Carissimi,
“Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11, 1). Stasera, nella chiesetta dell’Aparecida, ci dicevamo che forse quel discepolo non ha un nome, perché ognuno di noi possa identificarsi con lui. Allora, anche per noi, la prima preghiera che potremmo o dovremmo rivolgere a Gesù sarebbe proprio questa: insegnaci a pregare. Sì, perché, dopo tanto tempo, non siamo mica sicuri di saperlo già fare come conviene. E potremmo fermarci anche solo alla prima parola che Egli ci suggerisce in risposta alla nostra richiesta: Quando pregate, dite Padre. Lui, però, usava il termine più confidenziale: Abba, che qui da noi è paizinho, e lì, babbo, papà. A scanso di quegli equivoci, che la figura e l’esperienza del padre può talvolta comportare: il padre padrone, il padre distante, assente, irresponsabile, arrogante, violento. Come, spesso, non a caso, noi siamo portati a immaginare Dio. Per evitarci la fatica di essere come Lui: principio della cura e della tenerezza, che ci aiuta a crescere liberi, forti, autonomi, responsabili e solidali verso tutti i suoi figli e nostri fratelli. Con l’Abba, pregare non è più questione di formule, imparate a memoria, è invece il respiro della vita. Da quando ci si sveglia, fino a quando ci si addormenta. In mezzo a tutte le cose belle, ma anche alle prove che non ci mancheranno mai. Proiettati nell’avventura di una vita in cui Lui stesso renda visibile la santità del suo Nome, nella dimensione del dono che avremo fatto nostra, nei segni della fraternità, che testimoniano il suo regnare tra noi, nella condivisione del pane, nella consapevolezza del perdono che ci è rinnovato ad ogni istante, perché anche noi possiamo estenderlo agli altri, e nel superamento di ogni tentazione che ci voglia far ricadere nella logica del mondo.
Tre sono le memorie che il nostro calendario ci propone oggi: Jules Monchanin (Swami Parama Arubi Anandam), precursore del dialogo tra cristianesimo e induismo; Michele Pellegrino, pastore e profeta di una Chiesa rinnovata, Daniele Comboni, missionario del Regno in Africa.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Galati, cap.2, 1-2.7-14; Salmo 117; Vangelo di Luca, cap.11, 1-4.
La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti, lungo i cammini più diversi, perseguono un mondo di giustizia, fraternità e pace.
Di Jules Monchanin, la rivista Dieu vivant pubblicò nel 1953 un saggio dal titolo “Théologie et mystique du Saint-Esprit”, che Henri de Lubac ebbe a definire “di una pienezza incomparabile”, riprendendone un brano nel suo “Images de l’Abbé Monchanin” (Aubier). Questo stesso brano, ve lo proponiamo, nel congedarci, come nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Le manifestazioni dello Spirito nella Chiesa e nelle anime, i suoi carismi, come le sue figurazioni sensibili, sono metamorfiche…. Il carattere velato della sua personalità non resiste forse alla rappresentazione sovente antropomorfica e quasi sempre strutturale e centripeta che abbiamo della persona? Se le si sostituisce una rappresentazione dinamica, quella della donazione sussistente, dobbiamo dire invece che delle tre ipostasi, lo Spirito Santo è colui la cui personalità è la più evidente, sia nella Trinità, sia nell’Economia. Qui e là, egli è Dono … L’età dello Spirito non è un’età, ma lo stato di interiorità. Questo stato, lungi dal diminuire quello di Cristo, lo realizza: lo Spirito dato da Cristo fa conoscere Cristo nella sua essenza, fa passare dalla sua umanità mortale alla sua umanità gloriosa, e da questa alla sua Vita trinitaria… Così una mistica dello Spirito Santo non è semplicemente una mistica dello Spirito Santo, ma la mistica per eccellenza del Cristo ed anche la mistica del Padre; un invito costante a penetrare le apparenze, ad attraversare le Scritture, il Dogma, e la Liturgia, – che, interiorizzadole Egli conserva e perfeziona , – a contemplare inesauribilmente il prosodos e l’exodos della creazione deificata, e più amorevolmente ancora l’espansione e il raccoglimento dalla Trinità, dal Deus absconditus allo Spirito attraverso il Verbo, e dallo Spirito attraverso l’Unigenito all’Innascibile. (Jules Monchanin, Théologie et Mystique du Saint-Esprit).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.