber nel suo “I racconti dei Chassidim” (Garzanti). Noi ci si dimentica troppo spesso che il nostro Dio, il Dio di Israele e di Gesù, è il Dio che libera e perdona. E gli scribi di ogni tempo (anche il nostro scriba interiore, purtroppo!), oltre ogni loro buona volontà, fanno di tutto per aiutarci in questo. E, se non possono censurare Dio, perché questa sua attitudine salta fuori da ogni pagina della Bibbia – come ci ricorda anche Isaia nella prima lettura di oggi: “Io cancello i tuoi misfatti, per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati” (Is 43, 25) – almeno da suoi zelanti parrocchiani possono scandalizzarsi di Lui. Come è detto degli scribi nel vangelo di oggi: udendo Gesù, “pensavano in cuor loro: Perché costui parla così? Bestemmia!” (Mc 2, 6-7). Perché, confessiamolo: sul perdono che Dio concede e la liberazione che offre ci si può dilettare a scrivere o leggere persino qualche trattato di teologia, ma, a metterlo in pratica, eh, no, perdinci: l’ordine, la disciplina, la sicurezza valgono più di ogni altra cosa. E non ci accorgiamo che, ragionando così, i veri paralitici, responsabili di ogni altra paralisi nella chiesa e nella società, siamo proprio noi. E allora: portantini cercansi. Che ci conducano fino a Lui. Perché con il suo perdono ci guarisca dal nostro immobilismo.

I testi che la liturgia di questa 7ª Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap. 43,18-19.21-22.24-25; Salmo 41; 2ª Lettera ai Corinzi, cap. 1,18-22; Vangelo di Marco, cap. 2,1-12.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e Chiese cristiane ed è volta ad ottenere il dono dell’unità nella valorizzazione della diversità.

In questa data, la Chiesa cattolica fa memoria della Cattedra di san Pietro apostolo, il pescatore ebreo, tanto generoso quanto pauroso discepolo del Signore, che faticò non poco a intendere la natura della sequela di Gesù, ma, che, nel momento decisivo, seppe dar buona prova di sé. È occasione di preghiera per il servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a rendere a Dio, alla Chiesa e al mondo, nella fedeltà all’Evangelo.

Il calendario ci porta oggi anche la memoria di Quelli della Rosa Bianca, martiri sotto il totalitarismo nazista.

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Loro si erano definiti la “cattiva coscienza” della Germania nazista. Erano quattro ragazzi e una ragazza, tra i venti e i venticinque anni, di diversa confessione religiosa: gli evangelici Hans School (nato il 22 settembre 1918) e sua sorella Sophie (nata il 9 maggio 1921); l’ortodosso Alexander Schmorell (nato il 16 settembre 1917), il cattolico Willi Graf (nato il 2 gennaio 1918), e Cristoph Probst (nato il 6 novembre 1919), che si fece battezzare solo un’ora prima dell’esecuzione, tutti universitari. A loro si era aggiunto Kurt Huber, cattolico e professore di filosofia (nato il 24 ottobre 1893). Già membri della Hitlerjugend, la gioventù hitleriana, Hans, Alexander, Cristoph e Willi, avevano partecipato alla guerra sul fronte russo. Poi avevano aperto gli occhi, decidendo che era tempo di aprirli anche agli altri loro connazionali. Sotto il nome di Die Weisse Rose, “La Rosa Bianca”, cominciarono a fare ciò che potevano e sapevano fare: redigere, stampare e diffondere volantini. I primi, nell’estate del 1942, in tiratura limitata, solo a Monaco, dove vivevano; l’anno successivo, con l’aiuto mediato dal professor Huber, anche in altre città, come Ulm, Stoccarda, Augsburg, Vienna, Berlino e altrove. Durante la distribuzione del sesto volantino, il 18 febbraio 1943, vennero arrestati Sophie e Hans con Willi; il giorno dopo fu la volta di Cristoph e poi, in rapida successione, il 24 febbraio, di Alexander e, il 27 febbraio, del prof. Huber. Il processo di Sophie, Hans e di Cristoph, celebrato immediatamente, si concluse il 22 febbraio con la loro condanna a morte per tradimento. Furono decapitati nello stesso giorno. Il processo a Willi, Alexander e Kurt Huber, si svolse il 19 aprile, con esito identico. Schmorell e Huber vennero decapitati il 13 luglio 1943, nella prigione di Monaco. Il giovane Graf, nei mesi successivi, fu ripetutamente torturato dalla Gestapo, che tentò inutilmente di estorcergli i nomi di altri compagni e fu infine decapitato il 12 ottobre 1943. Restano per tutti esempio della forza e del coraggio che germinano da una coscienza che si educhi all’ascolto della Parola e alla lettura della realtà alla luce dell’evento della Croce.

