Giorno per giorno – 13 Febbraio 2008

Carissimi,
i niniviti, diceva stasera dona Nady, nella chiesetta dell’Aparecida, erano pagani, eppure, davanti alla parola dell’inerme Giona, che, senza nessuna prova che ne testimoniasse la fondatezza e la veridicità, annunciava la distruzione della città, hanno saputo prendere l’iniziativa, inventarsi una conversione che per altro non gli era chiesta. E una conversione non da una religione a un’altra, ma da una condotta malvagia e dalla violenza ad una vita buona e giusta. Che è quanto basta per intenerire il cuore di un Dio reso furioso dal male che così spesso i suoi figli si fanno l’un l’altro. Noi, cristiani battezzati, siamo molto più smaliziati degli antichi pagani, e per credere a Gesù che, attraverso le pagine del suo Vangelo, interpreta la nostra storia, ancora oggi chiediamo segni convincenti, che giustifichino un cambiamento di vita. Perché, diciamocelo, chi ce lo fa fare di lasciare le nostre abitudini, il nostro tranquillo e soporoso tran-tran quotidiano? In vista di che? Così la parola di Gesù vale anche per noi, oggi: “Questa generazione è una generazione malvagia”. E non ci sarà dato nessun segno. Quaresima è prendere l’iniziativa di cambiare. Guardando all’ingiustizia del mondo (e alle nostre diverse complicità con essa), decidere che non vale la pena correre incontro alla nostra distruzione. E, fidando solo in una Parola attestata ma non non provata, come può essere la risurrezione del Crocifisso (cioè, il riconoscimento da parte di Dio dell’amore crocifisso come sua propria Verità), decidere di metterci in cammino. Cominciando a servire e amare.

Il calendario ci porta oggi la memoria di Santiago Miller, martire in Guatemala.

1080983768.jpgJames Alfred Miller era un religioso lassalliano, originario degli Stati Uniti. Nato a Stevens Point, Wisconsin, il 21 settembre 1944, primogenito di Arnold e Lorraine Miller, James era entrato nell’agosto 1962 nel noviziato dei Fratelli delle Scuole cristiane e aveva emesso i suoi primi voti religiosi l’anno successivo, il 31 agosto. Dopo aver completato il ciclo di studi e aver insegnato alcuni anni in patria, fu inviato nel 1971 in Nicaragua, dove restò quasi dieci anni, insegnando nelle scuole di Bluefields, Waspam e Puerto Cabezas. Rientrato negli Stati Uniti nel 1980, vi si trattenne un anno, ripartendo l’anno successivo questa volta per il Guatemanla, come professore del Collegio de La Salle e direttore dell’Istituto Indigenista. Allegro, amabile e totalmente dedito alla sua gente, non trovava mai tempo per sé. Huehuetenango era una comunità povera e bisognosa, ma anche seriamente impegnata nella lotta per la giustizia. Nel dicembre del 1981, durante un viaggio negli Stati Uniti, per quella che sarebbe stata l’ultima breve visita alla famiglia e per sottoporsi ad una chirurgia al ginocchio, Miller denunciò le condizioni disumane in cui viveva la sua gente: scuole fatiscenti, bambini senza di che vestire, pacifici padri di famiglia assassinati mentre erano al lavoro nei campi, studenti rapiti dai militari e fatti sparire. Poche settimane dopo il suo rientro in Guatemala, il 13 febbraio 1982, quattro uomini armati invasero la scuola e lo uccisero a bruciapelo. Aveva 37 anni di età, venti di vita religiosa.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Giona, 3,1-10; Salmo 51; Vangelo di Luca, cap. 11,29-32.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale ne sia la religione, la cultura o la filosofia di vita.

Noi ci si congeda qui, lasciandovi alla lettura di un brano tratto da “El Principio misericordia “(Uca Editores) di Jon Sobrino. Che ci sembra in tema ed è il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non solo da punto di vista cristiano, ma anche semplicemente umano , trasformare il cuore di pietra in un cuore di carne (la conversione) è il problema fondamentale del Primo Mondo. E questo è ciò che Il Terzo Mondo gli rende possibile. Quest’ultimo, infatti, esprime nella sua stessa carne l’esistenza di un immesno peccato, quello che dà morte lenta o violenta a esseri umani innocenti. E, dato che lo manifesta in maniera plateale, ha forza di conversione. Detto in altri termini, se interi continenti crocifissi non hanno la forza di cambiare il cuore di pietra in cuore di carne, ci si può chiedere chi lo farà. E se nulla è in grando di farlo, ci si può chiedere che futuro attende un Primo Mondo costruito, consapevolmente o inconsapevolmente, su cadaveri della famiglia umana. Non può esserci senso della vita se si vive in questa maniera. E, cosa che il Primo Mondo suole dimenticare con frequenza, il Terzo Mondo è aperto al perdono dei suoi oppressori. Non vuole trionfare su di essi, ma condividere con essi e aprir loro un futuro. A chi gli si avvicina, i poveri del Terzo Mondo aprono il cuore e le braccia e – senza saperlo – concedono il loro perdono. Permettendo che gli si avvicinino, rendono possibile al mondo oppressore di riconoscersi peccatore, ma anche perdonato. E in questo modo introducono nel mondo oppressore una realtà umanizzante, ancora assente: la grazia, poiché il perdono non è un guadagno del carnefice, ma dono della vittima. (Jon Sobrino, El Principio misericordia).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Febbraio 2008ultima modifica: 2008-02-13T23:50:00+01:00da fraternidade
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