Giorno per giorno – 13 Gennaio 2009

Carissimi,
“Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio. E Gesù lo sgridò: Taci! Esci da quell’uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.” (Mc 1, 23-25). L’evangelista Marco fa di questo esorcismo il primo segno messo in atto da Gesù, all’inizio del suo ministero. Forse anche ciò che in noi c’è di logica del mondo, grida ancora oggi a Gesù: Che c’entri con noi? E infatti non c’entra niente. E, se vogliamo dargli retta per davvero, Lui è venuto, sì, a rovinarci. A perdere noi, gente di chiesa, che continuiamo ad essere posseduti dalle categorie di “fuori”, che ostacolano e negano la dimensione del Regno. Ciascuno può enumerare gli spiriti che hanno preso o tentano di prendere possesso del nostro essere e del nostro agire: desiderio di potere, ambizione, egoismo, intolleranza, violenza, servilismo, opportunismo, corruzione, indifferenza, accomodamento, individualismo, e quant’altro. Ed ecco che arriva Lui e ci fronteggia. E noi si può solo sperare (o, forse, ci disperiamo) che egli dica quella parola, e ci strappi a noi stessi e ci faccia Lui. Chiesa di suoi testimoni.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di George Fox, mistico e fondatore della Società degli Amici (Quaccheri).

13_GEORGE_FOX 2.jpgNato in una famiglia poverissima, nel luglio del 1624, a Drayton-in-the-Clay, nel Leichestershire (Inghilterra), Fox cominciò giovanissimo a lavorare in una bottega di calzolaio, ma, nel 1643, risolse di lasciare ogni cosa per dedicarsi, in una vita itinerante, alla lettura e alla meditazione della Bibbia. Ebbe esperienze mistiche che gli diedero la certezza che ogni credente, qualunque fede professi, può ricevere l’illuminazione spirituale, in forza della Presenza divina nascosta in ogni essere umano. Fox iniziò la sua predicazione pubblica a Leicester, nel 1647; tuttavia prendeva la parola solo quando si sentiva animato dall’ispirazione divina. È questa un’usanza che continua ancora oggi tra i quaccheri, le cui riunioni sono caratterizzate da lungi silenzi, volti a favorire quel raccoglimento che permette di raggiungere una profonda comunione con Dio. Fox fondò un vasto movimento tra le classi diseredate, che prenderà il nome di Società degli Amici, richiamandosi all’espressione di Gesù in Gv 15,14: “Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando”. Il movimento si sparse presto in tutta l’Inghilterra. Persecuzioni, condanne, arresti non valsero a fermare Fox né i suoi seguaci: a tutto essi reagivano con serenità e senza mai opporre violenza, nella coscienza di dover “rispondere a ciò che v’è di Dio” in ogni uomo, perfino nei loro persecutori. Fox sentì con grande chiarezza la problematica sociale del suo tempo. Sostenne la riforma giudiziaria e carceraria, l’abolizione della schiavitù, la diffusione dell’istruzione elementare. Nel 1670-73 si recò a predicare in America. Anche lì, nonostante le persecuzioni, si videro presto i frutti della sua attività missionaria. Tornato in patria, morì a Londra il 13 gennaio 1691.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap. 2,5-12; Salmo 8; Vangelo di Marco, cap. 1,21b-28.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali dell’Africa Nera, e con quante da esse hanno tratto origine.

Bene, noi ci congediamo qui, offrendovi come ultima lettura il brano di una lettera di George Fox, datata 30 marzo 1686 e riportata nel ““The Journal of George Fox”. È per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Nella sua chiesa di membri viventi Cristo esercita il suo ufficio spirituale profetico, per aprir loro i misteri del suo regno. Egli è un vescovo spirituale che vigila su di loro, affinché essi non si allontanino dal Dio vivente che li ha creati; un pastore che li nutre con il pane e l’acqua della vita del cielo, e nessuno può strappare le sue pecore dalle mani. Egli è un sacerdote che è morto per loro, li santifica e li presenta a Dio, che governa nei loro cuori per mezzo della fede divina, della quale egli è autore e perfezionatore. I suoi membri viventi lodano Dio attraverso Gesù Cristo, in cui hanno vita e salvezza, il quale li riconcilia a Dio, cosi che essi possono dire che hanno “pace in Dio attraverso Gesù Cristo”: e così lodano Dio attraverso lui che era morto ed è vivo, regna su tutti, e vive eternamente, per sempre benedetto, alleluia, amen! Salutatevi reciprocamente con il bacio santo della carità. L’amore – o la carità – tutto sopporta, tutto crede, tutto spera, tutto tollera. Non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, né si comporta inconvenientemente. Non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. L’amore non si adira facilmente, non pensa male, ma sopporta a lungo ed è benigno. L’amore non finisce mai. Io dico, salutatevi gli uni gli altri, con il santo bacio dell’amore e la pace sia con voi tutti che siete in Cristo Gesù, vostra vita e salvezza. (The Journal of George Fox).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Gennaio 2009ultima modifica: 2009-01-13T23:48:00+01:00da fraternidade
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