Giorno per giorno – 24 Maggio 2009

Carissimi,
“Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16, 19-20). I quaranta giorni trascorsi dalla scoperta del sepolcro vuoto e dall’incontro con il Crocifisso vivente, quaranta giorni lunghi come quarant’anni nel deserto, erano stati una sorta di grande catechesi. Erano serviti a rileggere i Suoi insegnamenti, a richiamare i Suoi gesti, a cercare di capire il significato della Sua morte, a intendere come essa – e poteva sembrare una bestemnmia – era niente meno che tutta la verità di Dio. La misura del suo amore. Universale e gratuito. Quando a Lui è parso che loro, i discepoli, l’avessero abbastanza capito, gli ha detto: Ragazzi miei, missione compiuta. Ora me ne torno da mio Padre. Comunque non vi lascio soli, avrete con voi il mio Spirito. Per sempre. E che davvero abbiate imparato la lezione, che abbiate fatto cioè vostra la Verità mia e del Padre, lo dimostreranno le vostre vite, i vostri gesti, atteggiamenti, parole. Responsabilità mica da poco la nostra, suoi discepoli di duemila anni dopo: confermare la Verità sua, del Regno, della Croce, di Dio. Incorreggibile, spericolato, temerario Figlio di Dio. Ma chi glielo ha fatto fare?

ASCENSION.GIFOggi è, dunque, la Solennità dell’Ascensione del Signore. Che non dobbiamo starlo troppo a guardare, se no ci perdiamo il bello della storia, con il Suo spirito clandestino, in noi e fuori noi, a sfidarci perché lo si riconosca e lo si segua. Giorno per giorno, anno per anno, sino alla fine.

I testi che la liturgia della Solennità odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap. 1,1-11; Salmo 46; Lettera agli Efesini, cap. 4,1-13; Vangelo di Marco, cap. 16,15-20.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

Oggi noi si fa memoria di Susanna, John e Charles Wesley. La data, contrariamente a ciò che in genere facciamo, non ricorda il loro dies natalis, il giorno cioè del loro passaggio all’eternitá, ma quello della “rinascita” di John Wesley, celebrata anche nella Comunione Anglicana.

24JOHN WESLEY.jpg24 Susanna Wesley bis.jpg24 Charles Wesley.jpgSusanna, venticinquesima figlia di Samuel Annesley, era nata nel 1669 e, ventenne era andata sposa a Samuel Wesley (1662-1735), pastore della Chiesa d’Inghilterra, a cui avrebbe dato quindici figli, tre soli dei quali sopravvissuti: Samuel, nato il 10 febbraio 1690, John, il 28 giugno 1703, e Charles, il 18 dicembre 1707. Di lei si racconta che, durante le frequenti assenze del marito, aveva preso l’abitudine di invitare a casa familiari e vicini per leggere la Scrittura e i suoi commentari, riuscendo in poco tempo a riunire più di duecento persone. Il fatto non mancò di suscitare la reazione gelosa del curato, che non sopportava l’idea che una donna potesse prendere simili iniziative. Scrisse perciò al di lei consorte, perché la richiamasse all’ordine. Questi gli rispose: Reverendo, io mi sarei aspettato che Lei, ponendo il problema, avrebbe anche prospettato la soluzione più ovvia, e cioè che andasse Lei, il sabato sera, a leggere i sermoni a casa mia. Ma se non vuole far questo, mi metta ben chiaro per iscritto il divieto esplicito al proseguimento di questa iniziativa. Io mi premurerò di presentarlo a Chi di dovere, quando saremo chiamati io e Lei al supremo tribunale di nostro Signore Gesù Cristo! Pare che il curato non se la sia sentita di replicare. Nacque così di fatto la pratica del metodismo, che John e Charles appresero dunque dalla madre. Susanna morirà, poco più che settantenne, il 23 luglio 1742. Tornando a ritroso nel tempo, quando John fu mandato a studiare a Oxford, dovette presto fare i conti con lo scetticismo religioso dell’ambiente studentesco. Per resistere ad esso, assieme al fratello Charles e alcuni amici, costituí un’associazione con regole molto esigenti: tutti i membri si impegnavano a studiare “metodicamente” la Bibbia, a partecipare settimanalmente alla Santa Cena, ad essere generosi nell’aiuto ai poveri. Scherzosamente furono chiamati il “Santo Club” o anche “metodisti”, nome che sarebbe rimasto in seguito al movimento wesleyano. Divenuto pastore, John entrò presto in contatto con i fratelli Moravi, e per loro tramite con il Pietismo tedesco e la tradizione luterana. Nella notte del 24 maggio 1738, ascoltando la prefazione di Lutero alla Lettera ai Romani, Wesley visse una straordinaria esperienza spirituale: “sentì” con profonda commozione del cuore che Cristo gli aveva perdonato i suoi peccati e decise che a partire da allora avrebbe collocato solo in Cristo la sua speranza di salvezza. Abbandonate le antiche posizioni ritualiste, dedicò tutta la sua vita a diffondere un’esperienza religiosa centrata sulla scoperta dell’amore di Dio, del perdono e della salvezza gratuita. Apertamente osteggiato dalla gerarchia della chiesa anglicana, aprí il ministero della predicazione ai laici, quale logica conseguenza della dottrina del sacerdozio universale dei fedeli. Diresse le sue attenzioni soprattutto alle grandi periferie proletarie, inaugurando così l’unione tra predicazione e opere sociali, tipica del Metodismo. Davanti alle esigenze dell’azione missionaria, lui, semplice pastore, cominciò ad ordinare altri pastori. Per cinquant’anni si dedicò interamente alla predicazione itinerante. Morì il 2 marzo 1791. Charles, dal canto suo, si dedicò soprattutto alla composizione di inni: ne scrisse circa 6500, fino alla morte, avvenuta il 29 marzo 1788.

