Giorno per giorno – 30 Giugno 2011

Carissimi,

“Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati. Allora alcuni scribi dissero fra sé: Costui bestemmia” (Mt 9, 2-3). Prima e perché ogni altra cosa possa accadere, è questo che dobbiamo venire a sapere, o almeno presentire: che viviamo in un mondo riconciliato. Di questo sono, nel racconto, segno e anticipazione, coloro che portanto a Gesù il paralitico. Nel loro gesto, infatti, è già curata, per prima, la loro, di paralisi. Se loro si sono mossi a questo è perché, consapevoli o meno di chi o cosa si tratti, si sono sentiti raggiunti da questo alito nuovo di vita, che li sottrae all’immobilismo dell’indifferenza, che invece continua a pesare come un macigno sugli uomini dell’istituzione religiosa, e gli dà occhi, cuore, braccia e gambe, per soccorrere il fratello in difficoltà. Ci pare che Gesù faccia in primo luogo una constatazione: Vedi, ragazzo, questa umanità solidale che si è fatta carico di te? È segno che il tuo male è stato perdonato. Ora, anche tu puoi alzarti, risorgere, rivivere. E quel letto – la situazione, la colpa – che ti inchiodava a sé e che, fino ad ora, portavi come una maledizione, ora lo puoi esibire come un trofeo, segno dell’amore, dell’accoglienza e della cura dei tuoi fratelli. E, perciò, anche dell’invisibile Padre e del suo Spirito, che opera nel segreto delle coscienze. “Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini” (v. 8).

 

Il calendario di oggi ci porta le memorie di Raimondo Lullo, mistico e missionario; del prete italiano Leandro Rossi, avvocato dei poveri; e dei Diciotto Martiri ebrei dell’Inquisizione a Madrid.

    

30 raimon lullo.jpgRaimondo Lullo (Ramon Llull) era nato da nobile famiglia a Palma di Maiorca nel 1232. Amante della vita gaudente e incorreggibile donnaiolo, entrò in crisi, trentenne, in seguito ad alcune visioni. A farne le spese, prima della conversione e dopo, fu in ogni caso la moglie, Bianca Picany, con i due figli nati dal matrimonio, Domenico e Maddalena, che il nostro lasciò. Desideroso di portare l’Evangelo alle popolazioni musulmane, prese a studiare di gran lena filosofia e teologia, ma anche la lingua araba. In un’epoca difficile, piena di contrapposizioni violente, Lullo comprese, pur nei limiti della cultura del suo tempo, l’importanza del rispetto reciproco e la necessità della conoscenza e dell’approfondimento dell’altrui cultura, facendosi portatore dell’esigenza di privilegiare lo strumento del dialogo. Scrisse oltre duecento opere, di filosofia, teologia, mistica, pedagogia, medicina, scienze naturali, fisica, matematica, letterarie e poetiche. Viaggiò molto, a Roma, nel Medio Oriente (Cipro, Rodi, Siria, Palestina) e nelle regioni dell’Africa settentrionale. Più volte preda di crisi psicologiche e di visioni contrastanti che lo perseguitavano e disorientavano, Lullo restò ancorato ad un’unica certezza, quella dell’amore di Dio. Una leggenda vuole che morì in conseguenza di un linciaggio a Bouge, nel Nordafrica. In realtà morì a Maiorca, il 29 giugno 1315, ultraottuagenario.

 

