Giorno per giorno – 10 Maggio 2011

Carissimi,

“Rispose loro Gesù: In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo” (Gv 6, 32-33). Gesù aveva appena finito di dire che compiere le opere di Dio consiste nel credere in lui. Niente meno. Loro, invece – la gente -, lo avevano cercato più che altro perché aveva operato il fatto dei pani. Il che rappresenta sempre una garanzia in più, “con i tempi che corrono”. Allora come oggi. Però, dato che Lui la mette sul piano del “credere”, tutto bene, ma che segni ci dai? Perché, sai, il passato è pieno di precedenti illustri. Prendi Mosè, per esempio, che ci ha dato il pane del cielo. Gli stanno citando un salmo, che, per esteso, recita: “Comandò alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di essi la manna per cibo e diede loro pane del cielo: l’uomo mangiò il pane degli angeli” (Sal 78, 22-25).  E Gesù: no, non era quello il pane del cielo. Semmai, alludeva ad esso, come insegna la stessa Torah: “Ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Es 8, 3). O il libro della Sapienza, che ripete lo stesso concetto con altre parole: “Perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero che non le diverse specie di frutti nutrono l’uomo, ma la tua parola conserva coloro che credono in te” (Sap 16, 26). D’accordo, non abbiamo capito granché, ma tu dacci comunque di questo pane. Sempre. E Gesù: quel Pane sono io. Ciò che io significo. Ecco, rileggere tutto questo alla luce della risurrezione, vuol dire credere davvero che la Parola che è Gesù, il suo agire (che è l’agire stesso di Dio) può diventare alimento della mia vita e motore del mio operare. “Io-sono il pane di vita” (v. 35). A partire da questa affermazione, Gesù si dilungherà poi in un discorso, il cui nucleo originario potrebbe essere costituito da una sorta di omelia, tenuta nella sinagoga di Cafarnao, a commento dei passi dell’Antico Testamento che venivano letti abitualmente durante i giorni della Pasqua giudaica. Su cui varrà la pena di riflettere.

 

Oggi il martirologio latinoamericano fa memoria di Josimo Moraes Tavares, prete e martire per la giustizia.

 

10 Josimo.jpgJosimo nacque nella città di Marabá (Pará), il 4 aprile 1953. Una grande alluvione, nel 1957,  indusse la sua famiglia a trasferirsi a Xambioá, nello Stato di Goiás, dove nel  1979 fu ordinato presbítero. La sua vita e il suo ministero si svolsero prevalentemente nella regione del Bico do Papagaio (nell’attuale Tocantins), dove collaborò intensamente con la CPT (Commissione Pastorale per la Terra), nella pastorale della gioventù e in quella dei diritti umani. La regione, a quel tempo, era attraversata da ondate ricorrenti di violenza contro i posseiros che si insediavano nei latifondi incolti, per produrre lì i loro mezzi di sussistenza. Josimo fu testimone degli sgomberi forzati, delle torture, degli assassinî, operati da bande di pistoleiros sotto lo sguardo indifferente o complice della polizia e della magistratura.  La morte, prevista, preparata, non giunse per lui come desiderio di martírio, ma come conseguenza della sua dedizione alla causa del Regno. Fu assassinato a Imperatriz, nel Maranhão, il 10 maggio 1986 con una proiettile nella schiena, mentre saliva le scale dell’edificio della diocesi, dove si trovavano gli uffici della Commisione Pastorale della Terra.

 

I testi che la liturgia del giorno propone alla nostra riflessione sono tratti da:

Atti degli Apostoli, cap.7, 51 – 8, 1a; Salmo 31; Vangelo di Giovanni, cap.6, 30-35.

 

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

 

Il linguaggio dei vostri maggiori rappresentanti di governo oscilla sempre più tra la pornolalia e la coprolalia, che sono anch’esse doni dello spirito di cui ciascuno è posseduto. Ultimo in ordine di tempo l’ineffabile leader della vostra Lega Nord (che è stato probabilmente anche il primo ad esercitarsi in esse), parlando della terza carica dello Stato. Ciò di cui ci si riempie la bocca, in questo caso gli escrementi, è ciò di cui, purtroppo, è ripieno il cuore e il cervello. Noi, se fossimo in voi, cominceremmo a preoccuparcene. E a votare conseguentemente, chi voterà nelle prossime elezioni.     

 

Per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi al testo con cui Padre Josimo Tavares invitava alla sua ordinazione sacerdotale. Come ci suggerisce un’amica, “si potrebbe sostituire cristiano alla parola prete e sarebbe una professione di fede perfetta per noi adesso”. È, in ogni caso, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

La giustizia / di Cristo / irrompe / su tutta / la terra! // “Se il Signore / non costruisce la casa, / invano vi lavorano / i muratori” (Sl 127, 1a). // Essere prete / è sentire la vita / che sgorga / come servizio giusto / a Dio e ai poveri, / soprattutto! // Solo può annunciare / ciò che è giusto, / chi non si adagia / nella sua iniquità! / La giustizia di Dio / è come il vento: / ora diventa soave / come brezza, / ora esplode / come la tempesta! // Vieni a celebrare con me la gioia / dell’Unzione sacerdotale. L’olio / santo mi consacra per amare / e servire e unire il Popolo / di Dio nella giustizia… // “Io udíi la voce del Signore: / Chi manderò? Chi sarà / il nostro messaggero? / Ed io risposi: Eccomi, / manda me!” (Is 6, 8). // Egli mi disse: / “Va’ e di’ / a questo popolo / che il tempo è compiuto / e il regno di Dio / è vicino : / convertitevi / e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). // È tra di voi / il Regno di Dio: / “i ciechi vedono, / gli storpi camminano, / i lebbrosi sono guariti / e i sordi odono, / i morti risorgono / e la Buona Notiiza / è annunciata ai poveri” (Mt 11, 5). // Culto gradito / a Dio è servire / i poveri,  / i malati e /gli emarginati! // Se Dio non veglia / sul nostro Paese, / invano pensiamo / nella “Sicurezza Nazionale”! (Sl 127, 1b). // Essere prete / è cercare di vivere / della forza / dell’amore comunitario, / della vita di Cristo! // Il prete è / Profeta nella Giustizia e/ Pastore nella Camminata e / Sacerdote umile, / che cerca di offrire a Dio / offerte giuste!   (Josimo Tavares, Convite de ordenação sacerdotal).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Maggio 2011ultima modifica: 2011-05-10T23:08:00+02:00da fraternidade
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