Giorno per giorno – 12 Ottobre 2013

Carissimi,

“Tre giorni dopo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno vino” (Gv 2, 1-3). Lei, Maria, doveva godersela un mondo a vedere tutta quella gente allegra che popolava la festa e fu il timore che la loro allegria potesse venir meno che la spinse a intervenire presso Gesù. Il quale le brontolò sottovoce qualcosa, ma poi, per non farla restar male, le obbedì. E provvide il vino migliore. È questa convinzione che, ogni anno, in questa data, porta qualche migliaio di pellegrini a farsi una dozzina di chilometri a piedi, tanti quanti separano Goiás dal santuarietto di Aréias, per la festa che si celebra oggi di Nossa Senhora Aparecida, che è la patrona del nostro Brasile. Sanno che lei non sopporta di vedere i suoi figli tristi e che qualcosa inventa sempre per scuotere il suo figliolo, che a volte sembra distratto. Per molti di quelli che si mettono in marcia, i più coraggiosi quando ancora è notte, questo è l’unico appuntamento religioso dell’anno. Non c’è Pasqua o Natale, meno che meno la messa alla domenica: devono ancora inventare qualcosa che renda questi riti  meno seri di quanto lo sia già, fin troppo, la vita. E crediamo che Gesù, ma ancor più sua madre, si trovino su questo sostanzialmente d’accordo. Dovrebbe esserlo anche la Chiesa, di cui Maria è immagine. Ma sembra essersi scordata che l’allegria  di una festa di nozze è l’inizio dei segni di Gesù, cioè la radice di tutti i suoi segni.  E, se manca quella, siamo in presenza del segno di qualcosa d’altro. Sì, siamo rimasti senza vino, buon Dio, pensaci tu. Te lo dice tua madre.

 

Dunque, oggi, è la festa di N.S. Aparecida, che è chiamata anche la Vergine piccolina, Madre dei Poveri, Patrona del Brasile.

 

12_APARECIDA.JPGContrariamente a quello che può far pensare il nome (aparecida = apparsa), non si tratta della storia di un’apparizione mariana. La piccola statua in terracotta della Vergine Madre di Gesù, che è venerata in Brasile con questo titolo, fu trovata da alcuni pescatori nelle acque del fiume Paraíba nell’anno 1717, nell’entroterra dello Stato di São Paulo, a 160 chilometri dalla capitale. Per quasi vent’anni restò custodita, con affetto e devozione, nella casa di uno dei pescatori. Nel 1737 fu deciso di collocarla in una cappella. Più tardi, nel 1745, fu costruita una chiesa, poi una basilica (1888), fino a giungere alla basilica attuale, consacrata nel 1980, meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera.

 

Il nostro calendario ci porta anche la memoria di Elisabeth Fry, quacchera, amica dei carcerati e riformatrice delle prigioni, e di don Luigi di Liegro, prete dalle mani sporche.

 

12 ELIZABETH FRY.jpgElizabeth Gurney era nata a Norwich, nel Norfolk, in Inghilterra, il 21 maggio 1780, in una famiglia quacchera.  Diciottenne, durante un culto della Societa degli Amici,  dall’amica Deborah Darby si era sentita rivolgere le parole: “Tu sei nata per essere luce per i ciechi, parola per i muti, piede per gli zoppi”.  Ora, lei sapeva che quello non era semplicemente un messaggio della sua amica, ma la voce dello Spirito. Però non sapeva bene come e da dove cominciare. Decise di aprire una scuola domenicale, in casa. Dapprima fu solo per un ragazzino del vicinato, ma presto sarebbe stata una banda di un’ottantina di elementi ad invaderle la casa.  La ragazza dava loro da mangiare, vestiti, e gli insegnava a leggere usando la Bibbia.  A vent’anni sposò Joseph Fry, banchiere e anche lui quacchero osservante  e si trasferì nella sua casa, nei pressi di Londra. Insieme ebbero undici figli, ma lei potè ugualmente diventare predicatrice famosa  in seno alla Società. Nel 1812 fu per la prima volta a visitare la prigione femminile di Newgate e ne fu sconvolta. Le detenute vivevano ammucchiate coi loro bambini in piccole celle, dove dormivano sul pavimento, cucinavano da sé quel che potevano e provvedevano al bucato. Cominciò allora a dedicarsi alla missione di alleviare le condizioni di vita di quelle infelici, non solo a Newgate, ma presto in tutto il Paese e più tardi nel resto dell’Europa, sollevando il problema della riforma del sistema penitenziale. Nel frattempo, Elizabeth contribuì a creare un rifugio per i senzatetto, a Londra, fondò un’associazione di volontari con la finalità di visitare i quartieri più poveri, offrendo soluzione ai casi più difficili,  aprì una scuola per infermiere, e via di questo passo. Poi, sessantacinquenne, il 12 ottobre 1845, riposò in pace.        

