Carissimi,
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!” (Mt 23, 25-26). Gesù è già giunto a Gerusalemme, dove ha fatto il suo ingresso trionfale, cavalcando un’asina (Mt 21, 1 ss), segno di un messianismo povero, mite, nonviolento. Ha poi raggiunto il recinto sacro del tempio, da cui ha scacciato venditori e acquirenti (Mt 21, 12-13), per affermare il carattere non mercantilistico della religione; e, guarendo, subito dopo, ciechi e storpi (v.14), ha mostrato un’ultima volta, in che consiste e a chi si destina prioritariamente il regno. Recatosi a passare la notte a Betania, ha fatto ritorno nel tempio la mattina successiva. Lì discute alternativamente con sacerdoti e notabili del popolo (Mt 21, 23 ss), farisei ed erodiani (Mt 22, 15-16 ss), sadducei (Mt 22, 23 ss), di nuovo i farisei (Mt 22, 34 ss.), rivolgendosi alla fine alla folla e ai discepoli con il discorso-denuncia dei maestri religiosi del tempo (Mt 23, 1-39). E di ogni tempo. Non tutti, ovviamente, ma un buon numero. Compresi quelli che ci portiamo dentro. Che, finché gli va bene, riescono a travestirci di fuori, ma ci lasciano poi, radicalmente, tristi e insoddisfatti. Quel “guai a voi” (che traduce il ouai del greco e l’ ’ōj dell’ebraico), più che una minaccia è un lamento: infelici voi, appunto. Ma anche, infelice Io, Dio, a causa vostra. Come potrebbe, infatti, Dio continuare ad essere felice, davanti al fallimento dei suoi figli?
Il calendario ci porta oggi la memoria di Anne Marbury Hutchinson, mistica e riformatrice puritana, e di Alessandro Dordi, presbitero e martire in Perù.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera ai Tessalonicesi, cap.2, 1-8; Salmo 139; Vangelo di Matteo, cap.23, 23-26.
La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.
“Il tuo nemico esce dal profondo del tuo animo”. Oltre ogni apparenza, è lui che dobbiamo riconoscere, snidare, affrontare, per poterlo vincere. E vivere finalmente nella verità. È la lezione di questo brano di Origene, tratto dalle sue “Omelie su Giosuè”, che, congedandoci, vi proponiamo come nostro
PENSIERO DEL GIORNO
“Andiamo in guerra come Giosuè; prendiamo d’assalto la città più considerevole di questo mondo – la malizia – e distruggiamo le muraglie del peccato. Ti guarderesti forse intorno per vedere quale strada occorra prendere, quale campo di battaglia occorra scegliere? Troverai senza dubbio le mie parole sorprendenti; eppure sono vere: limita le tue ricerche a te stesso. In te si svolge la battaglia che stai per dare; è dentro di te l’edificio di malizia che bisogna scalzare; il tuo nemico esce dal profondo del tuo animo. Non lo dico io, ma lo dice Cristo; ascoltalo: “Dal cuore provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie (Mt 15, 19). Ti rendi conto della potenza di questo esercito nemico che sta avanzando contro di te dal fondo del tuo animo? Eccoli, i nostri nemici da massacrare al primo assalto, da atterrare in prima linea. Se saremo capaci di rovesciare le loro muraglie e di sterminarli finché non ne rimanga nemmeno uno per raccontare lo scontro, nemmeno uno per riprendere fiato (Gs 11, 14), se non ce ne sarà più nemmeno uno per riprendere vita e risorgere nei nostri pensieri, allora Gesù ci darà il grande riposo”. (Origene, Omelie su Giosuè, V, 2).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.