Carissimi,
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21). Giuseppe, ovvero, lasciarsi tentare da Dio. Ma, come sappiamo che è Dio a tentare?, chiedeva stamattina Valdecí. E se fosse solo una nostra suggestione, la maniera di travestire di Dio il nostro io? Forse, con certezza, lo sapremo solo dopo aver constatato che ciò che è nato dalla storia che avremo deciso di fare nostra, o dalla chiamata che avremo seguito, è generato davvero dallo Spirito di Dio, è espressione del dono incondizionato del Padre ed ha, per questo, il nome di Gesù. Cioè, “Dio salva”, nei mille modi diversi in cui può essere coniugata la salvezza dell’altro. E, dunque, anche la nostra. Il sogno di Dio è, ossessivamente, solo questo. E i nostri, di sogni?
Oggi la Chiesa celebra la festa di Giuseppe di Nazareth, sposo di Maria, padre di Gesù secondo la legge.
I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:
2° Libro di Samuele, cap.7, 4-5s.12-14a.16; Salmo 89; Lettera ai Romani, cap.4, 13. 16-18.22; Vangelo di Matteo, cap.1, 16. 18-21.
La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.
Noi facciamo oggi memoria anche di don Giuseppe Diana, martire della giustizia, nella lotta alla camorra.
É tutto per stasera. Noi ci congediamo con una preghiera/poesia di Paul Claudel dedicata a Giuseppe. Ed è, per oggi, il nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Quando gli attrezzi sono tutti al loro posto e il lavoro del giorno è finito, / Quando dal Carmelo al Giordano, Israele si addormenta nella notte e nel grano, / Come un tempo, quando era solo un ragazzo ed era troppo buio per leggere ancora, / Giuseppe comincia a dialogare con Dio con un grande sospiro. // Lui ha preferito la Sapienza ed è lei che gli portano da sposare. / Lui è silenzioso come la terra nell’ora della rugiada / È nell’abbondanza e nella notte, è certamente nella gioia, è nella verità. / Maria è sua e lui la circonda da ogni lato. / Non è in un giorno solo ch’egli ha imparato a non essere più solo. / Una donna ha conquistato ogni parte di questo cuore, ora saggio e paterno. / Ancora una volta egli è nel Paradiso con Eva! / Il volto di cui tutti gli uomini hanno bisogno, si volta con amore e sottomissione verso Giuseppe. // Non è più la stessa preghiera, non è più l’antica attesa da quando egli sente / Come fosse un braccio all’improvviso senza odio, il sostegno di quest’essere profondo e innocente. / Non è più la fede nuda nella notte, è l’amore che spiega ed agisce. / Giuseppe è con Maria e Maria è con il Padre. // E anche noi, perché ci sia finalmente accessibile Dio, le cui opere sorpassano la nostra ragione, / Perché la sua luce non sia spenta dalla nostra lampada, e la sua parola dal rumore che facciamo, / Perché l’uomo desista e perché venga il tuo regno e la tua Volontà sia fatta, / Perché noi ritroviamo l’origine e le sue profonde delizie, / Perché il mare si calmi e perché Maria inizi, / Colei che ha la miglior parte e che dell’antico Israele consuma ogni resistenza, / Patriarca interiore, Giuseppe, ottienici il silenzio! // (Paul Claudel, Saint Joseph).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.