Un buon fine-settimana il nostro, segnato dalla cena comunitaria, con cui abbiamo ricordato, ieri sera, i due anni del Centro Comunitario, e, stasera, dalla proiezione all’aperto del film “Fratello Orso” della Walt Disney, offerto dagli amici Franz e Susanna per l’allegria dei nostri bambini. E dei loro genitori. I quali tutti (una cinquantina di persone) non hanno esitato a sfidare il freddo (!) della stagione, per seguire le simpatiche avventure di Koda e Kenai. Con corollario di popcorn e succo di frutta.

L’anno scorso, in occasione della memoria dei Wesley, vi avevamo già offerto un brano della “Lettera a un cattolico romano” di John Wesley. Lo facciamo anche oggi, proponendovene un altro, quello con cui si apre la lettera. Ci pare che rappresenti un buon sussidio per una corretta attitudine al dialogo. Che, certo, a prima vista è difficile, ma alla fine ne sarà valsa la pena. È il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Avrai certo ascoltato migliaia di storie su noi che siamo comunemente detti protestanti, delle quali se tu ne credessi anche solo una su mille, saresti portato a giudicarci molto severamente. Ma questo è del tutto contrario a quanto ci ha prescritto il Signore: “Non giudicare, per non essere giudicato”; e ha inoltre molte dannose conseguenze, soprattutto questa: induce noi a giudicarvi altrettanto severamente. Questo fa sì che noi siamo, da entrambi i lati, meno desiderosi di aiutarci reciprocamente, e più pronti, invece, a farci del male. In tal modo, l’amore fraterno viene radicalmente distrutto; e ognuna delle due parti, guardando all’altra come ad un mostro, offre spazio alla rabbia, all’odio, alla malizia, ad ogni tendenza cattiva, che frequentemente sfocia in così disumane crudeltà, che raramente si riscontrano tra pagani. Ora, non si può proprio fare nulla, sia pure permettendo ad entrambe le parti di conservare le rispettive opinioni, per attenuare i nostri reciproci sentimenti, per porre un freno a questo flusso di cattiveria, e ripristinare almeno un po’ di amore con i nostri vicini e compatrioti? Non lo desideri anche tu? Non sei assolutamente convinto che la malizia, l’odio, la vendetta, il rancore, sia in noi che in voi, nei nostri cuori o nei vostri, sono detestabili agli occhi di Dio? Sia che le nostre opinioni siano giuste, sia che siano errate, queste attitudini sono certamente sbagliate. Sono la strada spaziosa che porta alla distruzione, al più profondo inferno. (John Wesley’s Letters, To a Roman Catholic, Dublin July 18, 1749).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Maggio 2009ultima modifica: 2009-05-24T23:33:00+02:00da fraternidade
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