Giorno per giorno – 31 Maggio 2016

Carissimi,
“Dio è potente: ha fatto in me grandi cose, santo è il suo nome. La sua misericordia resta per sempre con tutti coloro che lo servono. Ha dato prova della sua potenza, ha distrutto i superbi e i loro progetti. Ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra gli oppressi. Ha colmato i poveri di beni, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 49-53). Il Magnificat, il canto in cui prorompe Maria durante l’incontro con la cugina Elisabetta, è fino ad oggi uno dei preferiti dalla nostra gente tra gli inni mariani. Forse, proprio per questo sogno che vi è espresso, che seminava di speranza la vita dura dei poveri d’Israele, delle comunità cristiane delle origini, delle masse impoverite di ogni tempo. E che continua ad animarne la lotta, là dove ancora resiste il riferimento all’Evangelo. O dove non lo si è contrabbandato con altro. Bella questa figura di Maria, immagine di una Chiesa, che dimentica le sue difficoltà, e corre a farsi carico di quelle degli altri; proclama le grandi cose che Dio ha operato in lei, e non si riferisce ai suoi personali successi, ma all’opera di salvezza, di terrena liberazione dai mali, cui assiste e di cui, generando nella storia Gesù e il suo significato, diventa compartecipe. Maria, oggi, possiamo essere anche noi, tutti insieme, per cantare e cambiare questa nostra storia, fatta di violenza, oppressione, sfruttamento, morte, in una storia di fraternità, pace, giustizia, vita e liberazione. Per tutti.

L’ultimo giorno di maggio, la chiesa celebra la Festa di Maria, messaggera solidale e sovversiva dell’Evangelo del Regno.

È la festa dei poveri che cantano il manifesto-profezia della giovane ebrea, madre di Gesù: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 46-53). Ogni volta che questo accade, che si sappia o no, che sia menzionato o no, possiamo giurarci (e non sembri irrispettoso): c’è il Suo zampino. Sul piano storico, una memoria della Visitazione ricorreva, fin dal VI secolo, nella Chiesa latina, la terza domenica di Avvento. I frati minori presero a celebrarla come festa nel 1263, per disposizione di san Bonaventura, allora Ministro generale dell’Ordine. Papa Urbano VI, nel 1389, la estese a tutta la Chiesa d’occidente, fissandone la celebrazione il 2 luglio, in modo da farla coincidere con l’ottava della nascita del Battista e la fine dei tre mesi del soggiorno di Maria presso la cugina (cf Lc 1, 56). La festività fu poi confermata dal sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441. Nel 1969, con la riforma del calendario cattolico, Paolo VI ne spostò la celebrazione al 31 maggio, tra la solennità dell’Annunciazione e la nascita del Battista. Anglicani, luterani e veterocattolici continuano a celebrarla il 2 luglio. Alcune Chiese ortodosse la celebrano invece, dal sec. XIX, il 30 marzo del calendario giuliano (12 aprile di quello gregoriano), sempre che non coincida con la Settimana Santa, nel qual caso è spostata al primo venerdì dopo Pasqua.

I testi che la liturgia della festività odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Romani, cap.12, 9-16b; Salmo (Isaia, 12, 2-6); Vangelo di Luca, cap.1, 39-56.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

È tutto e noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura i versi della poesia che il poeta Rainer Maria Rilke ha dedicato alla “Visitazione” di Maria. È questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
L’inizio ancor lieve era per lei / ma salendo, già a volte l’incanto / del suo corpo intuiva. Poi / nei monti alti di Giuda, anelando, // sostò; non terra intorno dilata, / ma soltanto la propria pienezza; / e andando intuì: questa grandezza / che in sè ora prova, sta insuperata. // Le urgeva porre le mani sue / sopra un corpo che già oltre era / e vesti e capelli di ambedue / confluirono in onda leggera. // Ognuna, del proprio tempio santo / ricolma, ebbe a scudo la vicina. / Ah in lei il Salvatore era soltanto / fiore eppure sobbalzò esultando / il Battista in grembo alla madrina. // (Rainer Maria Rilke, Visitazione).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Maggio 2016ultima modifica: 2016-05-31T22:53:04+02:00da fraternidade
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