Carissimi,
“Si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?. Egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (Mt 19, 3-6). Concluso il Discorso Comunitario, presentato nel capitolo 18, il Vangelo di Matteo, a partire dal capitolo 19, accompagna Gesù nel suo cammino dalla Galilea verso Gerusalemme, fino alla sua entrata nella Città santa, presentando una serie di istruzioni, confronti, diverbi, che culmineranno con il cosiddetto Discorso escatologico (capp. 24 e 25), l’ultimo dei cinque discorsi in cui Matteo ha strutturato il suo Vangelo, che precede immediatamente il racconto della passione. Stamattina abbiamo ascoltata la prima di queste discussioni che ha avuto come protagonisti Gesù e un gruppo di farisei. E una discussione che, fino a qualche tempo fa, nelle comunità di qui, generava un qualche imbarazzo a causa delle complicate situazioni matrimoniali di molte delle nostre coppie. Ora, invece, si è imparato che Gesù non è venuto a giudicare o censurare le situazioni createsi in passato. È venuto ad additare un ideale e ad insegnare cosa significhi, cosa comporti e quali conseguenze abbia, il fatto che sia Dio a unire i due, piuttosto che motivazioni o interessi di altro tipo. Quasi sempre espressione della durezza di cuore e del nostro egoismo.
Oggi facciamo memoria di Massimiliano Maria Kolbe, martire ad Auschwitz e di Alceu Amoroso Lima, militante della vita in Brasile.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Giosuè, cap.24, 1-13; Salmo 136; Vangelo di Matteo, cap.19, 3-12.
La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.
Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura il brano di un’intervista concessa da Alceu Amoroso Lima al giornalista Pedro Bloch, apparsa nella rivista Manchete, nel 1963, e ripubblicata, nel 1989, nel libro “Pedro Bloch entrevista” (Bloch Editores). È, per oggi, il nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Abbiamo bisogno di sentire quanto c’è nel Sermone della Montagna e nella tradizione mosaica, che è l’uomo che vive amando Dio, perciò amando il bene sopra ogni altra cosa, amando il prossimo, facendo dell’amore la base della civiltà, facendo sì che i principi fondamentali dell’uomo con l’uomo, dell’uomo con se stesso e dell’uomo con Dio segnino il primato dei valori spirituali autentici sui valori temporali. È una rivoluzione lenta e profonda, che mira alla pace e alla giustizia e che ognuno deve realizzare in se stesso, nella sua famiglia e nell’esercizio della sua professione. Non si deve considerare la macchina in sé come un male, non si deve guardare alla rivoluzione comunista come a qualcosa di demoniaco, ma analizzare i fenomeni e verificare perché la civiltà non ha realizzato ciò che sarebbe stato lecito attendersi da essa. Non possiamo trattenere il fulmine nella mano, ma possiamo fare in modo che la nostra vita quotidiana prenda la direzione di ciò che desideriamo. Siamo di fronte a forze scatenate dalla stessa allucinazione dell’umanità. L’uomo ha sviluppato la sua tecnica, il suo potere sul mondo e come un “apprendista stregone” si sta sostituendo a Dio, signore della parola che scatena i fenomeni, ma senza sapere ciò che li fa cessare. Quando un domenicano, pieno di panico per l’esplosione della prima bomba atomica, mi chiese: “Ma, dr. Alceu, che fare davanti a ciò?”, risposi: “Vivere. Cercare di vivere in stato di grazia”. Oggi viviamo con la minaccia di morte continua. Questa presenza della morte è una dimensione del secolo XX. Mai ci fu, fino ad oggi, la possibilità di scatenare, da un’ora all’altra, forze telluriche così demoniache. Si ricordi il Mon Faust di Valery, quando dice: “Hanno riscoperto il caos”. Solo l’amore può ricomporre questo mondo, solo la sapienza del cuore. Nessuno di noi, da solo, può salvare il mondo, ma senza di noi anche il mondo non si salva. (Alceu Amoroso Lima in “Pedro Bloch entrevista”).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.