Giorno per giorno – 01 Gennaio 2008

Carissimi,
La pace è la donna con il suo bambino. / La pace sono io, /che parlo all’aurora perché mi appartiene. / La pace è il mio cuore / innamorato di ogni creatura vivente. / La pace sono tutte le strade del mondo / dove gli esseri umani raccontano le parabole / dei loro sogni e delle loro vite. / La pace rende fecondi i deserti / che reclamano ancora i loro misteri. / La pace agita gli oceani / nel tripudio delle loro canzoni infinite. / La pace accende tutti i firmamenti dell’amore. // È il Salmo 1 di una Salmodia della Pace di padre Raffaele Nogaro, che vi offriamo prendendo spunto dalla Giornata Mondiale della Pace che apre questo nuovo anno.

“Passati otto giorni, venne il tempo di compiere il rito della circoncisione del bambino. Gli fu messo il nome di Gesù, come aveva detto l’angelo ancor prima che fosse concepito nel grembo di sua madre” (Lc 2, 21). Oggi, Ultimo giorno della festa di Natale, la Chiesa celebra Maria, madre del Figlio di Dio, ricorda la circoncisione di Gesù ed esalta il suo nome. Per noi è, da tempo, l’occasione per sottolineare l’aspetto dell’ebraicità di Gesù. Che egli riceve da sua madre e che è sacramentalizzata dalla circoncisione ed evidenziata dal Nome. Così la chiamiamo Festa di Gesù ebreo per sempre. Per affermare che Gesù di Nazareth, il Messia dei cristiani e rivelazione dell’amore salvifico del Padre per tutti i popoli, è ebreo e lo sarà per sempre. È, così, per noi, la festa dell’amicizia ebraico-cristiana.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dei Numeri, cap.6, 22-27; Salmo 67; Lettera ai Galati, cap.4, 4-7; Vangelo di Luca, cap.2, 16-21.

Il calendario ci porta anche la memoria di Basilio di Cesarea, pastore e padre della Chiesa.

01 BASILIO_2.JPGBasilio nacque verso il 330, a Cesarea in Cappadocia, da una ricca famiglia cristiana che, in termini di santità, mica si scherza. Santi furono, infatti, la nonna, Macrina, i genitori, Emmelia e Basilio, i fratelli Gregorio, vescovo di Nissa, e Pietro, vescovo di Sebaste, e, per finire, la sorella Macrina. Dopo gli studi in patria, ad Atene e a Costantinopoli, Basilio ricevette il battesimo nel 356, recandosi poi nel deserto, dove si fermò due anni, conducendovi una vita austeramente scandita da preghiera, lavoro e studio delle Scritture. Nel 358, spogliatosi di tutti i suoi beni, creò con l’amico Gregorio di Nazianzo una comunità monastica, sulle rive del fiume Iris, sul Mar Nero, di cui egli stesso dettò le regole di vita. Ordinato sacerdote nel 363, fu chiamato a collaborare con il vescovo Eusebio di Cesarea, a cui succedette nel 370, segnalandosi per la lotta coraggiosa contro le distorsioni dottrinali sorte nella Chiesa, che contavano sull’appoggio dell’imperatore Valente. Ma ciò che caratterizzò la sua azione pastorale fu soprattutto l’intervento volto a favorire l’assistenza e la promozione delle fasce più povere della popolazione. Insegnava che “se ciascuno si accontentasse del necessario e donasse ai poveri il superfluo, non vi sarebbero più né ricchi né poveri”. Morì, non ancora cinquantenne, il 1° gennaio 379, alla vigilia del Concilio di Costantinopoli, che aveva tuttavia contribuito a preparare con i suoi studi e riflessioni.

“Il Signore ti benedica e vegli su di te! Il Signore ti sorrida con bontà e ti conceda i suoi doni. Il Signore posi su di te il suo sguardo e ti dia pace e felicità” (Nm 7, 24-26). È la benedizione che abbiamo ascoltato nella prima lettura della liturgia di oggi. Il nuovo anno, a guardarsi in giro, non sembrerebbe cominciare sotto i migliori auspici, eppure noi ci ostiniamo a credere e a sperare che essa sia vera da subito per tutti noi. E ad agire, facendo di essa il criterio del nostro comportamento, perché anche altri la credano e il mondo possa sperare nei doni di Dio, che sono pace e felicità per tutti. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una parola di Basilio di Cesarea, che ci suggerisce come ricevere – e cominciare noi stessi ad essere – la benedizione di Dio. È il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Vedi solo l’oro, pensi solo all’oro; è il tuo sogno quando dormi, è la tua occupazione quando sei sveglio. Come chi vaneggia non vede oggetti reali, ma il frutto delle sue passioni, così la tua anima, ossessa dal demone dell’oro, vede solo e ovunque oro e argento. Preferisci veder l’oro che il sole; vorresti che tutto si tramutasse in oro, e ogni tuo pensiero, e ogni tuo affetto è orientato ad esso. Cosa non escogiti e non intraprendi per l’oro? Il frumento diventa per te oro, il vino si trasforma in oro, la lana la muti in oro; ogni occupazione, ogni affare ti procura oro. L’oro produce se stesso, perché si accresce con l’usura. Eppure non sarai mai sazio e le tue brame non cesseranno mai. Ai bambini golosi ordiniamo spesso di non saziarsi con le loro leccornie, perché l’uso smoderato non rechi loro la nausea. Ma per chi è avido di ricchezze ciò non avviene mai: più ne riceve, più ne brama. Se la ricchezza affluisce, non attaccarci il cuore (Sal 61,11). Tu invece imprigioni questo flusso, e sbarri le uscite. Esso diventa come il mare, che fa poi? Fracassa gli sbarramenti e, pieno da traboccare, distrugge i granai del ricco, ne abbatte al suolo i magazzini. Egli ne costruirà di più grandi? Non è certo neppure che egli non debba lasciarne i resti abbattuti al suo erede; presto infatti può essere rapito, prima ancora che i nuovi granai siano costruiti, secondo i suoi avidi progetti. Il ricco ha trovato la fine che corrisponde al suo animo perverso. Ma voi, se mi seguite, aprirete tutte le porte dei vostri magazzini e baderete che la ricchezza ne esca il più possibile. Un gran fiume si riversa, in mille canali, sul terreno fertile: così per mille vie tu fa’ giungere la ricchezza nelle abitazioni dei poveri. Come una fontana dà acqua sempre più pura se da essa si attinge, mentre l’acqua imputridisce se non la si usa, così è la ricchezza che giace inutile; ma se si muove e corre, diventa fruttuosa, utile alla comunità. Che lode a te si innalza da parte di quelli che soccorri, una lode che tu neppure sospetti! E che lode avrai dal giusto giudice, di cui non puoi dubitare! (Basilio di Cesarea, Omelia contro l’avidità).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Gennaio 2008ultima modifica: 2008-01-01T23:00:00+01:00da fraternidade
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