Giorno per giorno – 31 Gennaio 2009

Carissimi,
“Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva” (Mc 4, 37-38). Benedetto uomo, non sai che non puoi dormire? Che se dormi tu, tutto va in malora? Su questo dormire di Gesù in noi, e sulla responsabilità che spesso noi ne abbiamo, qualche tempo fa avevamo mandato ad un nostro amico una citazione di sant’Agostino, che diceva così: “Se hai sentito un insulto, è come il vento; se sei adirato, ecco la tempesta, corre pericolo la nave, corre pericolo il tuo cuore ed è agitato. All’udire l’insulto tu desideri vendicarti: ed ecco ti sei vendicato e, godendo del male altrui, hai fatto naufragio. E perché? Perché in te dorme Cristo. Che vuol dire: In te dorme Cristo? Ti sei dimenticato di Cristo. Risveglia dunque Cristo, ricordati di Cristo, sia desto in te Cristo: considera lui… Quando sorge una tentazione è come il vento; tu sei agitato, c’è la tempesta. Sveglia Cristo: parli egli con te. Chi è costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono? (Mc 4, 41)”. Noi non sappiamo bene come sia finita, se, cioè, alla fine, il destinatario di quella nostra missiva si sia risolto a scuotere e ridestare l’Amico assopito in lui. Sappiamo che però, questa di Agostino, è una lezione valida anche e, soprattutto, per noi.

Due sono le memorie che il calendario ci propone oggi: Giovanni Bosco, educatore e apostolo della gioventù e Menno Simons, riformatore della Chiesa.

31_JO_O_BOSCO.JPGGiovanni Bosco nacque a Castelnuovo d’Asti il 16 Agosto 1815 e fu dalla madre, Margherita, educato alla fede e alla pratica coerente del Vangelo. Divenuto prete nel 1841, in una società che conosceva il dramma della miseria e dell’emarginazione sociale, iniziò il suo apostolato tra i giovani più poveri, fondando l’Oratorio, che mise sotto la protezione di san Francesco di Sales. E sará proprio tra loro che troverà in seguito i suoi migliori collaboratori. Fondò poi la Società di S. Francesco di Sales (da cui il nome di Salesiani) e, più tardi, con Madre Maria Domenica Mazzarello, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Creò, infine, i Cooperatori Salesiani, laici, uomini e donne, che accoglievano la chiamata ad affiancare e sostenere la sua opera. Morì il 31 gennaio 1888. Ai suoi figli salesiani lasciò in eredità una forma di vita religiosa semplice, che volle basata sulle virtù cristiane, sintetizzate nel binomio “lavoro e temperanza”.

31_M_SIMONS.JPGMenno Simons nacque a Witmarsum, nella provincia olandese di Friesland nel 1496. Poco si sa della sua prima infanzia e dell’educazione ricevuta. Nel 1524, in ogni caso, fu ordinato prete della Chiesa cattolica. La morale del clero di allora generalmente non si distingueva da quella del mondo e Menno vi si era in qualche modo adeguato. Fu solo quando prese a leggere sistematicamente la Bibbia, che si rese conto che qualcosa non andava. Cominciò anche a nutrire qualche dubbio su alcune dottrine della chiesa di Roma; poi gli scritti di Lutero fecero il resto. Più radicale di questi e di Calvino, si identificò come anabattista. Gli anabattisti negano la validità del battesimo dei bambini e sostengono la necessità di (ri)battezzare solo adulti liberi e consapevoli della loro scelta. Lo stesso Menno volle essere così ribattezzato. Lo fece nel 1537. Nel frattempo la sua fama come scrittore e predicatore crebbe e presto gli anabattisti di quella regione lo riconobbero come loro leader, adottandone in seguito il nome per identificare la loro chiesa: si dissero infatti “mennoniti”. Suo merito fu quello di restaurare l’anabattismo nel suo carisma originario, dopo il bagno di sangue che aveva posto fine alla tragica esperienza di Münster (1535). Simons riunì i superstiti e quanti non avevano seguito gli estremisti nella loro avventura e riorientò il movimento su una pietà austera, aliena dai coinvolgimenti nella lotta per il potere. Da allora, i mennoniti rifiutano il servizio militare, non giurano, si propongono di costruire comunità di “santi”, dotate di rigorosa disciplina. Istruiscono i loro figli nella dottrina cristiana, ma battezzano solo gli adulti che liberamente accolgano l’Evangelo e si impegnino a viverlo. Il loro concetto centrale è una teologia del discepolato, ispirata al Discorso della Montagna. Menno Simons morì il 31 gennaio 1561.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap.11, 1-2.8-19; Salmo (da Lc 1, 69-75); Vangelo di Marco, cap.4, 35-41.

La preghiera del Sabato è in comunione con le Comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Oggi, ultimo giorno delle vacanze estive, si è voluto finire, o cominciare, in gloria, con il nostro incontro di “Fé e Luz”. Ci si è ritrovati nel pomeriggio al Centro comunitario con quasi tutti noi e in più il nostro vescovo, dom Eugenio, che da un po’ di tempo, con tutti gli impegni di cui lo carica la Conferenza episcopale, non si faceva vedere. I dolci che Lucimara, la mamma di Valtinho, ha preparato per il rinfresco sono di quelli che solo a guardarli moltiplicano il tasso di colesterolo nel sangue. Noi ne abbiamo fatto comunque una scorpacciata mica male, a occhi chiusi però, con la speranza che il sangue non se ne sia accorto.

Gennaio, che si era aperto come ogni anno, con la Giornata mondiale della Pace, si chiude con la memoria emblematica di quel testimone del Vangelo della nonviolenza che è Menno Simons, che richiama e riassume le altre di Felix Mantz, Lanza del Vasto, Ammon Hennacy, George Fox, Zeno Saltini, Achaan Chah, Mahmoud Taha, Ghaffar Khan, l’Abbé Pierre e il Mahatma Gandhi. E scusate se sono pochi! Noi ci congediamo, lasciandovi alla lettura di un testo di Menno Simons, tratto da “The complete works of Menno Simons” (Elkhart), disponibile in rete. È per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se Cristo combatte i suoi nemici con la spada della sua bocca, se percuote la terra con il bastone della sua bocca, ed elimina il malvagio con il soffio delle sue labbra, e se noi dobbiamo conformarci alla sua immagine, come possiamo allora combattere i nostri nemici con qualsiasi altra spada? Non dice l’apostolo Pietro: “A questo infatti siete stati chiamati, poichè anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica com giustizia”(1Pt 2, 21-23)? Questo si accorda con le parole di Giovanni che afferma: “Chiunque rimane in Cristo, cammina come Cristo camminò”. E lo stesso Cristo dice: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,34; Mt 16,24, Lc 9, 23). E ancora: “Le mie pecore ascoltano la mia voce… ed esse mi seguono” (Gv 10,27). E questa è la voce di Cristo: “Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra” (Mt 5, 38-39). E ancora: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5, 43-45). (Menno Simons, The complete works of Menno Simons).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Gennaio 2009ultima modifica: 2009-01-31T23:40:00+01:00da fraternidade
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