Giorno per giorno – 29 Settembre 2009

Carissimi,

“Gli angeli di Dio! Chi siano, non lo sappiamo; ma un tempo capitava che di tanto in tanto apparissero e, del resto, sono presenti anche oggi. Quando qualcuno sta davvero servendo Dio, gli angeli vengono sempre in suo aiuto; e, in caso di necessità, ci sono più angeli di quanti riusciamo a immaginarne. Le legioni di Dio sono forti e poderose e, quando è volontà di Dio, sono in grado di sistemare molte cose sulla terra. Per questo aspettiamo le potenze celesti di Dio, il suo aiuto dall’alto. Per questo gettiamo tutte le nostre preoccupazioni in lui, così come è detto: “Gettate in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” (1 Pt 5, 7). Noi umani, vogliamo sempre tenere tutto in mano nostra e finisce che facciamo stupidaggini.  Il più delle volte, ciò che facciamo manca il bersaglio, così non ci è di nessun aiuto. Solo quando permettiamo a Dio di prendersi cura di noi, siamo adeguatamente accuditi”. Lo scriveva il pastore Christoph Friedrich Blumhardt, nel suo Family Prayers for Each Day.

 

Se lo citiamo è perché il Calendario delle Chiese cattolica, luterana e anglicana, porta oggi  la festa di Michele, Gabriele, Raffaele e di tutti gli Angeli.

 

29_SETEMBRO_ARCANJOS.JPGCon questi nomi la Bibbia, nel suo linguaggio peculiare, ci presenta “esseri celesti” che, nelle missioni loro attribuite,  rivelano in realtà la maniera con cui Dio si rende presente nella storia umana. “Michele”, che significa “Chi come Dio” ci ricorda la trascendenza di Dio e ci è presentato nel libro di Daniele e soprattutto nell’Apocalisse come vincitore dell’Avversario per eccellenza, simbolo della forza del male; “Gabriele”, che significa “Dio è forte”, annuncia gli interventi di Dio in favore del suo popolo e, più specificamente, la venuta del Messia; “Raffaele” che vuol dire “Dio risana”, fu il compagno di viaggio di Tobia: è simbolo di ogni azione di cura e guarigione del Signore con il suo popolo. Gli angeli, infine, sono segno della parola, della guida e della protezione di Dio, presso ciascuno dei suoi figli e figlie.

 

Noi ricordiamo anche  Richard Rolle, mistico inglese del XIV secolo.

 

29_RICHARD ROLLE.jpgNato in una famiglia benestante (per altri storici, umile) di Thornton-le-Dale, nella contea dello Yorkshire in Inghilterra, intorno al 1300, Richard Rolle studiò per un certo tempo a Oxford, finché, diciannovenne, sentì la chiamata alla vita religiosa e lasciò così l’Università. L’incomprensione della famiglia, che lo prese per matto a causa della vita austera e penitente da lui adottata, indusse il giovane ad allontanarsene. Richard vagò per qualche tempo senza destino, per poi stabilirsi come eremita nella tenuta di un certo John Dalton a Pickering. Riprese più tardi la vita di eremita girovago. Il che gli procurò simpatia e seguito tra la popolazione più povera,  ma anche l’opposizione di buona parte del clero, la cui vita mondana e frivolezza non mancava di denunciare con sana intemperanza. A partire dal 1345 si trasferì ad Hampole dove, nel locale monastero circestense, si dedicò, senza essere prete,  alla direzione spirituale delle monache. Lì, vittima della peste nera,  lo colse la morte il 29 settembre 1349. Per un certo tempo, la sua tomba fu meta di pellegrinaggi e luogo di pubblico culto.

 

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:

Profezia di Daniele, cap.7, 9-10. 13-14; Salmo 138; Vangelo di Giovanni, cap.1, 47-51.

 

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali dell’Africa.

 

Stasera si è tornati tutti felicemente inzuppati dall’incontro che abbiamo tenuto, su all’Aeroporto, in casa di Ercy e Genesy. Il fatto è che, ancora una volta, nessuno si aspettava questo improvviso dono del cielo, che dura ancora e che ci aiuterà a dormire un sonno migliore stanotte.

 

 The Fire of Love” di Richard Rolle,  che da voi è stato edito con il titolo “L’incendio d’amore” (Il Leone Verde) è tra i testi più letti del misticismo medioevale. Di esso, nel congedarci, vi proponiamo questo brano, che è, per oggi, il nostro   

 

PENSIERO DEL GIORNO

O anima mia, desisti dall’amore di questo mondo e sciogliti nell’amore di Cristo, affinché ti sia sempre dolce parlare, leggere, scrivere di Lui, pensare a lui, pregarlo e sempre lodarlo. O Dio, la mia anima, consacrata a Te, desidera vederTi! Grida a te da lontano. Brucia in te e langue nel tuo amore. O amore che mai viene meno, tu mi hai vinto! O eterna dolcezza e bellezza, Tu hai ferito il mio cuore, ed ora io, vinto e ferito, soccombo. Per la gioia a malapena vivo e quasi muoio; perché non posso sopportare la dolcezza di così grande Maestà in questa carne, che dovrà imputridire. Davvero tutto il mio cuore, fissato nel desiderio di Gesù, si trasforma in un fuoco d’amore ed è incorporato in un’altra gioia e in un’altra forma. O buon Gesù, abbi pietà di questo misero. Mostrati a me che ardentemente ti desidero; dammi un rimedio per la mia ferita. Non mi sento malato, ma languo nel tuo amore. Colui che ti ama, non perde tutti completamente; colui che ti segue non è pazzo. Sii tu, allora, nel frattempo, la mia Gioia, il mio Amore, il mio Desiderio, finché potrò vedere Te, o Dio degli Dei, in Sion. La carità è davvero la più nobile delle virtù, la più eccellente e dolce, che unisce l’Amato all’amante, e eternamente sposa Cristo all’anima eletta. Essa restaura in noi l’immagine dell’altissima Trinità, e rende la creatura più simile al Creatore. O dono d’amore, quanto esso vale davanti ad ogni altra cosa, dato che contende il più alto grado agli angeli! Davvero, più amore un uomo riceve in questa vita, più grande e più alto in cielo egli sarà. O gioia singolare dell’amore eterno, che rapisce tutti i Suoi verso il cielo sopra tutte le cose terrene, legandoli con i vincoli della virtù! (Richard Rolle, The Fire of Love).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 29 Settembre 2009ultima modifica: 2009-09-29T23:09:00+02:00da fraternidade
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