 

12 LUIGI DI LIEGRO bis.jpgLuigi Di Liegro nasce a Gaeta, in provincia di Latina, il 16 ottobre 1928, ultimo di otto figli, di una famiglia che conobbe la sofferenza, le umiliazioni e lo sfruttamento della condizione propria degli emigrati. Entrato in seminario giovanissimo, fu ordinato sacerdote il 4 aprile del 1953, ed esercitò il suo primo incarico pastorale nelle parrocchie di borgata. Nel 1958 si recò in Belgio per approfondire i temi della pastorale del lavoro e per conoscere da vicino le condizioni di vita e di sfruttamento degli emigrati italiani che lavoravano nelle miniere del posto. Nel 1964 fu nominato responsabile dell’Ufficio pastorale della diocesi. Ricoprendo questo ufficio, organizzò nel 1974 il convegno “sui mali di Roma”, che denunciò la pessima amministrazione democristiana della città, nonché l’ostilità e l’indifferenza di gran parte della comunità cristiana nei confronti dei poveri. Nel 1979 diede vita alla Caritas Diocesana di Roma. Scontrandosi con la resistenza e l’aperta avversione di numerosi ambienti, dedicherà gli anni successivi ad organizzare servizi che rispondessero alle necessità delle categorie più deboli ed emarginate della popolazione: anziani, malati, senza tetto, nomadi, immigrati, tossicodipendenti e aidetici. La sua azione si estese oltre i confini della sua diocesi e del suo Paese: in Irpinia, in Armenia, nel Sud Est Asiatico, in Palestina e in Albania. Nell’estate del ’97, fu ricoverato all’Ospedale S. Raffaele di Milano per una crisi cardiaca. Il 12 ottobre 1997,  una nuova crisi ne provoca la morte. Aveva detto un giorno: “Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere”. Lui l’ha fatto.

 

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:

Libro di Ester, cap.5, 1b-2; 7, 2b-3; Salmo 45; Libro dell’Apocalisse, cap.12, 1.5.13a.15-16a; Vangelo di Giovanni, cap.2, 1-11.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

 

In un bel libretto di don Tonino Bello che ha come titolo “Maria, donna dei nostri giorni” (Jesus), troviamo una bella preghiera dedicata a Maria, donna del vino nuovo, che scegliamo di offrirvi, nel congedarci, come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente del cambio, che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più grandioso esodo della storia, obbligando Gesù alle prove generali della Pasqua definitiva, tu resti per noi il simbolo imperituro della giovinezza. Perché è proprio dei giovani percepire l’usura dei moduli che non reggono più, e invocare rinascite che si ottengono solo con radicali rovesciamenti di fronte, e non con impercettibili restauri di laboratorio. Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili. Dalle piccole conversioni sotto costo. Dai rattoppi di comodo. Preservaci dalle false sicurezze del recinto, dalla noia della ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata negli schemi, dall’uso idolatrico della tradizione. Quando ci coglie il sospetto che il vino nuovo rompa gli otri vecchi, donaci l’avvedutezza di sostituire i contenitori. Quando prevale in noi il fascino dello status quo, rendici tutti risoluti ad abbandonare gli accampamenti. Se accusiamo cadute di tensione, accendi nel nostro cuore il coraggio dei passi. E facci comprendere che la chiusura alla novità dello Spirito e l’adattamento agli orizzonti dai bassi profili ci offrono solo la malinconia della senescenza precoce. Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo, infine, perché con le tue parole “fate tutto quello che egli vi dirà”, tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza. E ci affidi il potere di svegliare l’aurora anche nel cuore della notte. (Antonio Bello, Maria donna dei nostri giorni).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 12 Ottobre 2013ultima modifica: 2013-10-12T22:27:00+02:00da fraternidade
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