Carissimi,
“Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà” (Mc 10, 29-30). Nel Vangelo di ieri, i discepoli erano parsi per un momento rendersi conto della loro (e nostra) radicale inadeguatezza di fronte alle esigenze del Regno (lasciare tutto e seguire Gesù), tanto da dirsi sbigottiti: Ma, allora, non fa per noi, né per nessuno! Subito dopo, però, Pietro, generoso, avventato e un po’ superficiale, come gli capitava di essere, soprattutto ai primi tempi, se ne esce con: “Ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito!” (v. 28). Ed era vero solo in parte, perché la cosa più ingombrante – un “io” grande come una casa, con tutte le sue ambizioni e desideri -, continuavano a portarsela appresso. Gesù, tuttavia, non recrimina, si limita a correggere l’affermazione perentoria e propone una regola generale: “Se qualcuno ha lasciato la casa, o i fratelli, o sorelle, o padre, o…o…o… ”. Lui stesso sa quanto sia difficile lasciare tutto. Cominciamo allora a lasciare qualcosa. E, se ci riusciamo, senza sperare di averne altro in cambio. Saremo noi stessi a sperimentare ciò che avremo guadagnato. Stasera, a casa di seu Antonio e dona Cândida, eravamo una dozzina, e, per stare lì riuniti, a parlare della vita e del Vangelo, avevamo tutti lasciato a casa qualcosa o qualcuno: lo spazio in cui abitiamo, i nostri cari, le nostre attività, i passatempi; eppure, ci siamo detti, non abbiamo perso nulla, anzi, ogni volta ci si aprono nuovi spazi, perché la casa di ognuno di noi diventa la casa degli altri, e noi si aumenta sempre di più il numero dei nostri fratelli e sorelle; e ciò a cui si è rinunciato in termini di divertimento (spesso piuttosto triste, stupido e solitario, come l’ultimo reality o la novela alla televisione), si acquista in allegria e rinnovata energia, che ci deriva, appunto, dal nostro ritrovarci insieme. Beh, questo è l’inizio, solo l’inizio, del Regno. Di una società diversa, che si struttura in vista dell’incontro, dell’accoglienza, della condivisione e della preoccupazione per l’altro. Che, poi, è il significato di Dio.
Il calendario ci porta oggi le memorie di Maria Maddalena de’ Pazzi, monaca carmelitana e mistica, e di Dave Dellinger, combattente della pace per tutta la vita.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Pietro, cap.1, 10-16; Salmo 98; Vangelo di Marco, cap.10, 28-31.
La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali dell’Africa Nera.
Moi ci si congeda qui, lasciandovi a una preghiera di Maria Maddalena de’ Pazzi, tratta dal suo “Renovatione della Chiesa”. Che è nel fiorentino del suo tempo, che, se lo si capisce noi, qui in Brasile, lo capirete ancora meglio voi nel Belpaese, sempre che qui e là, non abbiano già provveduto a espropriarvi dell’italiano, per obbligarvi all’uso del lumbard, o del’insubro, o dell’ostrogoto. Con contorno di messa in latino, perché non si capisca nulla del Vangelo. Che è pericoloso. È questo per oggi il nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Dio di bontà sommo, di potentia incredibile, di sapientia ineffabile; Dio eterno, scrutator de cuor nostri, sustantia del tuo essere, tranquilla unità e unita tranquillità, deh, dimmi quanto hai amato la creatura tua, tratta di te, quanto l’ami e quanto l’amerai. Tanto l’hai amata che gli hai dato l’essere, creata e ricreata. Non conosce essere amato da Dio quello che ama se stesso; non si rende atto a esser amato quello che non va con ogni sincerità, senza simulatione alcuna con Dio e con le creature. Non si rende atto a esser riamato e glorificato da Dio quello che non si quieta in tutte le cose; non dico solo in quelle fatte da Dio, ma ancora in quelle fatte dalle creature. Etiam se havessi la confusione che è nell’inferno, però bisogna quietarsi in tutte le cose, e così si rende atto a esser amato e glorificato da Dio. (Maria Maddalena de’ Pazzi, Renovatione della Chiesa).
Eicevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.