Giorno per giorno – 30 Luglio 2010

Carissimi,

“Venuto nella sua patria, Gesù insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi?” (Mt 13, 54-56). È terminato il “Discorso in parabole” e Matteo introduce ora una sezione narrativa, che occuperà quattro capitoli (Mt 14-17), per cedere poi spazio al quarto dei cinque discorsi di Gesù, quello in cui sono raccolte le norme relative alla vita comunitaria (Mt 18). Nel brano che abbiamo ascoltato stamattina, una volta di più, si dice, sì, di Gesù e del suo tempo, ma si parla anche di noi. Si fa cenno a ciò che Gesù manifesta, in parole ed azioni, e poi si elencano i nomi di quanti fanno parte della sua famiglia, per far concludere ai suoi compaesani che no, non si può proprio credere che lui, così com’è, per come è, di dove è, possa rivelare qualcosa di Dio e perciò, anche qualcosa di significativo per la nostra vita. Sia capace, cioè, di cambiarla. Radicalmente. E sarebbe il più grande miracolo. Da che mondo è mondo, Dio ha bisogno di troni, di altari, di cattedre, per pronunciarsi, legiferare, giudicare, salvare o condannare. Questa rivelazione di Dio ha invece la pretesa di affiorare in mezzo a noi, nelle nostre case, dalla quotidianità del nostro vissuto, ha i nomi ben conosciuti delle nostre parentele, della gente del bairro, dei compagni di lavoro o di disoccupazione. Il Verbo, o la Parola di Dio, è figlio(a) del falegname, o di un muratore, di un manovale, di un bracciante; sua madre si chiama dona Maria, o  dona Dominga,  i suoi fratelli e sorelle Valdecí, Urda, , Luciana, o anche Eliane, Nativa, João, Nady, Carmo, Rita, Valdirei, Rafael. Come far nostra questa professione di fede? Come credere, anche lì da voi, che la parola di Gesù, la parola che è Gesu, nasce e ti interpella dalla vita – e quindi dai bisogni, dalle attese, dai sogni, dalle lotte – di quelli che mai ci avresti pensato? E che, perciò, in questa Nazareth globale, in cui il mondo si è venuto trasformando, la parola di Dio, il Gesù in carne e ossa, che ci evangelizza e a cui bisogna convertirsi, è l’umanità resa povera, collocata ai margini, esclusa e rifiutata da un sistema di peccato? Umanità che ci annuncia, sempre e soltanto, come allora, in Gesù, l’evangelo della cura, la buona notizia della liberazione dal male. Se non riusciamo a compiere questo passo, saldare insieme rivelazione di Dio (Gesù) e missione evangelizzatrice dei poveri (ancora Gesù), non compiremo nessun miracolo. Il mondo – non il Suo, ma quello che costruiamo noi ogni giorno con le nostre scelte – continuerà quello che è: un brutto spettacolo.     

 

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di William Penn, uomo di pace e di dialogo. Il martirologio latinoamericano ricorda anche  i Venti Martiri Pentecostali in Perù, vittime dell’odio anti-cristiano e dell’intolleranza religiosa.

 

30. W. PENN.jpgNato il 14 ottobre 1644, a Londra, da Margareth e dall’ammiraglio della Corona, di cui ereditò il nome,  il giovane William, quando conobbe la Società degli Amici attraverso la predicazione di Thomas Loe, cominciò a frequentarla, finendo poi per aderire ad essa con convinzione ed entusiasmo.  La Società era stata fondata nel 1647 dal predicatore inglese George Fox, e si caratterizzava per l’enfasi posta sull’assenza di gerarchia e di templi, sull’autorità della coscienza in materia di costumi, sul riconoscimento dei carismi e sullo stile di vita semplice ed essenziale dei suoi membri, sull’importanza data al silenzio durante il culto, e sulla valorizzazione del dialogo e dei mezzi pacifici per risolvere le controversie.  Tutto questo doveva ovviamente apparire piuttosto rivoluzionario e destabilizzante agli occhi dei poteri forti dell’epoca, sia civili che religiosi. Sicché William (che nel frattempo si era sposato con Gulielma Springett)  dovette presto conoscere le patrie galere, assieme ad altre migliaia di suoi compagni di fede. In seguito, tuttavia, il 4 marzo 1681, essi ottenero da re Carlo II l’autorizzazione ad insediarsi nei domini oltremare della corona britannica, nel territorio dell’attuale Pennsylvania, dove giunsero l’8 novembre 1682. Qui fondarono Filadelfia (città dell’amore fraterno) e, coerentemente con la loro fede religiosa e filosofia di vita, inaugurarono, sotto la guida di Penn, quello che fu chiamato il Santo Esperimento. Una società senza esercito, dove donne e uomini godevano di uguali diritti, la libertà religiosa era effettivamente garantita, le relazioni tra coloni e tribù indiane e presto i numerosi immigrati che giunsero da ogni dove, erano  basate sul rispetto reciproco, sul dialogo e sulla convivenza  pacifica.  Il coraggioso profeta quacchero, che aveva posto la sua vita, la sua intelligenza, la sua penna e la sua attività al servizio dell’evangelo della pace  e della tolleranza,  morì il 30 luglio 1718.

