Giorno per giorno – 03 Luglio 2009

Carissimi,

“Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2, 19). Noi abbiamo per un momento immaginato che questo breve versetto della Lettera agli Efesini, che è stato letto nella liturgia di oggi in tutte le chiese, potesse rappresentare anche la reazione ufficiale della Chiesa italiana di fronte al varo del ripugnante ddl 733-B.  Diventando una sorta di invito alla disobbedienza civile e al boicottaggio aperto di questa legge barbara, razzista e discriminatoria, rivolto a quanti, cristiani e non-cristiani, credono ancora nello stato di diritto, in un’Italia libera, giusta e solidale, capace di favorire l’integrazione e di tutelare la sicurezza di tutti, italiani e stranieri. Poi, durante la giornata, si è assistito alle prese di posizione diversificate del segretario del Pontificio Consiglio dei Migranti, del portavoce del Presidente della CEI, del portavoce vaticano,  che se hanno lasciato disorientati alcuni, hanno offerto invece il destro ad alcuni esponenti della maggioranza per reazioni sprezzanti verso le voci più critiche e per una spregiudicata e becera strumentalizzazione dei pronunciamenti più prudenti.  Anzi, dell’asserita, pilatesca, assenza di pronunciamenti. Bene, bravo il padre Lombardi!

 

Gesù, nel Vangelo di oggi, ce l’ha messa tutta per spiegare all’incredulo Tommaso che, sì, nelle ferite delle Sue mani e nella piaga del Suo costato, è racchiuso il segreto della Verità di Dio.  E, da allora, cerca di farlo capire anche a noi che l’incontro con la sua Verità si dà solo a partire dall’approssimazione alle ferite e alle piaghe dei Poveri, che ne perpetuano la presenza sacramentale nel mondo. Se crediamo in Gesù Cristo, naturalmente! Se invece si è adoratori del dio Po o del Biscione (con annessi e connessi), è tutto un altro discorso. L’Italia delle radici cristiane: che ridere!  

 

      

Oggi, il calendario ci porta la  memoria di Tommaso apostolo. Assieme a lui, ricordiamo una grande figura di maestro del sec. XX : Bernard Häring, apostolo della non-violenza.  

 

03 Tommaso apostolo.jpgIsraelita, Tommaso fece parte del gruppo dei dodici. Il suo nome appare nell’elenco fornito dai quattro evangelisti. Il Vangelo di Giovanni gli  dedica distacco particolare. È lui che incita i discepoli a seguire Gesù e a morire con lui in Giudea (Gv 11,16). È lui che chiede a Gesu, durante l’ultima cena, sul cammino che conduce al Padre (Gv 14,5-6). Tommaso fa una singolare esperienza dell’incontro con il Cristo risorto (Gv 21,2). Temperamento coraggioso e pieno di generosità, percorre le tappe della fede e riconosce Gesù, il maestro che ha dato la sua vita per amore, come Dio e Signore (Gv 20,26-28). Una tradizione afferma che nella sua missione di evangelizzazione arrivò fino in India, dove sarebbe morto martire.

 

03_PE_BERNARD_HAERING.GIFBernard Häring era nato il 10 novembre, 1912 a Böttingen (Germania), da Johannes e Franziska Häring. Entrò dodicenne nel seminario di Gars-am-Inn e, nel 1933, iniziò il suo noviziato tra i Redentoristi. Ordinato sacerdote sei anni più tardi, dopo la parentesi bellica, riprese gli studi di teologia morale, a cui l’avevano destinato i superiori, conseguendo, nel 1947, il dottorato in Sacra Teologia nell’Università di Tübingen. Nel 1954 pubblicò la sua prima opera maggiore di teologia morale: La Legge di Cristo, in cui “proponeva una teologia morale incentrata sulla Bibbia, sulla liturgia, sulla cristologia e sulla vita”, opponendosi “risolutamente ad ogni legalismo che facesse di Dio un controllore anziché un salvatore di grazia”. Fu nominato da papa Giovanni XXIII membro della Commissione Preparatoria del Concilio Vaticano II e a lui si deve un decisivo contributo nella redazione del documento conciliare Gaudium et Spes. Nel 1979 gli venne diagnosticato un tumore alla gola, contro cui lottò coraggiosamente, senza mai perdere il suo spirito. Centrale nel suo magistero e nella sua testimonianza di vita i temi della pace, della non-violenza e del dialogo. Scrisse: “Non potrei perdonarmi, se non credessi di poter vivere il Vangelo dell’amore non-violento e se non lo predicassi come nucleo e apice della fede in Cristo, redentore del mondo”. Molto ebbe a soffrire per le incomprensioni e le censure  da parte della gerarchia ecclesiastica, ma questo non gli impedì di scrivere alla vigilia della morte: “Amo la Chiesa così com’è,  come anche Cristo mi ama con le mie imperfezioni e le mie ombre”.  Si spense a Gars-am-Inn il 3 luglio 1998.

 

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della memoria dell’Apostolo Tommaso e sono tratte da:

Lettera agli Efesini, cap.2, 19-22; Salmo 117; Vangelo di Giovanni, cap.20, 24-29.

 

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

 

Dom Eugenio.jpgLui si chiama Eugène Lambert Adrian Rixen (ma forse tutti questi nomi non li ricorda neanche lui), per noi comunque è solo dom Eugênio. Belga di nascita, è il nostro vescovo dal 2 dicembre 1998, quando è succeduto al profetico e battagliero Dom Tomás Balduino, che, andando in pensione (si fa per dire!),  l’aveva incluso nella rosa di nomi da lui suggeriti. Oggi  abbiamo festeggiato il suo 65° compleanno. Mettetelo anche voi nelle vostre preghiere perché il Signore ce lo conservi a lungo “buon pastore”, come lo conosciamo.

 

 

E per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, con una preghiera di Bernard Häring che abbiamo trovato in rete e che vi offriamo come nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Dio grande e meraviglioso, molte volte, nelle nostre litanie, abbiamo detto: “Ascoltaci, Signore”, senza esserci prima chiesti se noi abbiamo ascoltato te, se siamo stati in sintonia con le tue parole,  con i tuoi silenzi. Vogliamo che tu porga l’orecchio alla nostra supplica,  senza preoccuparci di correggere la nostra sordità, la durezza del nostro cuore. Interpreta tu, Padre, la nostra povera preghiera; ed ogni volta che ci senti ripetere: Ascoltaci, Signore, sappi che intendiamo dirti: Apri il nostro orecchio ad ascoltare la tua voce. Apri i nostri occhi a vedere te ovunque.  Apri le nostre labbra per lodare te. Donaci un cuore che ascolta te, Padre di misericordia, con il Figlio e lo Spirito d’amore: ascolta Dio, e perdona! (Bernard Häring, Prego perché vivo, vivo perché prego).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della comunità del bairro.

 

 

Giorno per giorno – 03 Luglio 2009ultima modifica: 2009-07-03T23:01:00+02:00da fraternidade
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Un pensiero su “Giorno per giorno – 03 Luglio 2009

  1. Condivido pienamente il vostro commento e lo mando in giro. Soprattutto alla stampa c.d. cattolica e ai vertici della Chiesa.
    E’ veramente un momento grave e i cristiani …dormono, la Chiesa di Roma fa il gioco delle tre carte.
    Che tristezza, che amarezza.

    Un abbraccio, franco

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