Giorno per giorno – 29 Maggio 2016

Carissimi,
“Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!” (Lc 7, 9). Lo afferma Gesù del centurione. E dire che quell’uomo era un pagano, anche se sui generis, dato che si era conquistato la simpatia dei farisei (che, per altro, non sempre andavano d’accordo con Gesù), per avergli finanziato una sinagoga. Della fede dei farisei e di Gesù, se ci riferiamo alle loro credenze, l’ufficiale romano non doveva sapere molto, forse le avrà considerate soltanto un po’ buffe, dato che lui apparteneva alla religione dell’impero, e l’impero, si sa, ha sempre ragione su tutto. Eppure, Gesù, senza neanche vederlo, resta incantato, per quello che gli manda a dire e si lascia scappare quell’enormità: nessuno in Israele ha una fede così grande! Oggi direbbe: non c’è nessuno nella chiesa con una fede così! Perché quel pagano, senza saper niente di Dio, aveva capito di lui tutto quel che c’è da sapere (scherzi che fa quel discolo dello Spirito Santo, che spiffera ovunque i suoi segreti!): che Lui libera dal male (nel caso, quella brutta malattia del suo servo), sempre e comunque, da vicino o da lontano, tutti, senza guardare in faccia a nessuno, senza preferenze, buoni e cattivi, religiosi o atei, come appunto, ogni buon padre dovrebbe sempre fare. E come i buoni figli dovrebbero sapere. Come invece noi, dopo duemila anni, non abbiamo ancora imparato. Ed è, questa, un’occasione buona per cominciare.

I testi che la liturgia di questa 9ª Domenica del Tempo Comune proporne alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro dei Re, cap.8, 41-43; Salmo 117; Lettera ai Galati, cap. 1, 1-2. 6-10; Vangelo di Luca, cap. 7, 1-10.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le Comunità e Chiese cristiane.

Oggi, il martirologio latinoamericano ricorda Raimundo Ferreira Lima, il “Gringo”, martire della Riforma Agraria. Il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria della morte/ascensione di Bahá’u’lláh, fondatore della religione Baha’i.

Raimundo Ferreira Lima era membro attivo della Commissione Pastorale della Terra, nella diocesi di Conceição do Araguia, nel sud del Pará, ed era anche leader del Sindacato dei lavoratori agricoli. Conosciuto come il “Gringo”, era nato il 27 giugno 1937. Quando fu assassinato, il 29 maggio 1980, stava tornando da São Paulo, dove si era recato per impegni legati al suo lavoro sindacale, Ripetutamente minacciato di morte da parte di alcuni latifondisti della regione, a causa della difesa di sem-terra e posseiros, attuata dal sindacato e dalla CPT, Gringo non arretrò mai di fronte al pericolo. Sequestrato nella pensione in cui aveva deciso di passare la notte, ad Araguaína (oggi nello Stato di Tocantins), per riposarsi prima di riprendere il viaggio che l’avrebbe riportato a casa, a São Geraldo do Araguaia, fu portato in una strada fuori città e fu finito a colpi di pistola. Gringo lasciava la moglie ventinovenne, Oneide, e sei figli, il minore dei quali di soli pochi mesi. Oltre tremila persone presero parte ai suoi funerali, presieduti dal Vescovo e celebrati nella piazza della cattedrale de Araguaia. Intere famiglie arrivarono in barca, navigando, sul fiume, fino a trecento chilometri, e altri arrivarono a piedi, camminando per tre giorni, solo per accompagnare un’ultima volta colui che era stato la loro autentica “voce”. Mandanti ed esecutori del delitto restarono impuniti.

Bahá’u’lláh, il cui nome alla nascita era Husain’Alí, nacque il 12 novembre 1817 a Teheran, nella famiglia di Mirzá Buzurg-i-Nurí, facoltoso ministro della corte dello Sciá. Nel 1835, il giovane Husain sposò ‘Asíyih Khánum, da cui ebbe tre figli, ‘Abdu’l-Bahá, Bahíyyih e Mihdí. Rinunciando a seguire le orme paterne, scelse di dedicare tempo ed energie a diverse attività filantropiche, tanto da venir soprannominato “Padre dei poveri”. Nel 1844 aderì alla religione predicata dal Bab, ma le persecuzioni scatenate dal clero persiano contro la nuova fede, culminate nella messa a morte del suo fondatore, portarono presto anche alla sua incarcerazione. Fu durante la detenzione nella prigione di Siyah-Chal (il Buco Nero), che Bahá’u’lláh ricevette l’insegnamento della “sapienza di tutto ciò che è stato”. Bandito dalla sua patria, dopo un breve soggiorno a Bagdad, visse per circa due anni tra le montagne del Kurdistan. Nel 1856 ritornò a Baghdad. Il 21 aprile 1863, nel giardino del Ridvan, Bahá’u’lláh rese noto ai suoi seguaci di essere il Promesso preannunciato dal Báb e dalle altre sacre scritture. Qualche settimana dopo fu costretto a lasciare Baghdad per Costantinopoli e successivamente inviato, in domicilio coatto, ad Adrianopoli (l’attuale Edirne). Da qui, negli anni seguenti, scrisse una serie di lettere ai capi del mondo della Sua epoca, esortandoli ad avviare politiche di giustizia, a procedere ad un generale disarmo e a riunirsi per formare una specie di federazione di nazioni. Nel 1868, sempre su pressione dei suoi oppositori, Bahá’u’lláh con i suoi fu inviato ad Akká, colonia penale nella Palestina Ottomana, dove avrebbe trascorso il resto della sua vita e dove scrisse la sua opera maggiore, il Kitab-i-Aqdas (Il Libro Santissimo), in cui traccia le leggi essenziali ed i principi su cui i suoi seguaci devono basarsi. Bahá’u’lláh morì il 29 maggio 1892.

E, per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una preghiera di Bahá’u’lláh. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Lodato sii Tu, o Signore mio Dio! T’imploro per il Tuo Più Grande Nome con cui hai destato i Tuoi servi e costruito le Tue città, e per i Tuoi più eccellenti titoli e i Tuoi più augusti attributi, di assistere il Tuo popolo a dirigersi verso le Tue molteplici generosità e a volgere il viso verso il Tabernacolo della Tua saggezza. Risana le infermità che hanno assalito le anime da ogni lato e le hanno trattenute dal volgere lo sguardo verso il Paradiso che è al riparo dell’ombra del Tuo Nome, che Tu decretasti essere il Re di tutti i nomi per tutti coloro che sono in cielo e tutti coloro che sono in terra. Tu hai il potere di far quel che Ti piace. Nelle Tue mani è l’imperio di tutti i nomi. Non v’è altro Dio che Te, il Potente, il Saggio. Io non sono che una povera creatura, o mio Signore, mi sono afferrato al manto della Tua ricchezza. Sono penosamente infermo, mi sono tenuto saldamente alla corda della Tua guarigione. Liberami dai mali che mi hanno circondato, lavami completamente con le mani della Tua benignità e misericordia e adornami con la veste del benessere, per opera della Tua indulgenza e generosità. Fa’ volgere, dunque, i miei occhi su Te e liberami da ogni attaccamento ad altri che Te. Aiutami a fare ciò che desideri e ad adempiere quello che Ti è gradito. Tu sei, invero, il Signore di questa vita e di quella avvenire. Tu sei, in verità, Colui Che sempre perdona, il Misericordiosissimo. (Bahá’u’lláh, Preghiere e meditazioni, XIX).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 29 Maggio 2016ultima modifica: 2016-05-29T22:26:59+02:00da fraternidade
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