Giorno per giorno – 16 Settembre 2010

Carissimi,

“Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo” (Lc 7, 36-38). Lei, quell’uomo, doveva averlo già incontrato, forse poco prima, per strada, e Lui l’aveva guardata. Come non era più da tempo abituata a sentirsi guardare. Come fosse tornata improvvisamente bambina. E gli occhi di Lui ridevano di tenerezza e di simpatia. Eppure, doveva sapere chi era lei. I suoi modi lo mostravano da lontano. Dopo tanto tempo, per la durata di quello sguardo, non si era più sentita sporcare dall’occhiata di un uomo. Il peccato è quando non si è amati o non si ama più. Se, invece, qualcuno comincia ad amarti – o, forse, ti amava da sempre, ma tu non te ne eri mai accorto(a) – il peccato non c’è già più. Perché anche tu hai nel frattempo cominciato ad amare. Lei, però, non sapeva come dimostrarglielo. Perché le parole e i gesti con cui normalmente lo si dice, lei li aveva un po’ sviliti, ne aveva a lungo fatto solo un teatro, ai prezzi di mercato. Allora era corsa a casa e aveva preso ciò che aveva di più prezioso, il vasetto del suo profumo, ed era corsa là dove aveva visto quell’uomo entrare e dove sembrava fosse in corso una festa. Il resto lo racconta il Vangelo. Stamattina, ci dicevamo che le donne conoscono e capiscono di più Dio, perché, come Lui, hanno l’utero. Lo dice la Bibbia, mica noi. Sono madri, quand’anche solo in potenza. E ti leggono dentro. E si lasciano leggere. E hanno le lacrime facili e riescono a commuovere anche di più Dio. Gli uomini sono un po’ ottusi (a volte anche di più se sono di sinagoga o di chiesa), tardano a capire, per questo bisogna spiegargli tutto, e devono studiare la Bibbia, e ancora non ci arrivano. Sono un po’ tutti come Simone e meno male che Gesù non perde la pazienza. E gli spiega ogni volta per filo e per segno come stanno le cose. Racconta il midrash che quando Mosè disse agli ebrei che Dio li avrebbe redenti dalla schiavitù d’Egitto, quelli gli risposero: come ci potrà redimere, se l’Egitto è pieno della nostra idolatria? E Mosè rispose: Dato che Dio ha deciso di redimervi, non gli interessa più nulla della vostra idolatria. Guardate, egli si avvicina: “Ecco una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline!”. La donna del Vangelo di oggi lo aveva incontrato quella mattina. Ed il suo cuore traboccava amore. Noi, fintanto che avremo occhi per i nostri e gli altrui peccati, sarà perché non l’abbiamo ancora per davvero incontrato, né, meno ancora ci siamo specchiati nel suo sguardo.    

 

Il calendario, oggi, ci porta le memorie di Cornelio, papa di Roma, e Cipriano, vescovo di Cartagine, martiri;  di Pavel Evdokimov, mistico e teologo ortodosso; e di François Xavier Nguyên Van Thuân, vescovo e testimone; i Martiri della Notte delle matite spezzate, in Argentina.

 

16 CORNELIO.jpgPresbitero romano, Cornelio, fu eletto papa nel 251. Durante il suo pontificato dovette occuparsi della situazione in cui si trovavano i cristiani che avevano apostatato durante la persecuzione. Nella Chiesa erano venute affermandosi due posizioni estreme: quella lassista di chi riteneva non doversi imporre nessun tipo di penitenza ai “lapsi” (i caduti) e quella intransigente di chi, come Novaziano (il primo antipapa della storia), sosteneva l’impossibilità del perdono. Cornelio dichiarò che la Chiesa può perdonare i caduti pentiti, può riammetterli ai sacramenti e reinserirli nella comunione piena, dopo opportune penitenze. Quando la persecuzione contro i cristiani ricominciò nel 253, sotto l’imperatore Gallieno, Cornelio fu esiliato a Centum Cellae (Civitavecchia), dove morì martire in seguito alle privazioni che dovette affrontare.

