Giorno per giorno – 19 Dicembre 2008

Carissimi,
ogni anno, in questo giorno, ascoltiamo la storia dell’annuncio dell’angelo a Zaccaria (Lc 1, 5-25) e, stamattina, Nesona diceva che Divina e Divino, pur senza essere troppo vecchi, ancora l’anno scorso, di questi tempi, vivevano la situazione degli anziani genitori del Battista. Prima di esserlo. Beh, non siamo sicurissimi che i nostri amici fossero proprio, come i due santi vecchi, “giusti davanti a Dio e irreprensibili nell’osservanza di tutte le leggi e le prescrizioni del Signore”. Ma, tristi, erano tristi, lei soprattutto, per quel figlio che non arrivava. Poi un angelo, non Gabriele, un altro, è entrato nella loro storia. E senza essere così categorico, come quello del Vangelo, ha sussurrato ai due: forse. E a Divina anche solo quell’accenno è suonato da subito come una certezza. E se c’era chi nutriva qualche dubbio e cercava di gettar acqua sui suoi facili entusiasmi, lei no, lei si vedeva già a cullare la sua creatura e non provava ormai più nessuna invidia del pancione delle amiche e delle donne che incrociava per strada. Che, presto, avrebbe avuto il suo, di tutto rispetto. E l’ostinazione della sua fede e l’aiuto dell’angelo, alla fine, hanno avuto la meglio. Sicché, ora c’è Letícia per lei. E non poteva chiamarsi in altro modo. Capita anche a noi di sentirci sterili e senza figli, anche se magari ne abbiamo, e può succedere di svegliarci un giorno e scoprire che la nostra vita non ha più un orientamento certo, e perciò neppure un senso. Persino la fede che sembrava averci accompagnato per anni, d’improvviso, non ci parla più. E la situazione del mondo circostante, a volte persino il modo di essere della nostra chiesa, il cui compito eravamo convinti fosse di tener accesa una luce, anche solo piccola, non ci aiutano proprio. E ci sembra sia tutto buio. E noi, anzi, tutti, vittime e magari complici di un colossale inganno. Però, capita anche che “Dio si ricorda”. È il significato del nome Zaccaria. Ed è perciò anche il nostro nome, ogni volta che. E non importa mica molto che noi si sia giusti o no, santi o peccatori, cristiani, musulmani, buddisti o cos’altro, credenti o miscredenti, colti o ignoranti, abili o diversamente abili, ma persino totalmente inabili. Lui è mio Padre, tuo, suo, di tutti. Più padre di ogni padre, e si ricorda. E ci apre strade nuove, un futuro neanche mai sognato. Che ci additerà infallibilmente come è Dio nella storia. Come agisce anche nella nostra. Quello che noi chiamiamo Gesù.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Abū Hāmid al-Ġazālī, mistico islamico.

19 GHAZALI.jpgAbū Hāmid Muhammad ben Muhammad al-Ġazālī era nato a Tus (nell’attuale Iran) nel 1058 Fu professore di filosofia, teologia e diritto a Baghdad. A trentasette anni, nonostante il successo e la stima conquistata negli ambienti accademici, conobbe una profonda crisi spirituale, che descrisse in questi termini: “Ho esaminato le motivazioni che mi guidavano nel mio insegnamento e ho capito che non si trattava di un semplice desiderio delle cose di Dio, ma che l’impulso che mi muoveva era il desiderio di conquistae una posizione influente e il riconoscimento pubblico”. Questa presa di coscienza lo spinse ad abbandonare il mondo per diventare un sufi pellegrino. Dopo undici anni passati in meditazione e in ritiro, si lasciò convincere dal Sultano dell’epoca a tornare ad insegnare nella città di Baghdad. Ma solo per poco tempo. Ben presto decise infatti di ritirarsi nella città natale, dove visse gli ultimi tempi della sua vita con pochi discepoli in un convento sufi, dove morì il 19 dicembre 1111 (15 Jumaada Thaani 505). Le sue numerose opere, tra cui la più famosa è Il Ravvivamento delle Scienze religiose, sono notevoli per vigore e sottigliezza dottrinale, nonché per il grande spirito di tolleranza.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dei Giudici, cap.13, 2-7. 24-25a; Salmo 71; Vangelo di Luca, cap. 1, 5-25.

La preghiera del Venerdì è in comunione con le comunità islamiche che confessano l’unicità del Dio clemente e ricco in misericordia.

Kitāb al-mahabba wa-l-šawq wa-l-uns wa-l-ridā” è il titolo, per chi volesse leggere l’originale, del sesto volume del quarto tomo dell’opus magnum di Abū Hāmid al-Ġazālī, “Ihyā’ ‘ulūm al-dīn” (Ravvivamento delle Scienze religiose). Chi, invece, come noi, non ha particolare dimistichezza con l’arabo può trovarlo in italiano con il titolo “L’amore di Dio” (EMI). Nel momento di congedarci, ve ne proponiamo una citazione, che è per oggi il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non porre tra me e te un mondo che ti cela al mio amore, con il suo torpore! […] Sii sollecito ad abbandonare le passioni praticando il digiuno; e tu, non tentare di rompere il digiuno, ché il mio amore per il digiuno è la sua pratica. Amami combattendo la tua anima, precludila alle passioni, guarda verso di te e vedrai che il velo che sta tra me e te è stato sollevato. Ti tratterò amorevolmente, affinché tu sia all’altezza della mia ricompensa quando te la concederò, ma Io la tratterrò da te così che ti atterrai alla mia ubbidienza. […] Se coloro che mi voltano le spalle sapessero qual è la mia attesa per loro, la mia amorevolezza per loro, e il mio desiderio che abbandonino i loro peccati, morirebbero dal desiderarmi e si farebbero in pezzi per il mio amore! Se questa è la mia volontà per coloro che mi voltano le spalle, figuriamoci quale sarà la mia volontà per coloro che si avvicinano a me! Il mio servitore ha più bisogno di me , quando pensa di poter fare a meno di me! Io sono più misericordioso con il mio servitore quando mi ha voltato le spalle, è la cosa più elevata per me, una volta che ritorna a me! (Abū Hāmid al-Ġazālī, L’amore di Dio).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 19 Dicembre 2008ultima modifica: 2008-12-19T23:09:00+01:00da fraternidade
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