Giorno per giorno – 14 Settembre 2014

Carissimi,
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3, 16-17). Le due feste di oggi e domani ci portano a interromepre la lettura in sequenza del vangelo di Luca, per proporci due brani del vangelo di Giovanni. Che sono, ovviamente dei gioielli. Anche se, a dire il vero, non ci è ancora capitato di trovare un qualche passo evangelico che non lo sia. Quello che abbiamo ascoltato oggi è tratto dal discorso di Gesù a Nicodemo, un fariseo, suo amico di nascosto. Come capita spesso di esserlo, in tempi in cui, a tutto ciò che riguarda la fede, o a un certo tipo di fede, che non sia funzionale a qualcosa d’altro, si guarda con sufficienza o fastidio. Ora, noi ci si dovrebbe chiarire almeno questo, se siamo davvero convinti che in Gesù ci sia in ballo qualcosa di più che un semplice uomo, un profeta, un saggio o un rivoluzionario, che sia. Qualcosa come la verità di Dio, cioè Dio stesso. Perché se non siamo d’accordo su questo, tutto bene, però possiamo scegliere di parlare d’altro. Più, immediatamente, interessante e utile. Stamattina, durante l’Eucaristia, ci dicevamo che dire verità di Dio è dire anche, per noi, verità dell’uomo. Allora, la festa di oggi, indipendentemente dalle concrete circostanze storiche che l’hanno originata, è la festa della gioiosa scoperta della nostra fede, e del dono incredibile che la fonda. Dio ci ha dato suo Figlio, o forse, ancora meglio, Dio ci si è dato nel suo Figlio. E ci ha detto: fateci quello che volete. Ossia, scoprite, se vi va, la bellezza di questo accogliere tutto ciò che voi siete e tutto ciò che vi circonda come dono, in una relazione di cura e d’amore, e nell’offrire poi voi stessi agli altri, secondo la stessa modalità. Così, quando si parla di croce, e di croce come sofferenza vicaria, espiazione, può significare solo questo per la fede cristiana: non che Gesù si è offerto sulla croce per placare la collera di suo Padre. Sarebbe una bestemmia, pensare quel Padre come peggiore del peggiore dei nostri padri. Significa invece che Dio, in Gesù, si interpone tra noi e il male e dice: vi amo tanto, come che siate, che preferisco morire io, piuttosto che uno solo di voi. E non avete neanche bisogno di dirmi grazie, perché è la cosa più naturale per un Dio. Con il battesimo, Gesù ci propone questo come significato per la nostra vita. E noi non si ha bisogno di cercarcene nessun altro, di significato. Così accessibile a tutti, che si sia analfabeti o “studiati”. E la vita, per essere bella, incredibilmente bella, anche quando questo costasse una croce, quella croce, basterebbe fosse la ricerca, assunta come progetto di vita, della maniera di darci (non semplicemente dirci) ogni giorno in dono. E noi confessiamo che si ha un bel numero di esempi intorno a noi. La gioia della croce, dunque, sarà espressione dell’entusiasmo che accompagna, ogni volta, il venir meno di un po’ del male in cui a volte sembra affondare il mondo.

Oggi, celebriamo la festa dell’Esaltazione (o dell’Allegria) della Croce.

Un’antica tradizione vuole che, durante il regno di Costantino, sua madre, Elena, si sia recata in Palestina a cercare i luoghi più significativi della nostra fede. Avendo localizzato, uno vicino all’altro, quelli che ritenne essere i luoghi della crocifissione e sepoltura di Gesù (localizzazione che gli archeologi moderni ritengono verosimigliante), costruì lì la Basilica del Santo Sepolcro, che fu consacrata il 14 settembre dell’anno 335. La coincidenza con i giorni in cui gli ebrei celebravano la festa di “Simchat Torah” (la “Gioia della Torah”), che commemorava il dono della Legge, ne fece in qualche modo il suo corrispondente cristiano, la festa gioiosa per il dono della nuova Legge, la Croce, simbolo dell’amore che abbraccia il mondo intero.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della festa odierna e sono tratti da:
Libro dei Numeri, cap.21, 4-9; Salmo 78; Lettera ai Filippesi, cap. 2,6-11; Vangelo di Giovanni, cap. 3,13-17.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità e chiese cristiane.

È tutto, per stasera. E noi ci si congeda qui, proponendovi un brano del bel libretto di Olivier ClémentIl potere crocifisso. Vivere la fede in un mondo pluralista” (Qiqajon). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Una professione di fede trionfalistica e gridata ai quattro venti ha un qualcosa d’impudico. Una fede maturata attraverso la lunga, gioiosa, dolorosa esperienza di una vita si esprime anzitutto nel silenzio. O a mezza voce, o nello humour, nel paradosso, nella poesia. “Una lingua dolce spezza le ossa” (Pr 25,15) dice il sapiente. E permette di testimoniare senza ferire. Scrive Michel Serres: “Dio è il nostro pudore, e noi dobbiamo proteggerlo… Ciò che egli ha d’infinito, è la sua fragilità. Perciò può essere protetto solo in ciò che vi è di più nascosto in noi”. L’incontro con le grandi religioni, nello spirito di ricerca e di dialogo di un umanesimo aperto, permetterà forse l’avvento di un nuovo paradigma per una civiltà planetaria e nel contempo plurale. Per concludere vorrei citare monsignor Pierre Claverie, vescovo di Orano assassinato da alcuni integralisti: “Sono giunto alla convinzione che l’umanità è solo plurale e che quando pretendiamo… di possedere la verità, cadiamo nel totalitarismo e nella discriminazione… Si può accedere (alla verità) solo con un lungo cammino … raccogliendo qua e là nelle altre culture, negli altri tipi d’umanità ciò che anche gli altri hanno acquisito, hanno cercato nel loro particolare cammino verso la verità… Dio non lo si possiede, così come non si possiede la verità, e io ho bisogno della verità degli altri”. Proprio questa è la rivelazione ultima: Dio è “Mistero e Amore”, “Vita” e “Luce della Vita”. (Olivier Clément, Il potere crocifisso. Vivere la fede in un mondo pluralista).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 14 Settembre 2014ultima modifica: 2014-09-14T22:16:52+02:00da fraternidade
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