 

16 CIPRIANO.JPGCipriano nacque all’incirca nell’anno 200 in Africa del Nord. Avvocato famoso, divenne cristiano nel 246 e due anni più tardi fu scelto come vescovo di Cartagine. Per ciò che riguarda il problema dei “lapsi”, Cipriano assunse la stessa attitudine del vescovo di Roma. Durante la persecuzione di Valeriano, fu arrestato, processato e decapitato, il 14 settembre 258. Lasciò numerose lettere e trattati di teologia. Gli “atti” del suo martirio sono stati conservati fino ai nostri giorni.

 

16 Paul Evdokimov.jpgPavel Nicolaievic Evdokimov, considerato uno dei maggiori maestri della teologia e della spiritualità ortodossa del sec.XX, nacque a San Pietroburgo (Russia) nel 1901. Suo padre morì assassinato quando Pavel aveva solo sei anni. Di famiglia aristocratica, allo scoppio della rivoluzione, si recò  a Kiev, dove nel 1918 iniziò gli studi di teologia. Nel 1921, costretto all´esilio, si recò prima a Istanbul, dove si mantenne facendo il tassista, e, due anni più tardi,  a Parigi, dove lavorando di notte come aiuto-cuoco, riuscì a portare a termine gli studi teologici, frequentando l´Istituto San Sergio, dove conobbe Serghei  Bulgakov e Nicolai Berdiaev e dove, in seguito, insegnò teologia morale. Sposato nel 1927 a Natascia Brunel, ebbe da lei due figli. Durante la seconda guerra mondiale si prestò attivamente a salvare numerosi ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Direttore del Centro di Studi Ortodossi di Parigi, promosse un’intensa attività ecumenica e, durante l’ultima sessione del Concilio Vaticano II, fu invitato a parteciparvi come osservatore dal Segretariato per l’Unità dei Cristiani. Morì a a Meudon, in Francia, il 16 settembre 1970.

 

16 Van Thuan.jpgFrançois Xavier Nguyên Van Thuân era nato il 17 aprile 1928 a Huê (Viêt Nam). Discendeva da una famiglia di lunga tradizione cristiana, che annoverava nel suo albo genealogico numerosi martiri. Entrato in seminario, vi compì gli studi di filosofia e teologia fino alla sua ordinazione a prete, l’11 giugno 1953.  Di ritorno da  Roma, dove si era recato per laurearsi in Diritto Canonico, fu prima professore poi rettore del seminario e, dal 1967, vescovo do Nha Trang. Il 24 aprile 1975, Van Thuân venne nominato da Paolo VI Arcivescovo Coadiutore di Saigon (oggi Thành ph H Chí Minh), ma pochi mesi dopo la sua nomina, il 15 agosto 1975, venne arrestato e inviato, senza processo né sentenza, in un “campo di rieducazione, dove rimase per tredici anni, nove dei quali in isolamento assoluto. Non avendo potuto portare nulla con sé, né libri, né effetti personali, cominciò a raccogliere pezzetti di carta in cui annotava le frasi del Vangelo che ricordava. Furono circa trecento i biglietti che costituirono così la sua personalissima Bibbia, che l’accompagnò in quegli anni. Seppe conquistarsi l’amicizia di due guardie, che gli permisero di tagliare un pezzetto di legno per farsi una croce, e gli diedero un filo elettrico per intrecciare una catenina. Dirà: “Questa Croce è una continua chiamata: amare sempre! Perdonare sempre! Vivere il presente per l’evangelizzazione! Ogni minuto deve essere per l’amore verso Dio”.  Scarcerato il 21 novembre 1988 ed espulso dal suo paese, Nguyên Van Thuân  si recò in Italia, dove fu nominato Presidente del Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”. Nel Concistoro del 21 febbraio 2001 fu creato cardinale da Giovanni Paolo II. Morì il 16 settembre 2002, all’età di 74 anni.