 

30 Ayacucho-Peru-.jpgIl 30 luglio 1984, a Santa Rosa, dipartimento di Ayacucho, circa duecento fratelli evangelici pentecostali erano riuniti in preghiera, quando un commando di quindici elementi di Sendero Luminoso entrò nella chiesa, bloccò tutte le uscite e cominciò a sparare all’impazzata sulla gente, compresi vecchi e bambini. Venti restarono morti a terra.  Altri quarantacinque furono feriti. Compiuto il massacro i guerriglieri minarono e incendiarono la chiesa.

 

I testi che la liturgia del giorno propoe alla nostra riflessione sono tratti da:

Profezia di Geremia, cap. 26, 1-9; Salmo 69; Vangelo di Matteo, cap. 13, 54-58.

 

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso. 

 

Il panorama politico del vostro Paese, dopo la stagnazione degli ultimi (?) mesi, dovuta forse al fatto, per quel che ci è dato di capire da qua, che il governo, essendo “ad personam” aveva (ed ha) altro da fare, e l’opposizione non sapeva che pesci pigliare, sembra ora in movimento. Anche se non è dato immaginare con quali esiti. Noi vi si augurerebbe cordialmente di voltare pagina, con la fine di una stagione (un sedicennio è un traguardo del tutto ragguardevole e potrebbe soddisfare chiunque!), che è riuscita a far rimpiangere persino il non brillante passato della prima repubblica. Permettendo, così, alla destra, di recuperare civiltà di linguaggio, affidabilità democratica, onestà di comportamenti, rispetto delle istituzioni;  e al centro-sinistra, di ritrovare una più incisiva, chiara e lineare capacità di proposta. Che non ci sembrano attese esagerate. Però, poi, il bandolo della matassa, è in mano a voi. Auguri, comunque.

 

Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un brano di William Penn, tratto dal suo “Advice to his children”. Che è, per oggi, il nostro         

 

PENSIERO DEL GIORNO

Appena svegli, fate tacere nella vostra mente  tutti i pensieri e le idee delle cose mondane, e, con tale disposizione, rendete visita a Dio, per sentire la sua buona presenza, elevare i vostri cuori a Lui, e affidare il vostro intero essere alla sua cura benedetta e alla sua protezione. Una volta alzati e vestiti, leggete un capitolo o più delle Scritture, per poi disporvi alle attività giornaliere. Ricordate sempre che Dio è presente  e vigila sui vostri pensieri, parole e azioni; comportatevi, perciò, di conseguenza, miei cari figli, senza mai osare compiere, alla sua santa e onniveggente presenza, ciò di cui vi vergognereste se un uomo, o un bambino, potesse vedervi. E ogni volta che avete dei momenti liberi dalle vostre occupazioni lecite, vi piaccia rientrare a casa (dentro voi stessi, intendo), comunicare con i vostri cuori e restare tranquilli.  E, come Nabucodonosor disse in un’altra occasione, troverete Uno simile al Figlio di Dio e goirete con lui e in lui: un tesoro che il mondo non conosce, ma che è lo scopo, il fine e il diadema dei figli di Dio. Questo vi farà resistere ad ogni tentazione, e vi porterà ad occuparvi dei vostri affari quotidiani con dolcezza e tranquillità, sostenendovi nelle delusioni e moderando la vostra soddisfazione nel successo e nella prosperità. Una volta scesa la sera, leggete ancora la Sacra Scrittura e riservatevi un po’ di tempo al raccoglimento, prima di chiudere gli occhi, come già al mattino. Questo perché il Signore possa essere l’Alfa e l’Omega di ogni giorno della vostra vita. E se il Signore vi ha benedetto con il dono di una famiglia, ricordate la buona risoluzione di Giosuè: “Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore” (Gs 24, 15). (William Penn, Advice to his children).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Luglio 2010ultima modifica: 2010-07-30T23:59:00+02:00da fraternidade
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