Giorno per giorno – 28 Febbraio 2008

Carissimi,
“Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino” (Lc 11, 21-22). Quaresima è questo tempo di lotta, da cui, un po’ paradossalmente, usciremo vincitori se ci lasceremo sconfiggere dal “più forte” che è venuto a scardinarci la porta di casa, a mettere subbuglio nelle nostre sicurezze, ad aprirci gli occhi, il cuore, la vita a nuovi valori, ad una nuova maniera di essere. “Conquistare le passioni subdole mi pare più difficile che raggiungere la conquista fisica del mondo con la forza delle armi. Da quando sono tornato in India ho combattuto contro le passioni assopite che si nascondono nel mio cuore, lo scoprirle mi ha umilato ma non vinto. Le esperienza e gli esperimenti mi hanno dato coraggio e molta gioia. Ma so che mi aspetta un cammino difficile, mi devo annientare totalmente. Finché un uomo, di sua spontanea volontà, non si considererà l’ultimo fra i suoi simili, per lui non c’è salvezza: l’ahimsa è il limite estremo dell’umiltà”. È la confessione dell’anima grande di Gandhi. E, a questo punto, noi si ha solo da prendere e portare a casa. Dato che scopriamo ogni giorno che la nostra preghiera è così spesso quella del fariseo: Grazie, Signore, perché io non sono come loro. E già questo ci rende peggio. La casa del nostro io si rivela più forte di quel che sospettavamo e Lui dovrà faticare alquanto per espugnarcela.

Bene, il calendario ci porta oggi la memoria di uno dei grandi riformatori della Chiesa, Martin Bucero, testimone di pace e dialogo.

1651896400.jpgMartin Kuhhorn (che avrebbe scelto in seguito il nome umanistico di Bucero) era nato l’11 novembre 1491 a Schlettstadt, in Alsazia, da umile famiglia, ed era entrato quindicenne nell’Ordine domenicano. Nel 1517 fu inviato all’Università di Heidelberg per proseguirvi gli studi. Lì, l’anno successivo, conobbe Lutero e fu subito conquistato dalle sue idee. Allontanato dall’Ordine, nel 1521, svolse il suo ministero come prete secolare a Landstuhl, nel Palatinato, dove conobbe e poi sposò Elizabeth Silbereisen, una ex-monaca, che gli diede tredici figli, di cui uno solo sopravvisse. Trasferitosi a Strasburgo, nel 1523, divenne il principale riformatore della città. Sostenitore convinto della necessità di tornare all’Evangelo, organizzò la chiesa locale in una rete di piccole comunità, che avrebbero dovuto seguire il modello della Chiesa delle origini, delineato negli Atti degli Apostoli. Conobbe e influenzò notevolmente Giovanni Calvino. Nella controversia che opponeva Lutero e Zwingli sulla natura dell’Eucaristia, Bucero tentò inutilmente di mediare tra i due schieramenti. Si dedicò anche con entusiasmo alla ricerca di una riconciliazione fra protestanti e cattolici romani e a far opera di pacificazione nei confronti degli anabattisti. Quando la moglie morì di peste nel 1541, Bucero sposò Wibrandis Rosenblatt, già vedova, in ordine di tempo, dei riformatori Ludwig Keller, Johannes Heusegen (Giovanni Ecolampadio) e Wolfgang Capito. La donna gli diede tre figli, di cui una sola sopravvisse. Nel 1549, esiliato da Strasburgo, per ordine di Carlo V, si trasferì, su invito dell’arcivescovo Thomas Cranmer, in Inghilterra, dove fu ricevuto con tutti gli onori dal re Edoardo VI. Dopo un breve soggiorno a Londra, fu chiamato a Cambridge come professore. Qui lavorò alla sua opera De regno Christi e contribuì alla stesura del Book of Common Prayer della Chiesa anglicana. La morte lo colse il 28 febbraio 1551. Sotto il regno di Maria Stuart (1553-1558), i suoi resti furono esumati e bruciati, e la sua tomba demolita (1556), ma fu ricostruita nel 1560 dalla regina Elisabetta (1558-1603). Dopo Lutero e Melantone, Bucero fu il più influente dei riformatori tedeschi.

I testi che la liturgia porpone oggi alla nostra attenzione sono tratti da:
Profezia di Geremia, cap. 7, 23-28; Salmo 95; Vangelo di Luca, calp. 11, 14-23.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Noi ci congediamo qui. Offrendovi in lettura una breve citazione di Martin Bucero, tratta dalla prefazione al suo “Traité de l’amour du prochain”. È il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
È la ragione per cui ho scritto questo piccolo trattato destinato a esortare a non vivere per se stessi , ma per il proprio prossimo, e a mostrare come noi possiamo arrivarci, giungere cioè a quello stato di perfezione che ci è accessibile quaggiù. […] Che il Padre di ogni grazia ci conceda tramite il nostro Signore Gesù Cristo di non accontentarci di parlare di queste cose. Poiché il Regno di Dio consiste in potenza, non in discorsi. […] Ascoltate dunque la voce del vostro unico e vero pastore Gesù Cristo, per progredire nella fede e divenire perfetti nell’amore, e non vivete più in nessun modo per voi stessi, ma per il vostro prossimo e, attraverso di lui, per Cristo (Martin Bucer, Traité de l’amour du prochain).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 28 Febbraio 2008ultima modifica: 2008-02-28T23:32:00+01:00da fraternidade
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