 

16 Matite spezzate.jpgQuella che è ricordata come la “Notte delle matite spezzate” rappresenta uno degli episodi più crudeli ed emblematici del terrorismo di Stato, inaugurato in Argentina nel 1976.  Ebbe luogo a La Plata (Argentina), nella notte del 16 settembre 1976, quando vennero sequestrati sei studenti della Union Estudiantil Secundaria (UES), “colpevoli”, secondo le autorità, della partecipazione alle manifestazioni contro l’abolizione del tesserino che consentiva agli studenti liceali sconti sul prezzo dei libri di testo ed una riduzione del biglietto per l’utilizzo dell’autobus. I sei giovani erano: Francisco López Muntaner, María Claudia Falcone, Claudio de Acha, Horacio Angel Ungaro, Daniel Roberto Racero e María Clara Ciocchini, tutti di un’età compresa tra i sedici e i diciotto anni. Grazie alla testimonianza di un altro giovane sequestrato che sopravvisse, Pablo Diaz, si potè  ricostruire, nel processo che seguì la fine della dittatura, le torture subite da loro e da molti altri nelle settimane che precedettero la loro eliminazione violenta: “scosse elettriche in tutto il corpo, le unghie strappate, manette ai polsi, una corda al collo, senza possibilità di lavarsi. Le ragazze violentate ogni notte. Senza però disanimare, per l’ansia di vivere, la certezza della libertà, le canzoni e le preghiere. Poi, solo il silenzio.

 

Le letture che la liturgia odierna propone oggi alla nostra riflessione sono tratte da:

1ª Lettera ai Corinzi, cap.15,1-11; Salmo 118; Vangelo di Luca, cap.7,36-50.

 

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni indigene.

 

Bene, è tutto, forse troppo. Noi ci si congeda con una preghiera scritta da Mons. François Xavier Nguyên Van Thuân, nella residenza obbligatoria di Giang-xá , il 19 marzo 1980. La troviamo nel suo libro “Cinque pani e due pesci” (San Paolo). Ed è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Spoglio di tutto, / senza vestiti, senza un amico. / Abbandonato anche dal Padre tuo, / ma sempre al Padre tuo sottomesso. / Signore Gesù, / in ginocchio, / a tu per tu dinanzi al tabernacolo, / io comprendo: / non potrei scegliere un ‘altra strada, / un ‘altra strada più felice,  / anche se all’apparenza, / ve ne sono di più gloriose. / Ma tu, amico eterno, / unico amico della vita mia, / non vi sei presente. / In te è tutto il cielo con la Trinità, / il mondo intero e l’intera umanità. / Le tue sofferenze sono le mie. / Mie tutte le sofferenze degli uomini. / Mie tutte le cose in cui non c’è né pace né gioia, / né bellezza, né comodità, né amabilità. / Mie tutte le tristezze, le delusioni, / le divisioni, l’abbandono, le disgrazie. / A me ciò che è tuo, perché tu hai tutto, / ciò che è nei miei fratelli perché tu sei in essi. / Credo fermamente in te, / perché tu hai fatto passi trionfanti. / «Sii coraggioso. lo ho vinto il mondo ». / Tu mi hai detto: cammina con passi da gigante. / Va’ ovunque nel mondo, / proclama la Buona Novella, / asciuga le lacrime di dolore, / rinfranca i cuori scoraggiati, / riunisci i cuori divisi, / abbraccia il mondo con l’ardore del tuo amore, / consuma ciò che deve essere distrutto, / lascia solo la verità, la giustizia, l’amore. / Ma Signore, io conosco la mia debolezza! / Liberami dall’egoismo, / dalle mie sicurezze, / affinché io non tema più la sofferenza che strazia. / Quanto sono indegno d’essere apostolo. / Rendimi forte contro le difficoltà. / Fa’ che non mi preoccupi / della saggezza del mondo. / Accetto d’essere trattato da pazzo, / per Gesù, Maria, Giuseppe… / Voglio mettermi alla prova, / pronto a ogni conseguenza, / incurante delle conseguenze  / ad affrontare ogni cosa. / Se mi ordini di dirigere i miei passi coraggiosi / verso la croce, / io mi lascio crocifiggere. / Se mi ordini di entrare nel silenzio / del tuo tabernacolo fino alla fine dei tempi, / me ne avvolgerò, / con passi avventurosi. / Perderò tutto: / ma mi resterai tu. // Il tuo amore sarà là / a inondare il mio cuore / d’amore per tutti. / La mia felicità sarà totale… / È per questo che io ripeto: / Ti ho scelto. / Non voglio che te /  e la tua gloria. / (François Xavier Nguyen Van Thuan, Ho scelto Gesù).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 16 Settembre 2010ultima modifica: 2010-09-16T23:21:00+02:00da fraternidade
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