30 LEANDRO ROSSI.jpgLeandro Rossi era nato a Guardamiglio (Lodi), il il 3 agosto 1933, ed era stato ordinato prete il 15 giugno del 1957. Laureato in Diritto canonico e in Teologia morale, fu docente di quest’ultima disciplina presso il Seminario di Lodi e presso lo Studentato teologico del Pime a Milano, dedicandosi altresì ad approfondirne la problematica in numerosi scritti, pubblicati in quegli anni. Parroco del Tormo e di Cadilana, decise di dedicarsi all’accoglienza e al recupero dei tossicodipendenti. Nel 1997 si trasferì nel Piacentino e venne nominato parroco di San Lorenzo Martire a Gazzola, dove rimase fino al luglio del 2000. Morì il 30 giugno 2003. Il teologo Giannino Piana lo ricorda così: “Le due grandi fasi in cui si divide la vita di don Leandro, pur nella radicale diversità degli impegni, sono tra loro unite da un denominatore comune: la passione per l’uomo, che si è manifestata tanto nell’atteggiamento di grande comprensione con cui ha affrontato, sul piano dottrinale, alcune delicate questioni morali dietro cui si celano situazioni esistenziali problematiche (spesso cariche di grande sofferenza) quanto nel coinvolgimento diretto in un’opera di giustizia (e di carità) volta a riaccendere la speranza in persone umanamente alla deriva. Non è difficile intravedere, dietro a tutto questo, il segno di un’adesione incondizionata alla parola del Vangelo: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ (Mt 25, 40). La ricchezza di umanità, che si rendeva trasparente soprattutto nel dono dell’amicizia, la schiettezza dei comportamenti (e della parola) – forse la causa principale delle difficoltà incontrate nei rapporti con chi esercitava il potere – il senso profondo del servizio reso sia attraverso la ricerca (e la divulgazione culturale) che attraverso l’azione a favore dei poveri fanno di don Leandro un interprete autorevole di quella ‘civiltà dell’amore’ che è la ‘cifra’ più alta della presenza del regno nella storia degli uomini”.

 

30 AUTODAFÉ DE MADRID.jpgNel 1680, nel corso del maggiore autodafé nella storia dell’Inquisizione spagnola, svoltosi a Madrid, 72 persone sono accusate di essere giudaizzanti, discendenti cioè di ebrei, battezzati a forza, due secoli prima, ma che hanno continuato segretamente a praticare la loro religione (che poi era la religione di Gesù). L’Inquisizione condanna al rogo diciotto di loro ed è lo stesso re di Spagna, Carlo II, che, nel giorno dell’esecuzione, il 30 giugno di quello stesso anno, appicca il fuoco alla pira. Gli altri 54 inquisiti  sono condannati alla prigione perpetua.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Libro della Genesi, cap.22, 1-19; Salmo 116A; Vangelo di Matteo, cap.9, 1-8.

 

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

 

Sembra che già undici anni fa, nel vostro Paese, si fosse posto il problema di un intervento legislativo che regolamentasse diritti e doveri delle coppie di fatto. Lo deduciamo da un articolo di don Leandro Rossi, apparso col titolo “Fare leva sul positivo”, in Famiglia oggi, n.2 Febbraio 2000. Da allora, per quel che ne sappiamo, nulla è stato fatto o deciso.  Il che, anche con riferimento al Vangelo di oggi, ci pare, francamente, poco evangelico.  Come spiega anche l’articolo citato, un brano del quale vi proponiamo, nel congedarci, come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

La famiglia, intesa come ‘comunità di vita e d’amore’, ha un grande valore, che merita una difesa sincera, ma senza esagerazione, né retorica, né integrismo. La contrapposizione di due integrismi non giova alla famiglia, ma anzi finisce per nuocerle. Le questioni politiche debbono rispettare la ‘laicità dello Stato’, se vogliono che lo Stato rispetti gli interventi legittimi della Chiesa. Se ci mettessimo nei panni delle coppie di fatto, ci vedremmo anche noi defraudati di un nostro diritto di cittadinanza. Due cose soprattutto dovremmo ricordare. Che i nostri ‘avversari’ qui non avrebbero niente da rimproverare a Cristo, mentre se la prendono con la Chiesa (Cristo era comprensivo). La morale conciliare (e quella insegnata da Haering) non sta nella repressione, ma nell’esaltare la bellezza della vocazione familiare ed educativa; non sta nell’invidiare gli altri che non hanno ancora capito la bellezza e la grandezza dell’amore, simile a quello di Dio per il suo popolo e di Cristo per la sua Chiesa. Mi direte: “Ma cos’è questa morale repressiva? Essa crea in me una grande confusione”. Quando ho fatto questa domanda a un mio insegnante, egli mi rispose: “Meglio le idee confuse che si possono chiarire che le false certezze”. Io aggiungerei: la morale anti-repressiva è lo Spirito Santo che ci parla nel cuore, perché è lui la nuova legge del cristiano. La morale farisaica è quella che pone l’accento sul proibito; la legge di Cristo (Gal 6,2) sottolinea il positivo e le motivazioni di fondo.  (Leandro Rossi, Fare leva sul positivo).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Giugno 2011ultima modifica: 2011-06-30T23:33:00+02:00da fraternidade
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