Giorno per giorno – 25 Gennaio 2009

Carissimi,
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1, 14-15). A distanza di meno di due settimane, la liturgia ci ripropone questo brano di Marco che racconta l’inizio della predicazione di Gesù e le prime vocazioni che ne seguirono. Noi lo si è meditato giovedì sera, a casa di Arcelina, con solo pochi della Comunità, quanti se l’erano sentita di sfidare i piovaschi violenti e improvvisi che avevano preso a succedersi proprio in quelle ore. Erano per lo più persone che hanno [ri]cominciato a partecipare ai nostri incontri soltanto negli ultimi tempi: Andréia, Maria e i suoi due marmocchi, Elenice, dona Maria, Maria Helena, e quattro o cinque degli altri di sempre. Negli interventi che sono seguiti, il “convertitevi” è scivolato via quasi inosservato, forse perché si è sotto sotto convinti che noi non si abbia più davvero bisogno di conversione. E anche quanto alla chiamata, è cosa fatta, è cosa del passato. A cui si pensa con una certa soddisfazione: anche noi siamo stati chiamati. Eppure, questa del Vangelo, ma anche delle altre due letture e del salmo responsoriale, è, come sempre del resto, parola per l’oggi. Che intende scuoterci dai nostri fin troppo facili accomodamenti. Convertirsi al vangelo è convertirsi alla proposta del Regno, mica semplicemente alla pratica chiesastica. E Dio solo sa quanto noi se ne sia ancora distanti. E, forse, il dispetto che si prova quando ce lo ricordano, ne è il sintomo che più ce lo rivela. “Il tempo ormai si è fatto breve” (1Cor 7, 29): lo sottolinea Paolo, certo applicandolo a situazioni specifiche vissute dalla sua comunità di Corinto. Ma, forse, è breve da sempre e per sempre, da quanto, appunto, come dice Gesù, “è compiuto”. E allora si tratta solo di fare noi il passo che manca, il salto nel vuoto che la fede ci chiede (“credete al vangelo”). E ci è chiesta fantasia e creatività, per indovinarne i modi nelle concrete condizioni di oggi. Senza voler forzare, né banalizzare il tema, noi si diceva che il Forum Sociale Mondiale, che si aprirà dopodomani a Belém nel Pará e che durerà fino al 1° di febbraio, rappresenta una rinnovata chiamata a conversione; una riedizione dell’avventura di Giona, inviato alla Ninive dei nostri giorni, il mondo globalizzato, per questionarne l’ingiustizia, le disuguaglianze, l’intolleranza, la devastazione ambientale e le diverse forme di pregiudizio. Noi siamo chiamati a fare la nostra parte, come chiesa, comunità, singoli individui.

Le letture proposte dalla liturgia di questa 3ª Domenica del Tempo Comune sono tratte da:
Libro di Giona, cap.3, 1-5.10; Salmo 25; 1ª Lettera ai Corinzi, cap.7, 29-31; Vangelo di Marco, cap.1, 14-20.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le Comunità e Chiese cristiane.

25_CONVERS_O_DE_S_O_PAULO.JPGLa data di oggi ci porta anche la Festa della Conversione di Paolo Apostolo. Una conversione che cambiò la storia della Chiesa. E a cui la Chiesa, ogni Chiesa, è continuamente rinviata. Non è un caso che questa festa chiuda, nell’emisfero Nord, l’Ottavario di preghiere per l’Unità dei cristiani, una maniera per affermare che solo a partire da una resa incondizionata a Gesù Cristo e da una radicale conversione al suo Vangelo è possibile ritrovare il cammino dell’unità.

Il calendario ci porta anche la memoria di Enrico Suso, mistico domenicano, e dei Martiri Ebrei di Rufach, in Alsazia.

25_ENRIQUE_SUSO.JPGNato a Costanza il 21 marzo del 1293 (?), Enrico Suso entrò nell’Ordine dei Predicatori ed ebbe, a soli 18 anni, la visione della Sapienza eterna, di cui da allora divenne fervente apostolo, iniziando una vita di preghiera, ascesi e unione con Dio. Discepolo del santo Maestro Eckhart, dovette come questi discolparsi delle accuse di eresia nel processo intentato dai vertici dell’Ordine, ad Anversa nel 1327. Nel 1330, lasciato l’isolamento, cominciò a mettere per iscritto la sua dottrina e le sue esperienze spirituali. Fu in Svizzera, in Renania e in Alsazia. Suso è considerato il più amabile dei mistici. Affermava che il più alto grado della vita spirituale consiste nell’unione con Dio in visione, amore e gaudio inesprimibile, e riassumeva in questi termini il cammino che conduce a Dio: deporre la forma creata, conformarsi a Cristo, trasformarsi in Dio. Scrisse il “Libriccino della verità”, il “Libriccino della Sapienza eterna”, l’ “Horologium sapientae”, il “Libro delle lettere” con 11 epistole e altre opere ascetiche e religiose. Morì il 25 gennaio 1366.

25 Massacro di Rufach.jpgNella prima metà del secolo XIV, numerose comunità di ebrei furono sterminate in Franconia e in Alsazia. Noi le ricordiamo tutte in questa data, in cui avvenne uno dei massacri più efferati, ad opera dei famigerati Armleder, bande di bravacci, così chiamati perché al posto delle normali armature, indossavano pezzi di cuoio. Il 25 gennaio 1338, armati di seghe, di pale e di mazze, al seguito del loro emblema e di una croce, condussero l’intera popolazione fuori della città e la trucidarono in un prato che ancora oggi è chiamato Judenmatt, “prato degli ebrei”. Quarant’anni prima, il 13 gennaio 1298, la popolazione ebraica di Rufach aveva già conosciuto un eccidio di eguali proporzioni. Il 29 dicembre 1348, gli ebrei di Colmar, altra località della regione, vennero arsi vivi; il 14 febbraio 1349, sarebbe toccato alla comunità di Strasburgo subire la stessa sorte, 2000 persone, uomini, donne e bambini.

È tutto per stasera. Noi ci congediamo, lasciandovi a un brano delle “Catechesi battesimali” di Giovanni Crisostomo, che richiama l’insegnamento e l’esempio dell’apostolo Paolo. Ed è il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Oggi avete udito il beato Paolo, il dottore della Chiesa, che scrive e dice: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova” (2 Cor 5,17). Perché non pensiamo che la sentenza paolina sia riferita a qualche creatura visibile, il testo sottolinea: Se uno è in Cristo, volendo insegnarci come chi abbia posto la sua fede in Cristo, rivela a noi una nuova creatura. Il fascino che si prova a contemplare cieli nuovi e nuovi aspetti della creazione, è analogo al profitto di scorgere un uomo passato dal vizio alla virtù, convertito dall’errore alla verità. Questi Paolo ha chiamato nuova creatura, per cui subito aggiunge: Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Sembra voler dimostrare che gli uomini, liberati dall’errore e illuminati dal lume della giustizia, quasi avessero deposto il peso dei peccati come un vestito vecchio, mediante la fede in Cristo Gesù hanno indossato questo vestito nuovo e splendente, l’abito regale. Ecco perché dichiara: Se uno è in Cristo, è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove. Dimentichiamo il passato e come vivendo in una vita nuova, trasformiamo la nostra esistenza. Parliamo e agiamo in ogni cosa, memori della dignità di colui che abita in noi. (Giovanni Crisostomo, Catechesi battesimali).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Gennaio 2009ultima modifica: 2009-01-25T23:40:00+01:00da fraternidade
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