Gran festa, stamattina, all’Asilo São Vicente de Paulo, che ha inaugurato così le celebrazioni che si susseguiranno durante tutto quest’anno, per il centenario della sua fondazione. Si chiama “asilo”, ma è l’ospizio della città, dove vivono forse un’ottantina di nostri amici e amiche della Domenica pomeriggio: Wagner, Domingo, João, José, Lery, Vandinho, Gabriel, Tiazinha, Maria, Chica, Lazinha, Virgilia, Vitoriana, Ivone, Divininha, Marininha, Luiza, Diana, Nikita, Adriana, Marta, Ines, per citarne solo alcuni. Che mettiamo assieme a tutti gli altri nelle vostre preghiere.

Non sappiamo se il nuovo segretario del PD, Dario Franceschini, avesse messo in conto, nel scegliere di giurare oggi sulla Costituzione, la ricorrenza odierna. E comunque, ciò che vi si può augurare è che questo “porti buono” alla democrazia del vostro Paese. Ed è tutto per stasera. Noi ci congediamo qui, offrendovi in lettura un brano del Quarto Volantino, stilato e diffuso dai giovani della Rosa Bianca. Giovani e meno giovani che seppero andare controcorrente. È il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Ogni parola che esce dalla bocca di Hitler è una menzogna. Quando egli parla di pace pensa alla guerra, quando egli in modo blasfemo pronuncia il nome dell’Onnipotente, si riferisce invece alla potenza del Male, agli angeli caduti, a Satana. La sua bocca è come l’ingresso fetido dell’inferno ed il suo potere è corrotto nel più profondo. È ben vero che si deve portare avanti con metodi razionali la lotta contro lo stato terroristico; ma chi oggi dubita ancora sulla reale esistenza di forze demoniache, non ha assolutamente capito lo sfondo metafisico di questa guerra. Dietro al concreto, che è afferrabile con i sensi, dietro ogni riflessione obbiettiva e logica, sta l’irrazionale, è cioè la lotta contro il demonio, contro il messaggero dell’Anticristo. Ovunque ed in ogni tempo, i demoni sono stati in agguato nelle tenebre in attesa dell’ora in cui l’uomo diviene debole, in cui esso abbandona volontariamente la sua posizione fondata sulla libertà donatagli da Dio e cede alle pressioni del Male, si distacca dall’ordine divino: Così, dopo aver fatto liberamente il primo passo , viene spinto al secondo, al terzo, ed ancora innanzi con sempre più turbinosa velocità. Allora, dovunque e nell’ora estrema del bisogno, sono sorti uomini, profeti, santi, che avevano conservato la loro libertà, che hanno richiamato il popolo al Dio unico, e con il suo aiuto lo hanno incitato a tornare indietro. L’uomo è bensì libero, ma senza il vero Dio è indifeso contro il male, come un neonato senza madre, come una nube che si dissolve. Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza ed il coraggio per combattere? Dobbiamo attaccare il male là dove esso è imperante, ed esso è imperante proprio nel potere di Hitler. (Weisse Rose, Quarto Volantino).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Febbraio 2009ultima modifica: 2009-02-22T23:13:00+01:00da fraternidade
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