Giorno per giorno – 08 Novembre 2008

Carissimi,
“Procuratevi amici con la iniqua ricchezza, perché quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne” (Lc 16, 9). Ogni ricchezza non condivisa, non finalizzada al bene comune, è iniqua. Sì, certo, proprietà, denaro, beni, ma anche la nostra stessa vita, gli affetti, la famiglia, il tempo, la professione, gli studi, il lavoro, il riposo e, a maggior ragione, la nostra fede, la predicazione, la testimonianza, la nostra funzione nella comunità e nella chiesa. Nulla di nostro, né di noi stessi, sfugge all’alternativa drastica annunciata da Gesù: “Non potete servire a Dio e a mammona” (v.13). Ieri sera ci ha cercati Adriana, per dirci: sono stata a casa di dona X, mi ha detto: forse sei stata mandata dal buon Dio, perché stavo per commettere una sciocchezza. Farla finita, perché io e mio figlio non abbiamo più niente da mangiare. E dona X è conosciuta da tutti come donna seria, saggia e dedicata. Solo che capita anche a persone così, di essere all’improvviso messe a terra dai debiti, o da cos’altro, al punto di non vedere più l’uscita dal tunnel. Ieri mattina aveva bussato alla porta di uno di noi un ragazzo di ventitre anni, di una famiglia buona, onesta, laboriosa, che tempo fa, tuttavia, aveva imboccato una strada sbagliata. E fa: se non pago ciò che devo entro domani pomeriggio, sono morto. Perché quelli non scherzano. E che non scherzino lo sappiamo, perché ci sono già stati due morti di recente. Si tratta allora, nell’uno come nell’altro caso, di mobilitare le forze, assumere informazioni, pregare, riflettere insieme e insieme decidere e fare qualcosa. C’è chi consiglia: tenetevene fuori, lasciate perdere. Ma sappiamo che questo equivarrebbe a far prevalere mammona su Dio. E dunque.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, mistico islamico.

08 Ibn Arabi bis.jpgMohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, detto Muhyi ed-Din (Vivificatore della Religione) era nato a Murcia, in Spagna, il 27 luglio 1165 (17 Ramamdan del 560, secondo il calendario egiriano), quando l’Andalusia era ancora sotto dominio islamico (lo era ormai da 450 anni). A otto anni, con la famiglia si trasferì a Siviglia, dove visse per i successivi ventisette anni. A 16 anni, secondo quanto lui stesso racconterà, la visione di Mosè, Gesù e Mohammed lo portò a decidere di intrapprendere il cammino di una vita tutta rivolta a Dio. Dopo un incontro con il filosofo Ibn Rushd (Averroè) a Cordova, cominciò a studiare seriamente il Corano e gli Hadith (i Detti e Fatti del Profeta), frequentando nel contempo molti maestri spirituali, uomini e donne. Ebbe, durante tutta la vita, numerose esperienze mistiche, visioni e rivelazioni. Nel 1193, un soggiorno a Tunisi segnò una tappa ulteriore della sua esperienza spirituale. Tornato a Siviglia, la descrisse nel suo primo libro Mashahid al-asrar (Contemplazione dei Santi Misteri). Nel 1204 al-‘Arabi si trasferì a Malatya, in Turchia, dove si sposò, ed ebbe almeno due figli e una figlia. Poi, a partire dal 1223, si stabilì a Damasco, dove continuò a scrivere e a insegnare a un gran numero di discepoli, molti dei quali sarebbero divenuti a loro volta sufi famosi. Tra loro ci fu Shams-i-Tabrizi, il maestro di Jalaluddin Rumi. Nel 1229 una visione gli mostrò il profeta Mohammed che gli porgeva il Fusus al-Hikam (il Castone della Saggezza), il libro in cui il nostro raccoglierà la quintessenza dei suoi insegnamenti. Negli anni successivi si dedicò a stendere la monumentale Futuhat al-Makkiyya (Rivelazioni Meccane): 560 capitoli dedicati ad ogni aspetto della vita spirituale. Compilò anche una vasta collezione di poesie, raccolte nel volume Diwan. Morì il 9 novembre 1240 (il 22 del mese di Rabi’ II del 638 anno dell’Egira) all’età di 75 anni, lasciando ai discepoli un’enorme quantità di scritti e di insegnamenti spirituali.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Filippesi, cap.4, 10-19; Salmo 112; Vangelo di Luca, cap.16, 9-15.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Massimiliano, il ragazzo siciliano di 14 anni ammalato di sarcoma, di cui vi avevo parlato, è stato operato: gli hanno tolto i muscoli di un braccio perché la chemioterapia non ha dato i risultati sperati”. Il nostro amico Vittorio ci aveva scritto poco più di un mese fa, per chiedere il sostegno della nostra preghiera. Ora ci scrive nuovamente. Noi insistiamo anche con voi. Lui ci penserà.

È tutto. Nella raccolta dei “Salmi Sufi” (Icone Edizioni) troviamo questa poesia di Ibn ‘Arabi, che, nel congedarci, vi proponiamo come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Quando nel mio cuore / si manifestò il Tuo mistero, / la mia esistenza rimase annichilita / e impallidì la mia stella. // Il mio cuore si è rivestito / della condizione di mistero / del mio Signore / e io mi sono assentato / dalla forma visibile / del mio corpo. // Da Lui sono andato verso di Lui, / per mezzo di Lui, / in una barca costruita / con le mie nobili risoluzioni. / Ho sviluppato i misi pensieri / come un velo steso sull’oceano / delle mie segrete conoscenze. // Sulla mia barca hanno soffiato i venti, / i venti del miuo desiderio ardente. / E veloce come una freccia / la mia barca ha solcato l’Oceano. // Ho attraversato il mare della vicinanza / finché i miei occhi videro un Fuoco / che non posso nominare. / E dissi al mio Signore: / o Tu, che il mio cuore ha contemplato, / ora non posso che apprestarmi / a scoccare un dardo / al bersaglio del Tuo Amore. // Tu sei il mio intimo Compagno, / la mia Festa solenne, / l’oggetto della mia passione, / il mio Frutto Dorato, / Signore. (Ibn ‘Arabi, Da Lui sono andato verso di Lui).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Novembre 2008ultima modifica: 2008-11-08T23:43:00+01:00da fraternidade
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